A questo commento aggiungo che anche in Italia, in tempi
passati, ma non così remoti, nella tradizione delle casate
altolocate come anche nella tradizione di famiglie legate
all'agricoltura, i matrimoni combinati erano ben visti,
perché così si pensava di garantire alla propria progenie
sposi e spose adatti a garantire la prosperità raggiunta
dalle generazioni precedenti.
30 giugno 2021 7:59 - gorgoguf
Una precisazione per sfatare un luogo comune presente su
tutti i media dopo il caso di Saman: la tradizione del
matrimonio combinato non ha nulla a che fare con la
religione (islamica o altre), ma è radicata nella cultura
tribale della divisione in caste di tutto il subcontinente
indiano (ora diviso in India, Pakistan e Bangla Desh).
Giustificato dalla conservazione dell'unità e dei beni
della tribù e dalla non mescolanza delle caste. E'
trasversale per tutte le religioni praticate nel
subcontinente (Induisti, Buddisti, Zoroastri, e anche
Cristiani) ed è rimasta radicata ancora specie nei piccoli
villaggi.
24 giugno 2021 17:31 - rosaamarca7570
Ottimo articolo.
Bene lo jus soli, anche se mi convince di più lo jus
culturae per il suo connotato attivo (si va a scuola) e
perché si connette all'ambiente in cui si cresce.
Una curiosità, forse: In Svizzera i migranti di seconda
generazione li chiamano "SECONDS". Il termine l'hanno
coniato due ragazze, figlie di immigrati; ha avuto successo
e ora fa parte del linguaggio comune.