Ieri sono successe due cose fondamentali per avere una fotografia del nostro Paese.
C’è la visita di Mattarella ai superstiti della strage nel mare di domenica mattina, dai quali ha ascoltato commosso il dolore che gli esprimevano, e poi il suo sostare a lungo in assoluto silenzio davanti alle 68 bare allineate nel Palasport di Crotone.
A tutto ciò, contrassegnato da una grande sobrietà e rispetto per il dolore di tutti questi esseri umani che cercavano solo di trovare una vita migliore, soprattutto più dignitosa da quella, a cui erano stati costretti a fuggire, è corrisposto l’applauso della folla, che si era raccolta fuori dal Palasport, per manifestare non solo stima e affetto al Capo dello Stato, ma anche, soprattutto, la sua esigenza di giustizia e verità su ciò che è avvenuto all’alba di domenica 26 febbraio, che si può chiamare, senza forzature, una carneficina.
La gente di Crotone, sappiamo da tutte le cronache, ha reagito con immedesimazione a questa tragedia; è nota l’offerta dei loculi della tomba di famiglia, che un’anziana signora, ha fatto per dare degna sepoltura almeno ai corpi dei bambini … Ma non è l’unica manifestazione di concreta vicinanza. I naufraghi e i loro morti sono stati considerati da subito come parenti e amici. Da qui scaturisce con molta naturalezza la richiesta che sia fatta piena luce sul perché quel barcone non sia stato soccorso, evitando così il sacrificio di tanti esseri umani. E tale esigenza viene presentata al Presidente della Repubblica, perché, evidentemente, egli ha dimostrato in questo frangente, lì, a Crotone, di essere l’unica persona capace di pietas, di devozione allo spirito di umanità. E lui, solo adesso rompe il silenzio, per assicurare il proprio concreto interessamento per tutto ciò, così come, negli incontri diretti, aveva rassicurato i sopravvissuti.
Ecco, la composta, silenziosa commozione di Sergio Mattarella, e l’espressione di empatia dei Crotonesi per i fratelli e le sorelle in umanità provenienti da Paesi lontani, dimostrano da sé quanto questo governo sia lontano dal sentire della gente, quanto sia isolato nella sua gretta difesa del potere. Gli Italiani, insomma, non sono come esso se li immagina e vorrebbe che fossero.


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