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Audizione ministro Solidarieta' Sociale in commissione affari sociali. Gestire le emergenze droga e immigrazione perche' non siano piu' tali
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4 luglio 2006 0:00
 
Intervento dell'on. Donatella Poretti, deputata della Rosa nel Pugno, segretaria della Commissione Affari Sociali, nel corso dell'audizione del ministro Paolo Ferrero

Firenze, 4 Luglio 2006

IMMIGRAZIONE
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1 - Flusso continuo - Sponsor
Abbiamo appreso che il Ministro ha intenzione di rivedere in modo organico il Testo Unico sull'Immigrazione cosi' come modificato dalla legge Bossi-Fini, in particolare sulla programmazione e ridefinizione dei flussi d'ingresso. Ho letto che il Ministro intende trasformare l'attuale decreto annuale in decreto triennale, motivando la scelta con l'esigenza di maggior flessibilita' nelle politiche migratorie. Onestamente, Ministro, esprimo perplessita' in merito. A mio avviso, piu' che tentare di indovinare -oggi annualmente, domani triennalmente- i numeri adeguati di immigrati autorizzati a lavorare nel nostro Paese, mi sembrerebbe opportuno conformarli in concreto alle richieste di lavoro, secondo un meccanismo che potremmo definire di "flusso continuo". Chi ha un lavoro e chi da' lavoro, in qualunque momento dell'anno, dovrebbe poter uscire dalla clandestinita' e dall'illegalita', amministrativa e penale. Ho apprezzato la linea del Governo che mira a far piazza pulita delle ipocrisie in cui versa oggi la prassi applicativa della legge. Mi auguro che si arrivi ad una situazione di completa regolarizzazione delle posizioni di chi vuole lavorare, nel rispetto della convivenza civile. Per far cio' occorre l'abbattimento dei limiti numerici d'ingresso prestabiliti e la predisposizione di meccanismi che adeguino l'offerta di lavoro all'effettiva domanda, 365 giorni l'anno. Incoraggio il Governo, in tal senso, alla reintroduzione dello "sponsor", quale modalita' ulteriore di ingresso.
2 - Burocrazia
MI aspetto -soprattutto mi auguro- che il Ministro e piu' in generale l'intero Governo, prenda atto che non e' possibile una politica di integrazione fintanto che burocrazia e inefficienza delle pubbliche amministrazioni, ostacoleranno di fatto i diritti di ogni immigrato. Attualmente la disfunzione e' tale che per rinnovare un permesso di soggiorno ci vogliono mesi e mesi, cosi' come per l'ottenimento di un visto per ricongiungimento familiare, per una carta di soggiorno ecc. L'Aduc (Associazione Diritti degli Utenti e Consumatori) ha denunciato in vari comunicati come, durante le attese della burocrazia, gli stranieri vivano di fatto sequestrati in Italia (salvo decreti autorizzativi dell'ultima ora) e come spesso abbiano difficolta' a cambiar lavoro perche' non hanno in mano fisicamente il permesso di soggiorno.
Per questo ho apprezzato l'intenzione del Ministro degli Interni Giuliano Amato di prorogare la durata del permesso di soggiorno durante il periodo di rinnovo, cosi' come anche il passaggio di competenze agli enti locali. Ma non credo che cio' sia sufficiente. Credo che una riforma effettiva possa passare attraverso una diffusione estesa dello strumento, gia' previsto in materia di nulla osta al ricongiungimento familiare, del meccanismo del "silenzio assenso".
Credo che questo sia l'unico modo per obbligare le amministrazioni pubbliche al compimento di un loro dovere in tempi certi e rapidi. In questa prospettiva chiedo che il Ministro, per quanto e' di sua competenza, ricorra all'individuazione di sanzioni disciplinari e meccanismi risarcitori stragiudiziali adeguati alle violazioni e ai ritardi macroscopici che abbiamo visto in questi ultimi anni.
3 - Normativa e mercato del lavoro
Un ulteriore questione. Le chiedo di prendere in considerazione l'adeguamento della normativa sugli stranieri, all'attuale situazione del mercato del lavoro. Oggi, uno straniero con lavoro a tempo indeterminato gode di maggiori diritti (e di minori vessazioni burocratiche) di uno a tempo indeterminato o altro tipo di contratto temporaneo. Mi riferisco alla carta di soggiorno, ad esempio, ottenibile solo nel primo caso, oppure ai lavoratori con contratto "co.co.pro"., che non hanno una collocazione ben definita nel testo unico. Questa diseguaglianza non ha piu' ragione d'essere in un mercato del lavoro variegato e tendenzialmente precario, dove il contratto a tempo indeterminato rappresenta solo una delle modalita' di assunzione. Costituisce anzi un ostacolo all'integrazione e alla parita' di diritti nel lavoro, come previsto nella stessa legge.
4 - Idoneita' alloggiativa
Un ultimo punto, che non puo' non esser considerato in sede di revisione dell'attuale normativa: la questione -recentemente anche apparsa sulle cronache giudiziarie- dell'idoneita' alloggiativa. All'immigrato e' richiesta, in numerosi adempimenti burocratici, la certificazione di risiedere in alloggio sufficientemente grande per se' e per la propria famiglia. Di fatto, questo requisito, si trasforma spesso in diniego di ricongiungimenti familiari, di carte di soggiorno e quant'altro. I parametri regionali di riferimento sono gravosi da rispettare per gli stranieri, e lo sarebbero per chiunque, visto il mercato delle locazioni alle stelle, soprattutto nei centri urbani. Non si nega la necessita' di controllo sulle condizioni di alloggio, ma sottolineo l'assurdita' di pretendere dallo straniero condizioni alloggiative ben sopra la media di noi stessi italiani, come avviene attualmente, e negare loro, in caso contrario, i diritti fondamentali. Mi riferisco soprattutto alle famiglie numerose, che, per questo non possono ricongiungersi.

DROGA
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1 - Depenalizzazione consumo
L'aumento delle quantita' massime consentite per l'uso personale di cannabis annunciato da alcuni membri del Governo e la sua intenzione di depenalizzare il consumo, e' un piccolo passo nella giusta direzione. Se il ministro realizzera' questo suo impegno in tempi brevi, potrebbe salvare dalla tragedia del carcere molti giovani (e sono tanti, tantissimi) che fanno uso ricreativo di questa sostanza innocua.
Al ministro un appello affinche' tenga duro nei suoi propositi e faccia immediatamente cio' che ha annunciato. E una considerazione: bloccare l'attuale legge per decreto, da subito vanificando tutti gli aspetti negativi che vi sono contenuti, a partire dal fatto che ci debba essere una dose minima giornaliera, dose che gli italiani avevano gia' bocciato con un referendum.
2 - Narcosalas
Sulle narcosalas credo sia opportuno che il ministro, vista l'estate gia' arrivata e il diffondersi di morti per overdose proprio in questa stagione, dia indicazioni ai singoli Comuni su come istituirle da subito. Trattandosi di una vera e propria emergenza sociale e sanitaria, il Sindaco ha i poteri per farlo. E' necessario che il ministro modifichi immediatamente l'articolo 75 del testo unico sulla droga (Dpr 309 del 1990) per decreto, eliminando la sanzione amministrativa per coloro che assumono sostanze stupefacenti nei luoghi predisposti dalle autorita' sanitarie.
3 - Somministrazione controllata di eroina in carcere
Il 35% della popolazione carceraria e' tossicodipendente, ed in strutture penitenziarie di citta' come Milano, Torino, Roma, Genova, Firenze, Bologna e Napoli la percentuale raggiunge il 60%. Invito il ministro a farsi promotore immediatamente della proposta del dr. Francesco Ceraudo, presidente del Consiglio Internazionale dei Servizi Medici Penitenziari, di far partire dal carcere (in particolare dal Don Bosco di Pisa) una sperimentazione per la somministrazione controllata di eroina. Questo intervento, signor ministro, e' particolarmente urgente proprio in quelle carceri sovraffollate di consumatori oggi costretti a bucarsi in condizioni igenico-sanitarie ancora peggiori di quelle della strada.
4 - Legalizzazione
Infine, signor ministro, le chiedo di considerare la legalizzazione di tutte le droghe quale obiettivo fondamentale di una politica basata sulla ragione e non sulla devastante utopia di un mondo senza droga. Il traffico internazionale degli stupefacenti, e le associazioni criminali che lo gestiscono, esistono e si nutrono di politiche proibizioniste. Il proibizionismo e' criminogeno, e relega alla clandestinita' un fenomeno, la tossicodipendenza, che invece dovrebbe essere controllato e trattato con interventi sanitari e non certo repressivi. Ci auguriamo che il ministro voglia tenere in considerazione queste osservazioni e, se le condivide, gia' le offra ai propri colleghi di governo e a tutti i cittadini affinche' si possa aprire un dibattito sul merito, superando l'abituale invettiva.

 
 
 
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