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Vita da cani. Il miglior amico dell’umano? Non per tutti. Il quattrozampe del migrante
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Articolo di Vincenzo Donvito
2 agosto 2020 11:27
 
  “E’ sacrosanto aiutare chi scappa dalla morte e dalla fame, ma non chi arriva con il barboncino e lo smartphone”, così si è espresso il presidente della Regione Veneto in un’intervista (1).
Non entriamo nel merito delle politiche migratorie e di accoglienza del nostro presidente, ci interessa il fatto in sé.

Per quanto riguarda lo smartphone, diciamo subito che Luca Zaia sembra non sapere di cosa parla. Non sappiamo quanti smartphone ci siano nella sua famiglia e in tutte le famiglie della regione che amministra, e crediamo che nessuno dei possessori sia considerato dal nostro presidente come un privilegiato ricco. Nel contempo, è bene ricordare che un telefonino (costi bassi ovunque, anche nei Paesi d’origine dei migranti) in una traversata come quelle dei barconi che arrivano nelle nostre coste, e che a monte forse ha anche traversate di deserti e migliaia di chilometri, è uno strumento indispensabile al pari dell’acqua… questo è probabile lo sappia anche il nostro presidente, ma fa moda e “mascella maschia e dura” far finta di non saperlo. Ognuno si fa propaganda come crede.

Per il barboncino (diverse immagini ci hanno mostrato un migrante sbarcato nei giorni scorsi col suo barboncino bianco) è un’immagine che umanizza ancor di più (se ce ne fosse bisogno…) il migrante che ha deciso di portarsi dietro il suo amico a quattrozampe. Come i babbi e le mamme che si portano i figlioli che, magari, avrebbero potuto lasciare dai parenti nel loro Paese d’origine e farli venire nella “terra promessa” con più calma (i ricongiungimenti famigliari sono uno dei motivi per cui è più semplice ottenere un visto e/o permesso di soggiorno). Solo che per l’amico a quattrozampe non ci sarebbe stato nessuno motivo perché un domani il nostro migrante avrebbe potuto farsi raggiungere. Da qui la sua scelta di portarlo con sé, facendo trovare chi lo ha accolto davanti ad un dato di fatto e, come accolgono lui, fare altrettanto nei confronti del suo amico non umano (le norme per l’importazione di animali da compagnia ci sono e sono rigorose quanto facilmente rispettabili). Un cane per molte persone, è non solo animale di compagnia (che già di per sé è un motivo nobile), ma è anche elemento vitale, per alcuni come un figlio, con cui condividere la propria vita. Certamente non è un lusso.

Ma il nostro presidente sembra che queste cose non le sappia. Per lui è un lusso possedere un telefonino ed è un lusso possedere un barboncino. Povero Luca Zaia, non sa quante cose le mancano ancora nella vita. E’ sempre in tempo per comprenderle e farne tesoro.

1 - Corriere della Sera, 2 agosto 2020
 
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