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Diniego di visto
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Lettera 
29 novembre 2006 0:00
 
Gentili signori, il mio problema e' ormai tipico ma ciononostante vi scrivo nella speranza di un consiglio ragionevole. Vivo in regola in Italia da 10 anni assieme alla moglie, tutti e due abbiamo un lavoro qualificato (io infermiere lei docente universitaria), siamo cittadini ucraini. Abbiamo una casa propria e una posizione finanziaria documentabile. Sono due anni che cerco di invitare il mio padre, cittadino ucraino, a trascorrere una vacanza in Italia, a casa mia. Il mio padre e' un ingegnere in pensione, un lavoratore onesto, insomma, tutta la famiglia non puo' suscitare un minimo dubbio dal punto di vista giuridico o sociale. Il padre e' mai stato all'estero, ha sognato di vedere l'Italia da quando me lo ricordo. Ho corredato l'invito da tutta la documentazione richiesta, che era perfetta al parere anche di un consulente legale, compresa la garanzia finanziaria: l'anno scorso una fideiussione bancaria quest'anno travel check. tutte due volte il visto e' stato negato in base al famoso vincolo della Bossi Fini che ormai conosco a memoria. Ho scritto al Ministero degli Esteri e al Consolato d'Italia a Kiev, Ucraina, e ho avuto due risposte gemelle: non possiamo spiegarvi il motivo perche non siamo obbligati a farlo. Non riesco piu' a sopportare questo teatro dell'assurdo, ma l'unica possibilita' che ho, e fare il ricorso al TAR del Lazio. L'avvocato mi ha spiegato che costera' almeno 1500 euro, che probabilmente non saranno mai rimborsati. Per un visto turistico di un mese! Se non c'e' altra scelta lo faro', ma voglio capire: davvero non esiste un altro modo di trovare giustizia in un caso simile? Cio' che succede e' una chiarissima lesione dei piu' basilari diritti umani. A me e' vietato di invitare a casa mia non una persona estranea, ma il mio padre. Esiste almeno in teoria una possibilita' di non pagare le cifre stratosferiche per una cosa cosi' banale? Ed e' vero che esiste una circolare semisegreta che vieta ai consolati rilasciare i visti agli extracomunitari che hanno parenti in Italia in modo che non abusino del servizio sanitario gratuito italiano? Mi sembra impossibile, ora che una persona con visto turistico non puo' ottenere una tessera sanitaria, ma...
Vi sarei immensamente grato per una risposta.
Gennadiy, da Lughetto di Campagna Lupia

Risposta:
Su questa fattispecie abbiamo un orientamento ben preciso. La Bossi-Fini (art. 4) prevede che il diniego di visto debba essere sempre motivato, fatti salvi i casi di ordine pubblico o sicurezza nazionale. Riteniamo che in questi due ultimi casi l'ambasciata possa non spiegare analiticamente le motivazioni di diniego ma debba comunque fare riferimento anche generico ad impedimenti derivanti da ordine pubblico o sicurezza nazionale. La prassi che lei ci descrive e' utilizzata da molte ambasciate, e non c'e' alcun modo di contrastarla se non portando il caso all'attenzione dei giudici, con un ricorso ben motivato.
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