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Matrimonio di stranieri irregolari in Italia
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Lettera 
23 marzo 2006 0:00
 
Con la presente io sottoscritta Rita, nata a Recife (Brasile) e residente Montichiari per le ragioni di seguito esposte, cittadina brasiliana e coniugata in data 23 luglio 2005 con Enrico cittadino italiano sono ad esporLe quanto segue: Avendo intenzione di sposarci, a giugno 2005, in base a quanto previsto dal Codice Civile italiano mio marito si e' recato presso il Comune di Montichiari per procedere alle pubblicazioni del nostro matrimonio, ovviamente con tutta la documentazione necessaria, e dopo che l'ufficio anagrafe ha declinato l'invito di procedere alle stesse ed essere stato indirizzato dal Sindaco per affrontare la spinosa questione si e' sentito dire dallo stesso - mio marito cita testualmente - che "per ragioni e convinzioni personali"" egli non avrebbe proceduto alla celebrazione del nostro matrimonio in quanto la mia posizione di straniera era al momento irregolare (il mio permesso di soggiorno era in effetti scaduto a febbraio 2005) e il colloquio con il sig. Sindaco e' avvenuto nella terza settimana di giugno. Alla fine siamo riusciti ad ottenere una delega per poterci sposare nel vicino Comune di Lonato nel quale non ci sono stati problemi di sorta. A settembre - dopo aver ottenuto il permesso di soggiorno definitivo rilasciato dalla Questura di Brescia - e piu' precisamente il giorno 10 settembre 2005 ci siamo recati nuovamente presso l'Ufficio Anagrafe del Comune di Montichiari per avviare le pratiche relative al rilascio della residenza il quale, per forza e quasi con rammarico, le deve accettare. Qui comincia un'altra epopea. Dal momento della presentazione della documentazione necessaria passano "solamente" 4 mesi prima che l'agente di polizia locale incaricato alle verifiche si rechi presso la nostra abitazione per gli accertamenti del caso. A dicembre io e mio marito partiamo per andare a casa mia in Brasile anche se l'ufficio anagrafe del comune ci "sconsiglia vivamente" di partire in quanto vi e' in corso una richiesta di residenza e la mia partenza ritarderebbe sicuramente le pratiche per il rilascio della stessa. Oggi, 27 di febbraio, cioe' piu' di 6 mesi dopo la richiesta di residenza, e senza che sia mai giunta presso la nostra abitazione alcuna comunicazione, mi viene risposto che la pratica e' in giacenza presso l'ufficio del Sindaco in attesa di una sua firma e che prima della stessa bisogna attendere che il sindaco sia disponibile in quanto "non e' mai in ufficio" e "c'e' una montagna di richieste di residenza prima della nostra anche se la nostra e' urgente" (meno male che e' urgente: sono passati solo 6 mesi!!) e ci domandiamo anche che cosa ha di speciale la nostra rispetto alle altre! Ma e' sempre assente anche per gli italiani o per loro, a volte, e' in ufficio a firmare le richieste di residenza? A questo punto Le chiedo cortesemente di spiegarmi i seguenti punti e, nel caso lo ritenga opportuno, La esorto a prendere i provvedimenti necessari affinche' cio' non si verifichi piu': Puo' un Sindaco rifiutarsi di celebrare un matrimonio anche quando gli sia stata presentata tutta la documentazione necessaria adducendo a motivazioni e convinzioni di carattere personale? Per noi, a livello emotivo e sentimentale era importante sposarci nel paese in cui e' nato mio suocero e dove mio marito ha la sua casa e la sua famiglia! Tutte queste lungaggini, rifiuti e "suggerimenti" piu' o meno velati sono leciti? Non si contravviene a qualche norma del Codice Civile italiano? Non si trattera' per caso di RAZZISMO nei confronti di cittadini extracomunitari, visto che mi risulta che nel comune di Montichiari ci sono persone che aspettano la residenza da piu' di 2 anni e che non possono rinnovare il permesso di soggiorno in quanto non in possesso della residenza e che quindi non si possono nemmeno recare dalle loro famiglie, acquistare un'autovettura o fare qualunque cosa che richieda la residenza? Prima che l'amministrazione comunale conceda la residenza ad un cittadino extracomunitario quanto tempo puo' e deve passare, visto che nel caso di italiani le procedure sono molto piu' semplici, rapide e snelle (si parla infatti di 20 o 30 giorni al massimo)? Questi ritardi saranno - cito testualmente le parole dell'incaricato dell'ufficio anagrafe - "dovuti al fatto che il sindaco deve verificare attentamente e con la massima attenzione ogni situazione per la sicurezza degli altri cittadini". Se e' cosi' perche' non dare al Sindaco il potere di rilasciare, revocare, annullare e rifiutare i permessi di soggiorno visto che svolge anche il lavoro della Questura alleggerendo la stessa da un grosso carico di lavoro? Certi in una Sua cortese e sicuramente sollecita risposta, cogliamo l'occasione per porgerLe i nostri piu' rispettosi saluti.
Rita

Risposta:
Nessun sindaco può rifiutarsi di celebrare un matrimonio, anche fra cittadini stranieri irregolari, per ragioni e convinzioni personali. Secondo la legge gli ufficiali di stato civile sono tenuti ad effettuare le pubblicazioni e la celebrazione del matrimonio. Un rifiuto in tal senso può configurare il reato di omissione di atti di ufficio. L'iscrizione anagrafica è un obbligo (art. 2 e art. 11 della l. 1228 del 1954, il cui mancato assolvimento comporta una sanzione amministrativa da £ 100.000 a £ 500.00!!!) e un diritto, diritto fondamentale in quanto strumentale all'esercizio dei diritti sociali (assistenza sociale, edilizia pubblica, ecc.). La legge sull'immigrazione ribadisce inoltre che l'iscrizione anagrafica degli stranieri deve essere effettuata alle medesime condizioni dei cittadini italiani. Non è vero che era sconsigliabile allontanarsi nel corso della pratica; le legge dispone infatti che l'assenza temporanea dal Comune di dimora abituale non produce effetti sul riconoscimento della residenza. Quanto ai termini del procedimento amministrativo, la legge dispone che la registrazione anagrafica debba essere effettuata entro 3 giorni dal compimento degli accertamenti disposti (ad es. visita della polizia municipale per accertare l'effettiva dimora nel luogo dichiarato). La norma tace invece quanto alla durata complessiva del procedimento, per cui in assenza di disposizioni specifiche il procedimento può durare al massimo 90 gg. Consigliamo di spedire una raccomandata di messa in mora e di prendere contatti con un avvocato per valutare l'opportunità di iniziare un'azione legale a fronte del silenzio inadempimento del Comune. Vi ricordiamo infine per completezza che, una volta ottenuta l'iscrizione, entro sessanta giorni dal rinnovo del permesso, lo straniero ha l'obbligo di rinnovare all'ufficiale di anagrafe la dichiarazione di dimora abituale nel comune.
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