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Case popolari a Firenze. Meno immigrati. Rincorrere l’onda elettorale?
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Comunicato di Vincenzo Donvito
4 maggio 2018 9:18
 
 Si dibatte in citta’ sulle avance del Sindaco Dario Nardella per una maggiore presenza di fiorentini nelle liste per l’assegnazione delle case popolari. Avance che arriva dopo aver scoperto l’acqua calda: la maggior parte in lista sono extracomunitari. E chi altri dovrebbero essere, visto che quasi tutti i “nuovi” poveri non possono che essere i migranti, politici od economici che siano? O forse qualcuno credeva che chi cerca rifugio nella citta’ del Giglio, scappando da guerre e miseria, vi arrivasse carico di soldi e disponibilita’? Un minino di conoscenza di queste persone ci porterebbe a valutarle come costrette a lasciare il loro Paese, per colpe di un po’ di tutti, con professionalita’ (quando ci sono) che qui valgono quasi zero, e quindi dovendo rifarsi una vita a partire da questo zero. E -cosa da valutare con molta attenzione demografica ed economica- unici in grado di far fronte a lavori e presenze che il livello di ricchezza dei residenti stabili da diversi anni non hanno intenzione di affrontare.
A parte coloro che plaudono sempre alle politiche di restrizione della presenza dei migranti (che’ altrimenti -loro plaudenti- non avrebbero ragion d’essere), la questione e’ economica, sociale ed umana. E’ innegabile che la maggior parte dei poveri siano tra gli immigrati, e’ per il loro essere tali che dobbiamo penalizzarli? Fa gioco a tutti avere le fasce piu’ deboli in condizioni di vita piu’ precarie, magari per lamentarci dopo che siano piu’ facilmente attratte dalla manovalanza della delinquenza (solo manovalanza, che’ i capi sono quasi sempre italiani)?
Il Sindaco Nardella sembra che abbia chiesto una presenza certificata sul territorio urbano di 10 anni perche’ si possa vantare il diritto alla lista di assegnazione delle case popolari. Se cosi’ fosse, il marziano Sindaco sarebbe anche un po’ pericoloso, perche’ fomentatore di disordini. Dieci anni! Periodo in cui questi piu’ poveri dovrebbero arrangiarsi. E come, in una citta’ che -giustamente visto la prevalenza dell’economia turistica- avere una casa a prezzi decenti e’ molto difficile? E’ solo questa la risposta dell’amministrazione cittadina a questa domanda, cioe’ restringere l’applicazione invece di ampliare l’offerta? Ampliare l’offerta, per l’appunto: ci sono politiche in merito per recuperare -per esempio- la dismissione del patrimonio militare e rilanciare l’edilizia popolare? Sembra di no -sul pratico, che in teoria.... Con una realta’ urbana fatta di servitu’ militari e pubbliche ormai dismesse e di eterno abbandono (Sant’Orsola e’ solo il caso piu’ eclatante). Osservazioni generiche, le nostre. Ma foriere di un indirizzo che invece crediamo debba essere affrontato: contenitori di Paesi come il nostro vanno attrezzati al meglio per far fronte a tutte le nuove istanze, e in questo le citta’ giocano un ruolo importante: va solo fatto il calcolo di cio’ che gia’ c’e’ e distribuito ai presunti aventi diritto per nascita o presenza temporale, o va aumentata l’offerta?
Non vorremmo che l’avvicinarsi della scadenza elettorale amministrativa possa significare, per un Sindaco ed un’amministrazione che hanno sempre detto e fatto il contrario (nei limiti delle loro capacita’ e possibilita’), per cercare di far crescere il proprio consenso giocando sulle sponde del razzismo.
Sindaco, Firenze non e’ la capitale dell’Ungheria attuale, ma la capitale per eccellenza dell’incrocio di culture ed economie che hanno dato vita alla sua bellezza e importanza. E crediamo che quanto fatto in passato possa servire non solo a guardarci allo specchio e vendere al “ricco” turista, ma anche come riferimento e pratica per dare un indirizzo al futuro, non solo della nostra citta’.
 
 
 
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