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Foto: tutto un mondo arabo
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Articolo di Redazione
22 luglio 2017 17:03
 
 La seconda edizione della Biennale dei fotografi del mondo arabo contemporaneo apre le sue porte a settembre 2017 a Parigi. L’Institut du monde arabe (IMA), la Maison européenne de la photographie (MEP) e diverse gallerie ne sono coinvolte. Quest’anno, l’Algeria e la Tunisia sono il tema dominante. Le ragioni del festival: esplorare questa regione del mondo e rilevare l’energia creatrice di questa nuova generazione.
                             
 Nata nel 1983, Laila Hida vive a Marrakech. A proposito della sue serie “Bordless” fa notale: “la bellezza e’ qualcosa che si ricerca. Le persone ne sono respinte. Ditero la maschera c’e’ un essere umano. L’immaginazione non ha frontiere, le persone, forse”.
Senza titolo. Serie “Bordless”. 2015. Laila Hida

 Yanis Kafiz e’ nato a Béjaja e vive tra Parigi e la sua citta’ natale. I ritratti di questo fotografo algerino sono pieni di malinconia. “Nuvole nere” traduce lo stato dello spirito di tutta una gioventu’: divisa tra la voglia di vivere e un malessere profondo.
Senza titolo. Serie “Nuages Noirs” - 2016. Yanis Kafiz

 Xenia Nikolskaya e’ nata a San Pietroburgo nel 1973. Divide la sua vita tra la Russia, la Svizia e l’Egitto. “Dust” e’ un lavoro su cinque anni (2006-2012), realizzato in Egitto. Evoca l’architettura della fine del 19mo secolo inizio 20mo. In virtu’ della sovrappopolazione delle citta’ e del boom immobiliare, questi spazi sono votati a sparire.
Villa Casdagli, Garden City, a Il Cairo. “Dust” - 2010. Xenia Nikolskaya

 Farida Hamak e’ una fotografa franco-algerina, nata nel 1960. Aveva sei anni quando i suoi genitori lasciano l’Algeria per la Francia. Proveniente dalla “seconda generazione”, strattonata tra i due Paesi, vive lo shock delle culture. Dal 2012, fa un lavoro personale, impostato su poesia e onirismo a Bou Saada, la sua terra natale. Situata ai piedi dell’Atlante sahariano, questa oasi una volta si chiamava “la citta’ della felicita’”.
Piazza del mercato. Serie “Sur les traces” - 2014. Fatida Hamak

 Ramzy Zahoual e’ nato ad Algeri nel 1984 e vive a Casablanca. Percorre del strade della citta’, piu’ spesso di notte, per fotografare le carcasse delle vecchie automobili abbandonate. “Handpicked Wrecks” significa “Selezione di relitti”.
Puits des zouaves. Algeri . “Handpicked Wrecks” - 2011. Ramzy Zahoual

 Abdo Shanan e’ nato a Oran nel 1982. Dopo essere rimasto 18 anni in Libia, ritorna nel suo Paese che ora gli sembra straniero. Siccome non puo’ integrarsi in questa societa’ se non al prezzo di un cambiamento radicale, il fotografo sceglie di starsene lontano. Questa angoscia esistenziale, che lo rinvia a riflettere sulla sua propria solitudine, e’ il soggetto della sua serie “Diary: Exile”.
Senza titolo. Serie "Diary: Exile" - 2014. Abdo Shanan

 Nato nel 1954 a Kabilia in Algeria, Bruno Hadji vive e lavora tra Parigi, le Gers e il Sahara. I suoi principali lavori fotografici portano sui cambiamenti delle societa’ musulmane e particolarmente sui difetti storici di queste ultime. Ha realizzato un lavoro sul sofismo durante quindici anni. Dopo cinque anni, documenta gli spazi sahariani.
Effacement 30. "Nous n'irons pas nous promener" - 2016. Bruno Hadjih

 Mouna Karray e’ nato a Sfax nel 1970 e vive tra la Francia e la Tunisia. Il suo lavoro comincia nel 2011, quando e’ cominciata la rivoluzione tunisina. L’artista si mette in scena bloccato in un drappo bianco. Questa serie e’ una metafora del confino, della resistenza. E’ anche in questo senso che risuona il titolo della serie, Nero, perche’ “e’ col nero che si comincia a vedere...”.
#Noir 1. Série "Noir" - 2013. Mouna Karray

 Hakim Zeraoui e’ un fotografo nato nel 1991 ad Algeri. Vive sempre nella sua citta’ d’origine. Il tema principale evocato in “A way of life” e’ quello dell’introspezione, dell’interrogarci sulla nostra condizione di essere umano, ma anche sull’ambiente che ci circonda. Queste riflessioni si specchiano nelle atmosfere create attraverso l’opera di Hakim Zeraoui, che gioca sugli sfumati, le forme e i colori.
A way of life - 2016. Hakim Zeraoui

 Roger Grasas e’ nato a Barcelona nel 1970 ed esplora da piu’ di dieci anni i Paesi arabi della regione del golfo. “Min Turab” ci mostra le trasformazioni dei paesaggi e l’evoluzione delle culture locali, in parte provocata dall’esplosione dell’industria petrolifera.
Falaj al Harth, le Sultanat d'Oman. Série "Min Turab" - 2013. Roger Grasas

 Hela Ammar e’ nata a Tunisi nel 1969, vive in Tunisia. Il suo lavoro fotografico e’ un interrogarsi sulla nozione di identita’ e la posizione della donna nelle culture arabe. “Hidden Portraits” e’ una serie di ritratti che mette in scena una donna di spalle, vestita con abitati tradizionali da uomo, su sfondo di zelligues, dei mosaici tipicamente tunisini. Queste immagini sottolineano il confino dettato dalle tradizioni.
Hidden Portrait IV. Série "Hidden Portrait" - 2014. Hela Ammar

 Ziad Ben Romdhane e’ nato nel 1981 in Tunisia. Vive a Tunisi. Con “West of life”, si impegna a ritrascrivere la situazione nella regione di Gafsa, situata nel sud-ovest del Paese. Marcati dalle stimmate della ricerca mineraria, i villaggi di Redayef, dei Mettlaoui e di Oumm Laarayes sono ricchi di risorse ma inquinati e poveri. Con l’arrivo di queste miniere di fosfato, la vita degli abitanti e’ stata sconvolta.
Oumm Laarayes, Serie "West Of Life" - 2015. Ziad Ben Romdhane

 Scarlett Coten vive a Parigi e lavora essenzialmente in Africa del Nord e Medio Oriente. La sua serie Mektoub e’ un lavoro di lungo corso, che presenta il ritratto di una cinquantina di uomini in differenti Paesi del Magreb e del Medio Oriente.
Alessandria, Egitto. Serie "Mectoub" - 2013. Scarlett Coten
 
 
 
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