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Adozione maggiorenni parificata a quella dei minori. La nostra azione a Strasburgo
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Articolo di Isabella Cusanno
3 settembre 2017 15:26
 
 Motivazioni giuridiche
Facciamo il punto sul nostro impegno presso la Cedu a Strasburgo in favore del riconoscimento dei maggiorenni che vengono adottati in Italia sulla base di una legge ormai incapace di stare al passo con il mutamento dei tempi, il superamento delle barriere e il ridimensionamento del valore giuridico e spaziale delle frontiere, e soprattutto incapace di rispondere adeguatamente a legittime necessità ed istanze sociali.
Cominciamo a chiarire di cosa stiamo parlando, in modo da evitare ogni fraintendimento. Certo il nostro riferimento privilegiato è e rimane l’adozione dei ragazzi maggiorenni nell’ambito dell’ex Urss, Bielorussia in particolare, ma questo non toglie che la questione è molto più ampia e coinvolge sia l’adozione nazionale che quella internazionale.
Di quali maggiorenni stiamo parlando? Tutti i ragazzi, italiani e stranieri, che vengono adottati quando compiono la maggiore età: sono ragazzi che sono stati seguiti da minori da una famiglia o da persone che hanno tentato di adottarli, ma, per motivi vari, non sono riusciti a realizzare il sogno comune. Sono quindi ragazzi che hanno avuto nella minore età un rapporto affettivo esclusivo con persone che hanno finito per considerare come la propria famiglia in valida sostituzione della famiglia che per un motivo o per l’altro non hanno avuto. Sono ragazzi che vengono adottati a ridosso del compimento della maggiore età o poco dopo. Sono ragazzi che dovevano essere adottati da minori ma che per disguidi vari e lungaggini burocratiche o scarsi accordi internazionali, non hanno raggiunto il loro scopo.
Stiamo quindi parlando di tutti i ragazzi che vengono in Italia per i risanamenti dai Paesi dell’est, o dei nostri ragazzi o di qualsiasi altro ragazzo in difficoltà, perché non avere una famiglia a quell’età può essere anche peggio di non averla da minori.
Di quali persone che adottano maggiorenni stiamo parlando? Di quelle persone o di quelle famiglie che hanno seguito e protetto fino a considerarlo proprio figlio o figlia un bambino o bambina in difficoltà ed alle quali famiglie o persone è stato negato nell’epoca della minore età del proprio protetto la possibilità di adottarli con ogni conseguenza di legge.
Quale è la differenza tra adozione maggiorenni ed adozione minori?
L’adozione dei minori, soprattutto ora nella legislazione italiana, dopo la riforma, comporta la completa sostituzione della famiglia biologica con la famiglia adottiva, la piena integrazione del bambino adottato nella realtà civile, sociale ed economica della famiglia adottante, il suo status di figlio legittimo all’interno della nuova famiglia.
L’adozione maggiorenni invece comporta l’instaurazione di un rapporto tra le parti, una sorta di contratto privato che ha una qualche valenza pubblica, ma non oltre la necessità dei terzi di valutare le implicazioni che l’ ingresso di un nuovo soggetto comporta anche e soprattutto a livello economico
Non per niente le persone che vengono sentite all’interno della procedura di adozione maggiorenni, sono persone che hanno motivo di perdita economica dall’ingresso del nuovo soggetto.
I coniugi ad esempio o i figli dell’adottando, mentre risulta altamente improbabile se non impossibile che la presenza di figli minori dell’adottando possa rendere possibile l’adozione di una ragazzo maggiorenne. Al contrario l’ascolto dei genitori dell’adottando ha effetto preclusivo solo se esercitano ancora la potestà genitoriale.
L’adozione maggiorenne era stata prevista per offrire all’adottando un erede e qualcuno che si occupi di lui nella sua vecchiaia, l’adozione maggiorenne insomma svolgeva un compito del tutto diverso ed opposto rispetto a quello dell’adozione del minorenne.
In molti Stati europei se non in tutti, è stata prevista ormai una doppia carreggiata per l’istituto delle adozioni dei maggiorenni: le modalità per l’adozione ai fini classici e quella per i maggiorenni che, anche a causa della non sempre perfetta burocrazia che sovrintende alle adozioni dei minori in difficoltà, può aver impedito o precluso la corretta instaurazione di un rapporto di filiazione, anche se voluto da tutti i componenti della famiglia in formazione.
In questo modo e per queste fattispecie l’adozione maggiorenni viene equiparata nella struttura e negli effetti all’adozione dei minori, superando così una barriera di preclusione che non aveva e non ha giustificazioni.
E’ importante dare una famiglia ad un ragazzo ormai maggiorenne? Molti mi hanno fatto questa domanda, ma nessuno di quelli che me la ha formulata aveva avuto problemi familiari. Per lo più erano persone con una solida famiglia alle spalle che li aveva protetti fino al loro inserimento sociale, una famiglia alla quale continuavano a ricorrere nei momenti di difficoltà
La risposta a questa domanda può essere negativa solo nei Paesi di formazione sovietica, dove i postumi della guerra alla legislazione sociale e familiare dell’epoca degli zar e l’abrogazione della proprietà privata si fa ancora sentire, dove l’intervento sociale dello Stato è programmato come esclusivo, e neppure in tutti. In Ucraina ad esempio l’adozione maggiorenni è ammessa ed è sostitutiva dell’adozione minore, ma è legittima solo in caso di un maggiorenne senza famiglia .
In Romania al medesimo modo: è legittima l’adozione del maggiorenne senza famiglia che venga adottato da chi, quando era minore, ha provveduto a lui.
A questa domanda credo che nella società attuale ed alla luce del nostro bagaglio culturale giuridico, si deve rispondere semplicemente affermando l’indispensabilità per un diciottenne di avere riferimenti familiari. Lo pretende la società, lo pretende la stabilità emotiva del ragazzo, lo pretende la necessità di un corretto inserimento nella struttura civile, la necessità che abbia modelli concreti ed adeguati di comportamento, che ci siano dei riferimenti imprescindibili che ne confortino la presenza, onde evitare che diventi un emarginato o che le sue modalità di inserimento siano influenzate da turbamenti emotivi che in qualche modo provengano da una infanzia difficile.
E poi ritengo che c’è una considerazione pragmatica da fare: in un mondo in cui la sicurezza ed integrazione sociale per un individuo dipende dal conto in banca ed in un mondo in cui anche il conto in banca si eredita, vietare ad un ragazzo in difficoltà di ottenere stabilità sociale significa optare per una sperequazione ingiustificata, dando man forte al caso avverso invece che alla solidarietà sociale.
Sono dunque almeno due i diritti fondamentali che vengono violati a discapito di questi ragazzi e delle persone che se ne sono prese cura: 1) il diritto alla famiglia naturale; 2) l’integrazione sociale, l’ uguaglianza , ed il divieto di discriminazione, tre angolazioni del medesimo diritto
A questo punto la domanda è un’altra e riguarda le differenze tra adozione nazionale ed adozione internazionale. Possiamo pretendere di ottenere il medesimo risultato e quindi parificare in determinati contesti l’adozione del minore a quella del maggiorenne proveniente da paese straniero?
2) continua
 
 
 
 
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