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Denatalità. L’emergenza che non c’è e che nasconde altre emergenze
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8 gennaio 2024 11:13
 

Il Parlamento ha approvato una legge di bilancio dove c’è un aiuto alle donne madri, solo che si tratta di aiuti per chi ha più figli rispetto alla media di figli di ogni donna, 1,22.

Un aiuto che non riguarda le donne esistenti, ma quelle che si vorrebbe che le donne fossero. 

Abbiamo quindi una legge di bilancio che “aiuta” le donne madri solo se queste ultime rispondono a certi parametri: minimo 3 figli per l’esonero dei contributi previdenziali per chi ha un lavoro a tempo indeterminato (1); il bonus asili nido è erogato solo a partire dal secondo figlio.

La legge di bilancio è quindi un programma politico demografico per le donne che vi aderiscono, altrimenti nulla, vale solo per chi sposa un’ideologia, maggioritaria nelle istituzioni ma minoritaria nel Paese, visto che le donne che hanno figli sono 1,22 (2).

E’ quindi partita una campagna di convincimento, umano e politico.

Quello umano ha visto per ora un goffo auspicio di una  deputata della maggioranza di governo (“le donne facciano figli, è la loro missione ed è cool”)... che probabilmente crea anche qualche imbarazzo nella sua stessa maggioranza.

Quello politico riprende i motivi di molti Paesi del cosiddetto Occidente, preoccupato per l’invecchiamento della popolazione e il timore che le migrazioni in corso attuino una “sostituzione etnica”.

In questa scia si muove la ministra delle Pari Opportunità, Famiglia e Natalità, Eugenia Roccella, intervistata dal Quotidiano nazionale: “La verità è che ormai il rischio di spopolamento investe tutto il mondo sviluppato. L’intera Europa è al di sotto del cosiddetto tasso di sostituzione (la media di due figli per donna che garantisce la continuità della popolazione)”.

Ci facciamo alcune domande che la nostra ministra sembra ignorare: “che ne facciamo di un Pianeta dove l’esplosione demografica è uno dei maggiori problemi?", “il mondo occidentale ispira e guida il Pianeta, e se si crede debba continuare a farlo, il metodo è quello giusto?”, “le migrazioni dai Paesi poveri verso quelli ricchi, sono un incidente di percorso a cui l’Occidente sta ponendo rimedi?”. 

La nostra ministra ragiona come se vivesse in una fortezza assediata (quella che lei chiama “mondo sviluppato”) e, di conseguenza, opera per renderla il più possibile autosufficiente. 

E sembra ignorare che un conflitto in Malì, quanto il perdurare del regime cinese continentale, i regimi afghani o le diffuse e dubbie democrazie ed economie traballanti di diversi Paesi africani e dell’estremo oriente, nonché il malessere economico ed istituzionale di diversi Paesi sudamericani e del Medio oriente, financo le continue migrazioni anche all’interno dell’Unione europea e quelle culturali ed economiche del subcontinente indiano… sembra ignorare che queste popolazioni in continuo movimento non si fermeranno mai (non riesce a bloccarle neanche la Cina comunista..) e se continuano a trovare fortezze mediterranee ed europee, il contatto continuerà a provocare scintille e sempre più di frequente incendi, davanti e dentro le mura di queste fortezze, di popolazioni che fuggono da altrettanti incendi nelle loro patrie. E c’è da dire che tutte le politiche fatte fino ad oggi per rafforzare questa fortezza sono state fallimentari (gli immigrati clandestini  in Italia sono un numero gigantesco, cresciuto proprio dopo le politiche di consolidamento della “fortezza Italia!”).
E l’Italia di fronte a questo fenomeno sponsorizza le donne perché facciano più figli…

Noi non abbiamo soluzioni miracolistiche, ma osserviamo con scrupolo ciò che accade sì da capire che i problemi non sono di “sostituzione etnica” o di “spopolamento del mondo sviluppato”, ma di disciplina e regolamentazione di un Pianeta, a cui appartiene l’Italia anche con una certa importanza, che sta andando a fuoco, naturale ed umano. E fino ad oggi assistiamo a Cop ambientali dirette dai responsabili di questo fuoco e politiche demografiche di sviluppi nazionali che, i cittadini (le donne con figli ad 1,22) meglio delle istituzioni, capiscono che non rispondono alla vita odierna e futura.

Note
1 - Se consideriamo che le donne che hanno un lavoro sono il 40% e solo un terzo di esse ha un lavoro a tempo indeterminato., l’esonero riguarda, nel 13% delle donne che lavorano a tempo indeterminato, solo quelle che hanno più di tre figli. Crediamo, inoltre che le donne con tre figli che lavorano siano molto rare e, quando ci sono, non svolgono attività dipendente a tempo indeterminato.
La premier Giorgia Meloni, per avvalorare le donne con figli che lavorano, in conferenza stampa di fine anno ha portato come esempio la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen (sette figli) e la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola (quattro figli).... che svolgono lavori tutt’altro che da dipendenti a tempo indeterminato.
2 - Non è una novità, visto che spesso gli eletti di questo Parlamento e i membri del governo, ci ricordano che loro rappresentano di chi li ha votati… mentre l'art. 67 della Costituzione recita: "Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato".

Qui il video sul canale YouTube di  Aduc


 
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