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7 maggio 2023 20:00 - vittolu
Posso concordare che l'espressione del ministro sia stata infelice e non giustificata in particolare per l'inesistenza di una "etnia italica", ma anche per la necessaria complementarietà tra politiche di aumento della natalità e politiche migratorie. Tuttavia, se non ci si sofferma solo sulle parole per richiamare complottismi noti e seguiti da una frazione infinitesima della popolazione, ma si guarda alla sostanza di quel messaggio e alla condizione dell’Italia forse si potrebbe anche fare un confronto di idee più serio.
1) Ad esempio, i dati sulla crescita demografica dell’Africa, sul reddito pro-capite e sulla posizione dell’Italia, avrebbero dovuto da tempo convincere i governi a fare delle politiche di vicinato efficaci e chiedere l’aiuto dell’UE. E’ infatti ben noto che uno dei motivi di instabilità (fino alla guerra) è dovuto ai forti differenziali economici tra paesi vicini e, di fatto, l’UE ha adottato nel tempo politiche di vicinato, per la verità piuttosto blande, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo economico e sociale dei paesi vicini, anche là dove non c’erano prospettive di inclusione. Quindi non si tratta di sostituzione etnica, ma certo di stabilità sociale interna ed internazionale attraverso politiche che portano vantaggi ai paesi vicini, piuttosto che passiva rassegnazione ai trafficanti.
2) Per quanto riguarda le statistiche ISTAT delle immigrazioni, si tratta di iscrizioni anagrafiche, quindi immigrati regolari con permesso di soggiorno, quindi immigrati regolari che hanno un lavoro e magari sono integrati nella nostra società e cultura. Ma sono convinto che questi immigrati sono ben accolti dagli italiani. Il problema, da cui siamo bombardati giornalmente, è rappresentato dagli immigrati che, attraverso le attività illegali di trafficanti, siamo costretti ad accogliere per motivi umanitari (e fin qui va anche bene), ma di cui non si conosce bene il destino: se rimangono e quanto nei centri di accoglienza, se spariscono nel nulla, se vengono forniti dei rudimenti della nostra lingua, se vengono avviati alla formazione professionale e al lavoro e le risorse che sono loro destinate. Queste sono le statistiche che potrebbero meglio sostenere un dibattito chiaro sull’immigrazione, magari confrontando i dati tra immigrazione regolare e irregolare.
3) Sempre a proposito di statistiche mi sembrerebbe molto giustificato che la visione italiana sia “Italocentrica”, piuttosto che eurocentrica o globale, visto che deve essere affrontata con risorse italiane. E a questo punto il tema immigrazione (irregolare, che richiede spese per accoglienza, e assistenza) deve collocarsi in un sistema di priorità, dove le politiche di sviluppo economico da tempo falliscono il loro obiettivo (per non dire che sono state inesistenti) al punto da determinare l’emigrazione dei giovani più motivati e coraggiosi, e la rassegnazione di tanti che rimanendo in Italia, non fanno figli. Perché sarà anche vero che molti giovani non vogliono figli per egoismo, ma è anche vero che, per la maggior parte, fare figli in Italia significa fare la fame e relegarli nei sotterranei dell’ascensore sociale.
4) L’urgenza rappresentata dal “veloce invecchiamento del nostro paese” (leggi: necessità di sostenere il sistema pensionistico) e dalla “decisa contrazione numerica della forza lavoro” ci impone di avviare delle politiche che a) facilitino l’immigrazione regolare per coprire le carenze di manodopera e capacità professionali e ostacolino le attività dei trafficanti di esseri umani; che favoriscano efficacemente l’istruzione secondaria e universitaria (siamo la popolazione con la percentuale di laureati tra le più basse in Europa); che favoriscano l’occupazione dei giovani diplomati e laureati (la disoccupazione giovanile in Italia è tra le più alte d’Europa). Quanti e quali governi hanno avviato queste politiche?
27 aprile 2023 18:27 - enniusfirst
Articoli di questa natura, che dipingono l'immigrazione come fattore di progresso senza se e senza ma, hanno un unico difetto : mancano di alcun riferimento alle condizioni economiche sociali e culturali dei paesi ospitanti e non forniscono alcun programma dettagliato sul come realizzare al meglio detto fattore di progresso, tenuto conto delle risorse disponibili.

Ad esempio, laTurchia di immigrati, a vario titolo, ne sta ospitando circa 4/5 milioni e quindi dovrebbe vedere ottimisticamente il suo futuro.
Perchè ?
Ce lo dice Impicciatore, l'estensore dell'articolo:

"E’ anche vero che le migrazioni impongono trasformazioni del tessuto sociale che vanno a coinvolgere tanto la popolazione autoctona quanto quella immigrata in un processo i cui esiti sono però in genere favorevoli. Non si spiegherebbero altrimenti gli sviluppi in termini di democrazia e benessere osservati in paesi caratterizzati da intensi flussi di immigrazione.".

Sarà possibile questo in Turchia ?

A questa situazione ben si attaglia la storiella del saggio gufo.

Un millepiedi camminava nel bosco lamentandosi: “ahi, hai, che male ai piedi, come sono sfortunato con tutti questi piedi!.

Un grillo gli suggerì quindi di rivolgersi al Saggio Gufo, vai da lui, vedrai che ti troverà una soluzione.
Il millepiedi si recò fino alla dimora del Saggio Gufo e lì si mise a chiamarlo.
“Chi è che mi chiama?” Rispose svegliandosi il burbero il gufo.

“Sono io, il millepiedi, ti prego aiutami, con tutti questi piedi sono sempre dolorante. Ti prego dimmi cosa posso fare.”
Il Saggio Gufo ci pensò un po’ su e poi disse: “è semplice, trasformati in formica così avrai solo sei piedi.

“Oh, sì, che bella idea, grazie Saggio Gufo,” e dolorante riprese il cammino, ma fatta un po’ di strada cominciarono a venirgli i dubbi: “eh sì, trasformati in formica, ma come si fa a trasformarsi in formica?
Il Saggio Gufo si è dimenticato di dirmelo” e sempre più dolorante tornò alla dimora del Saggio Gufo e cominciò a chiamarlo a gran voce.

Il Gufo innervosito per la seconda interruzione del suo sonno gli chiese “Che c’è, che cosa vuoi ancora?”
“Scusami Saggio Gufo, ti disturbo ancora perché non mi hai spiegato come posso trasformarmi in formica, ti prego dimmelo!”
Il Saggio Gufo sempre più burbero rispose “eh, tutti uguali voi! volete tutti la pappa pronta!
Io definisco le strategie, ai dettagli operativi pensateci voi!”
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