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Romania
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Lettera 
12 ottobre 2006 0:00
 
Sanremo. Anche i romeni che vivono nel Ponente ligure chiedono giustizia e rispetto. Una composta protesta contro il razzismo della stampa italiana. Ci eravamo proposti per questa settimana di offrire ai nostri lettori un servizio giornalistico che trattasse di altri temi, ma il cellulare di chi scrive e' da quattro giorni costantemente occupato da chiamate provenienti da vari nuclei familiari romeni residenti nel Ponente ligure che hanno saputo quella che per loro e' "La Notizia" e che intendono spiegare, chiedere perche' gli italiani ce l'abbiano tanto con loro, perche' ora che stanno entrando in Europa dalla porta principale, i diretti discendenti dell'antico popolo romano, con cui si unirono all'epoca di Traiano, cerchino di ricacciarli fuori. "Il tre ottobre un articolo apparso sul Tempo diffama la nostra nazione, dipinge la nostra razza come la peggiore d'Europa, afferma che tra noi le persone civili si possono contare sulle dita di una mano, certifica il fatto che prima che noi immigrassimo nel vostro paese in Italia la delinquenza era quasi un fenomeno sconosciuto, attesta che le nostre donne sono tutte delle prostitute, anche quelle che non battono il marciapiede in quanto mirano soltanto a sposarsi con italiani benestanti per conseguire la cittadinanza o peggio farsi intestare il conto in banca, mentre i loro uomini, novelli Attila, sono pronti ad uccidere per pochi spiccioli o a vendere i propri bimbi, sempre per denaro, tanto che in Romania raramente gli adolescenti superano i dieci anni". Cosi' per sommi capi quanto ci e' stato riferito. Incredulo, utilizzando Internet ho cercato l'edizione del Tempo di Martedi' tre Ottobre e con sommo senso di smarrimento ho trovato conferma alle parole dei romeni. Un tale Augusto Perboni, che si fa chiamare giornalista, ma da solo squalifica l'intera categoria, ed ovviamente il suo direttore Gaetano Pedulla', si sono resi autori di un inaudito attacco razziale, spacciando per veri dati che addirittura sono contraddetti dalle fonti ufficiali del Ministero degli Interni e che qualunque italiano non in cattiva fede puo' facilmente consultare accedendo ad Internet, il cui unico scopo e' quello di diffondere il panico tra gli italiani e far aumentare l'odio reciproco. Immediata e' stata pure la protesta del governo romeno, in patria l'articolo e' stato pubblicato in prima pagina su tutti i maggiori quotidiani, che per mezzo di S.E. Cristian Coteanu, Ambasciatore a Roma, ha vergato una lettera di protesta contro il quotidiano laziale, auspicando che quanto in esso contenuto possa divenire oggetto al piu' presto di un procedimento penale e disciplinare, come in democrazia e' giusto che sia, nei confronti dei due responsabili. "Siamo due popoli tradizionalmente amici, ci uniscono cultura e radici linguistiche, siamo entrambi cresciuti sotto l'ala protettrice del grande Impero romano, proprio non capisco perche' all'indomani dell'ingresso della Romania in Europa nel vostro paese vi sia stato un tale rigurgito di xenofobia nei nostri confronti. Certo tra i romeni ci sono anche delinquenti, ma la maggior parte degli immigrati miei connazionali in Italia sono sani e contribuiscono, a partire dal professore universitario per arrivare alla piu' umile delle badanti, al vostro progresso economico, umano e sociale". Ben piu' dure le parole detta da quei romeni che invece sono per esempio impegnati, qui nel Ponente, a tutelare, nei patronati e nei sindacati, i propri compatrioti. "Vi siete sempre cullati nel falso mito degli italiani brava gente, ma ora avete gettato la maschera. Vi rifiutate di considerare pericolosi per l'ordine pubblico i vostri assassini, ma vi piace gettare la croce addosso a noi, da quando siamo venuti in massa in Italia per voi la mafia siciliana non esiste piu', basta scorrere i vostri quotidiani. Intanto ci ammazzate con il lavoro nero in edilizia, le nostre minorenni battono i marciapiedi delle vostre citta' come schiave, in balia di criminali, sia romeni che italiani, che le sfruttano perche' i vostri rispettabili padri di famiglia amano trasgredire l'ordine sessuale e praticare l'amore mercenario dando sfogo ai piu' bassi istinti umani. Se potessero comprerebbero pure le bambine. Siete o non siete i primi in Europa per turismo sessuale all'estero? Se non lo credete fatevi un viaggio nelle lande piu' povere della Romania" sono le dure risposte forniteci dai danubiani. Infine ci piace ricordare come nel Maggio 2000, anno giubilare e trecentesimo anniversario dell'unita' della Chiesa greco-cattolica romena con la Cattedra di Pietro, Giovanni Paolo II°, ma certamente la tensione morale, etica e spirituale che animava il sommo Pontefice polacco era ben altra cosa, invitasse tutti i Cristiani, quindi sia italiani che romeni, a praticare il dono dell'Unita' offerto dal Signore, attraverso una volta per tutte un costante atteggiamento di accoglienza, frutto della conversione interiore di ciascuno.
Sergio, da Sanremo

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