Appena tornato dall’ospedale romano di Santo Spirito, dove è rimasto ricoverato meno di 48 ore per l’impianto programmato di un pacemaker, il nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato una dichiarazione per commemorare la tragedia in mare di dieci anni fa, dove, nella notte fra il 18 e il 19 aprile, morirono oltre mille persone (uomini, donne, bambini, eritrei, sudanesi, gambiani, ivoriani) che speravano di trovare una vita migliore in Italia o in un altro Paese europeo. Fra questi morti, anche l’adolescente con la bella pagella cucita all’interno della giacca, che impressionò tante persone. Di quegli esseri umani perfettamente uguali a noi, se ne salvarono soltanto 28.
«Dieci anni or sono nel Canale di Sicilia si consumò un’immane tragedia del mare, tra le più terribili che si ricordano nel Mediterraneo. I migranti morti e dispersi raggiunsero numeri spaventosi. Fra le vittime anche decine di bambini.
Erano persone che disperatamente cercavano una vita migliore, fuggendo da guerre, persecuzioni, miseria. Persone finite nelle mani di organizzazioni criminali, che li hanno crudelmente abbandonati nel pericolo.
La Repubblica italiana ricorda quelle tante donne e tanti uomini, molti destinati a restare senza nome.
È la nostra civiltà a impedirci di voltare le spalle, di restare indifferenti, di smarrire quel sentimento di umanità che è radice dei nostri valori.
Nel fare memoria rinnoviamo l’apprezzamento per l’opera di soccorso da parte delle navi italiane che sono riuscite, in condizioni estreme, a salvare vite, rispettando quanto impone la legge del mare.
I movimenti migratori vanno governati e l’Unione Europea deve esprimere il massimo impegno in questo senso. Il necessario contrasto all’illegalità, la lotta alla criminalità, si nutrono della predisposizione di canali e modalità di immigrazione legali che, con coerenza, esprimano rispetto nei confronti della vita umana».
La dichiarazione del Presidente della Repubblica si può leggere anche
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