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Non basta un 'contratto' per cambiare la Costituzione
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Articolo di Pietro Moretti
29 maggio 2018 11:54
 
Come direbbe Paolo Savona, io sono un "anti-italiano" perché sono europeista. Lo è evidentemente anche il Presidente della Repubblica, accusato di alto tradimento dal M5S, minacciato di morte sui social e la cui immagine viene espunta dagli uffici pubblici a guida leghista. La sua colpa: aver esercitato un suo potere costituzionale, per difendere la Costituzione, di cui l'appartenenza all'Euro e all'UE sono parti integranti.

Dopo aver tentato di sottoporre al ferreo controllo partitico sia il Presidente del consiglio, degradato da organo costituzionale a mero esecutore, sia il Parlamento, svuotandolo di ogni autonomia attraverso il vincolo di mandato, oggi l'attacco alle istituzioni repubblicane si concentra sul Presidente della Repubblica, anch’egli da ridurre a mero esecutore. Il casus belli, perseguito con astuzia da Salvini e con inconsapevole altruismo dall'alleato Di Maio, è il veto su Paolo Savona. Esattamente lo stesso veto che recentemente Napolitano pose a Renzi su Gratteri (ora immaginiamoci se Renzi avesse risposto "Gratteri o impeachment" e avesse fatto saltare la legislatura ... ).

Anche tra gli amici che aborrono l'armata populista che ha fatto innamorare gli italiani, ci sono coloro che apprezzano le idee di Savona e sono certamente amareggiati per il veto presidenziale. Mi viene spiegato che con lui non ci sarebbe stato alcun rischio di uscire dall'Euro (e quindi dall'Ue), rischio che nascerebbe solo ora, dal nulla e inaspettato, proprio a causa del veto di Mattarella. Mi si dice che Savona, come tanti altri, è critico di come è stato architettato l'Euro (tesi condivisibilissima) e vorrebbe solo rinegoziare Maastricht, come previsto nel "Contratto". 

Eppure, rileggendo dichiarazioni e interviste di Savona, alcune recentissime e riportate sulla stampa estera, mi si permetta di dubitare. Non tanto perché è l'autore del cosiddetto "Piano B", un piano per uscire dall'Euro, visto che è sempre bene avere piani per reagire ad ogni evenienza. E non tanto per il fatto che, contrariamente a quello che ci dicono economisti non certo teneri con l'Eurozona come Paul Krugman, per Savona le conseguenze dell'uscita dall'Euro non sarebbero peggiori di quelle che subiamo rimanendovi ("ritengo che uscire dall’euro comporti difficoltà altrettanto gravi di quelle che abbiamo sperimentato e sperimenteremo per restare"). 

Quello che invece spaventa gli "anti-italiani" come me è la sua convinzione che la Costituzione prevalga sui Trattati UE: "La costruzione dell’Ue attraverso la leva dell’articolo 11 rappresenta una forzatura giuridica. Il riscatto della sovranità economica e monetaria e il ritorno alla situazione pregressa al divorzio Tesoro/Bankitalia (1981) sono, nei fatti, l’unica scelta compatibile con la Costituzione, la quale prevale sulle norme e sui trattati europei". Se fosse così, non potrebbe mai esservi alcuna Europa. Infatti la Corte Costituzionale, nonché i manuali su cui studiano gli studenti di giurisprudenza, spiegano che i Trattati UE sono sovraordinati alla Costituzione, ad eccezione di un ristretto nucleo di diritti fondamentali (che poco o nulla hanno a che fare con l'economia). 

Se a questo aggiungiamo che Savona offre una durissima condanna non solo dell'Euro, ma dell'Unione Europea in generale, il quadro per noi "anti-italiani" è ancor più cupo. Nella sua visione, la Germania continua il suo progetto nazista di egemonia in Europa, con l'Euro al posto dei cannoni. L'Unione Europea nel suo complesso, e non solo l'Euro, è per lui uno strumento di sottomissione: "La Germania continua ad applicare lo stesso modello del piano Funk, il ministro dell’economia nazista 1936...mentre prima volevano imporre tutto manu militari, con la forza, oggi hanno inventato un altro meccanismo chiamato Europa Unita".
Mi chiedo: se si pensa questo dell'Unione Europea, se si è convinti che uscire dall'Euro non ci farebbe maggiori danni che rimanervi, e al contempo si dichiara che la Costituzione italiana prevale sui Trattati UE, quale logica conseguenza se ne deve trarre? 

Se poi questo è il biglietto da visita con cui ci si presenta dai colleghi e ai popoli europei, quale disponibilità a rivedere i Trattati potrà mai ricevere? Quale credibilità avremmo? L'effetto del nostro ricatto - "o si cambia o sfasciamo tutto" - è l'inevitabile rafforzamento speculare dei populisti nordici, rafforzamento già in corso dal 4 marzo, e la matematica certezza di ricevere un secchissimo "no". Per non parlare delle conseguenze sui nostri risparmi, conseguenze chi già stiamo assaporando.

A quel punto, il "governo del cambiamento" avrebbe dovuto mettersi a cuccia come uno Tsipras comunque, cosa improbabile, oppure avrebbe dovuto reagire con una chiamata di popolo per dare corso alle minacce di uscita unilaterale dall'Euro, e quindi dall'UE. 

Questo era e rimane il proposito esplicito della Lega e quello detto, non detto, ridetto e poi smentito dal M5S. Le dichiarazioni del responsabile economico della Lega Claudio Borghi sono esplicite: "rinegoziare Maastricht", come scritto nel "contratto", altro non è che un eufemismo per indicare l'uscita dall'Euro (a chi su Twitter rimproverava la Lega di aver rinunciato all’uscita dall’Euro, risponde "Chiedermi di chiarire ogni volta che uno usa sinonimi per uscire da € (rinegoziare Maastricht) è offensivo nei miei confronti e nei vostri").

Se Mattarella non avesse esercitato i suoi poteri oggi per difendere la Costituzione - di cui, ripetiamo, l'adesione ai Trattati Ue e all'Euro è parte integrante - lo avrebbe comunque dovuto fare domani. Ma domani sarebbe stato già troppo tardi, a rottura con Bruxelles già consumata nei fatti.

Nei panni quindi del Presidente della Repubblica, che in quanto garante della Costituzione è anche garante del rispetto dei Trattati Ue, il problema non era se, ma quando intervenire per stroncare questo tentativo "detto e non detto" di portare l'Italia fuori dall'Euro e dall'UE, e quindi anche dalla Costituzione italiana vigente. A chi sostiene, "ma non era nel programma", ricordo che anche Cameron non aveva nel programma l'uscita dall'UE, ma tant'è!

Purtroppo, dal mio punto di vista di "anti-italiano", è uno scenario che si riproporrà a breve. E' inevitabile che faremo saltare l'Euro al prossimo giro, a meno che non accada un miracolo. Ma almeno la prossima volta le cose saranno chiare, anche agli elettori. Per chi ancora non l'avesse messo a fuoco, votare M5S e Lega significa esattamente questo: ricattare i partner e, quando non caleranno le braghe, consumare lo strappo finale. A quel punto vedremo se effettivamente, come sostiene Savona, le cose non andranno peggio di come vanno oggi.

P.S. Si potrebbe obiettare: ma allora siamo vincolati all’Ue e all’Euro per sempre? Certamente no! La Costituzione prevede una via per modificarla, attraverso maggioranze particolari, doppia votazione, eventuale referendum confermativo ecc. Non basta certo un "contratto" tra due forze politiche. Fino ad allora, il Garante della Costituzione deve garantire l’indirizzo politico-costituzionale che è contenuto nella Carta vigente, che tutela non solo il "popolo vero" di Salvini e Grillo, ma anche noi minoranza di "anti-italiani" in via d'estinzione.
Lo stesso valga per le prerogative degli organi costituzionali, che si vuol ridurre a meri esecutori dei leader dei partiti di maggioranza. Anche in questo caso, se è questo l'impianto istituzionale che si vuole, sarà bene farlo nell'ambito della Costituzione. Non si cambia la Costituzione con minacce e accuse di altro tradimento. Certo, in questo caso c’è quel  limite invalicabile posto dall’articolo 139 sulla indisponibilità della forma repubblicana.  Ma la rivoluzione non si ferma certo davanti a quisquiglie del genere.

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Ecco alcune dichiarazioni di Savona, che hanno avuto modo di leggere in tutta Europa:

«L’euro? È una gabbia tedesca. La Germania ha sostituito la volontà di potenza militare con quella economica»

"La Germania continua ad applicare lo stesso modello del piano Funk, il ministro dell’economia nazista 1936. Il piano prevedeva che la Germania fosse Paese d’ordine e che tutte le monete si dovevano comportare come il marco tedesco. L’industria la sapevano fare solo i tedeschi quindi è giusto che si specializzassero. Il resto dei Paesi, Italia compresa, dovevano dedicarsi all’agricoltura, al turismo ed al benessere anche dei tedeschi.
La differenza profonda, è qui c’è il salto di qualità politico, che mentre prima volevano imporre tutto manu militari, con la forza, oggi hanno inventato un altro meccanismo chiamato Europa Unita, che porta gli stessi effetti e nella quale i tedeschi hanno questa posizione ideologica dominante"

"Il riscatto della sovranità economica e monetaria e il ritorno alla situazione pregressa al divorzio Tesoro/Bankitalia (1981) sono, nei fatti, l’unica scelta compatibile con la Costituzione, la quale prevale sulle norme e sui trattati europei".

«Quelli che oggi si dicono europeisti in realtà sono anti-italiani»

«Ritengo che uscire dall’euro comporti difficoltà altrettanto gravi di quelle che abbiamo sperimentato e sperimenteremo per restare»

«Così come è costruita, l’Europa è una gabbia e l’Italia può contare e fare sponda solo con se stessa».

 
 
 
 
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