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IMMIGRAZIONE. SENTENZA: GLI STRANIERI AVEVANO DIRITTO AL BONUS BEBE', MA LA VICENDA E' LO SPECCHIO DELLA POLITICA ITALIANA IN MATERIA; CONTRADDIZIONE, CONFUSIONE... E GLI ONESTI CI RIMETTONO
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Comunicato 
23 gennaio 2007 0:00
 

Firenze, 23 Gennaio 2007. Sette famiglie straniere hanno fatto ricorso al Tribunale di Biella per vedersi attribuire il bonus bebe', sostenendo l'illegittimita' costituzionale della norma contenuta nella legge finanziaria per il 2006 che stanziava un bonus di 1000 euro per i nuovi nati cittadini italiani o comunitari. Il giudice adito non ha sollevato la questione di legittimita' costituzionale poiche', considerando il bonus una misura di provvidenza economica a favore della famiglia, lo ha ritenuto "dovuto" agli stranieri come ai cittadini UE e agli italiani. Nel frattempo, e nelle more del giudizio, un altro tassello si e' aggiunto all'ormai nota vicenda (1): una norma della finanziaria, incomprensibile ad una prima lettura ("Le somme di cui all'articolo 1, comma 333, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, erogate in favore di soggetti sprovvisti del requisito di cittadinanza italiana, ovvero comunitaria, non sono ripetibili"), ha infatti disposto che chi ha percepito il bonus non dovra' piu' restituirlo.
Contro-contrordine dunque:
- a febbraio migliaia di famiglie straniere accoglievano l'invito della Presidenza del Consiglio a ritirare il bonus alle Poste;
- a marzo il ministero dell'Economia ne chiedeva la restituzione, annunciando di aver iniziato le procedure di recupero crediti dei bonus;
- a dicembre la finanziaria dispone che queste somme non verranno piu' richieste indietro.
E chi, accortosi dell'errore, facendo l'onesto si era affrettato a restituire il bonus, non lo avra' indietro, cosi' come chi aveva ricevuto una ingiunzione di pagamento del ministero cui aveva ottemperato. Viva l'Italia. In tutto cio', il problema principale -quello dei processi penali per truffa aggravata ai danni dello Stato nei confronti di chi aveva indebitamente percepito il bonus- e' ancora in attesa di soluzione, ne' il Presidente del Consiglio dei ministri, il ministro dell'Economia ed il ministro di Giustizia hanno sinora fornito indicazioni su come intendano affrontare il problema dei risvolti penali della vicenda, come richiesto ormai mesi fa dall'on. Donatella Poretti con una interpellanza (2).

Emmanuela Bertucci, responsabile Aduc-Immigrazione

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