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Immigrazione. Regolarizzazione degli stranieri clandestini 2020 - Scheda pratica
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Comunicato di Emmanuela Bertucci
20 maggio 2020 16:06
 
 E' stato pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale il decreto legge n. 34 del 19 maggio 2020, cosiddetto decreto Rilancio, che prevede la regolarizzazione per alcune categorie di stranieri clandestinamente presenti sul territorio italiano (in occasione dell'ultima – avvenuta nel 2012 – furono presentate 134.576 domande).

Le domande potranno essere presentate dall'1 giugno al 15 luglio 2020 ma i dettagli su modalità di presentazione delle istanze e di svolgimento del procedimento, requisiti reddituali dei datori di lavoro e documenti necessari a comprovare l'attività lavorativa saranno stabiliti con successivi decreti ministeriali che dovranno essere emanati nei prossimi dieci giorni.

La regolarizzazione 2020, che potrebbe subire delle modifiche in sede di conversione in legge, si rivolge a due macro categorie di stranieri irregolari: chi ha già un datore di lavoro disponibile a formalizzare l'assunzione e chi non ce l'ha. Una volta concluso con successo il procedimento di regolarizzazione ai primi verrà rilasciato un permesso di soggiorno per motivi di lavoro; i secondi otterranno un permesso di soggiorno temporaneo di sei mesi durante i quali dovranno cercare lavoro per convertire il permesso provvisorio in permesso per motivi di lavoro subordinato.

In entrambi i casi, la regolarizzazione riguarda solo alcuni settori di attività lavorativa subordinata:
a) agricoltura, allevamento e zootecnia, pesca e acquacoltura e attività connesse;
b) assistenza alla persona per se stessi o per componenti della propria famiglia, ancorchè non conviventi, affetti da patologie o handicap che ne limitino l’autosufficienza;
lavoro domestico di sostegno al bisogno familiare.

Uno degli aspetti più delicati, e che creerà maggiori problemi e ostacoli alla regolarizzazione, sarà la necessità di provare la propria presenza in Italia prima dell'8 marzo 2020. Il decreto prevede infatti che la prova sia fornita tramite rilievi fotodattiloscopici o dichiarazioni di presenza precedenti, oppure presentando documentazione proveniente da organismi pubblici. Un requisito che taglierà fuori dalla regolarizzazione tutti quegli stranieri che non possono fornire prova "ufficiale" della propria presenza in Italia prima del marzo 2020 (cosa che certi versi è anche una contraddizione in termini...). Su questo punto, auspichiamo che in sede di conversione del decreto legge si provveda ad ampliare l'elenco delle modalità con cui provare la propria presenza in Italia in data precedente all'8 marzo 2020.

QUI LA NOSTRA SCHEDA PRATICA SULLA REGOLARIZZAZIONE 2020
 
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