secondo me io invalido con un lavoro di neanche 500 euro che
tiro a campare onestamente e miseramente inizio a
odiare la """mia""" patria
perche tutti pensano agli immigrati senza preoccuparsi piu
degli italiani se in ognuno di noi esistesse
l'anticristo be sto diventando tale non credo piu a
nulla gli assistenti sociali per protesta verso le leggi
riguardanti limmigrazione accoltella senza pieta i propi
connazionali i sindacati nelle aziende iniziano ad essere
gestite da extracomunitari che hanno anche il coraggio di
chiedermi i soldi della tessera se no..... be una
megamaledizione colga questi antiitaliani che si definiscono
tali i sindacati pensano solo i soldi e si sa l'italiano
inizia a non pagare piu la tessera chi contesta queste
mie parole e prende piu soldi di me stia zitto e non
continui a fare l'ipocrita cieco
4 luglio 2009 0:00 - De Pravato
Sarei stato molto interessato alla lettura della scheda
tanto lodata dalla signora Laldi, ma ho desistito al primo
grassetto.
"Clandestino non è sinonimo
di delinquente"
Dice l'autrice, e
naturalmente è vero, ma io aggiungo che da lei, che è
laureata in giurisprudenza questa affermazione non me la
sarei aspettata, un piccolo giochetto di parole!
Infatti: il clandestino "è" un delinquente
, e tanto basta e avanza!
Ma non perché
così recita il dizionario, ma perché infrange
effettivamente le leggi dello Stato Italiano, e delinquente
vuol dire proprio questo: venir meno al proprio dovere,
infrangere la legge.
Orbene, dottoressa
Bertucci, se lo lasci dire. E' proprio il caso di
ribadire che l'immigrato, qualora sia
"clandestino" delinquente lo è, eccome!
Almeno (come Lei ci insegna) fino a quando il
Parlamento non avrà promulgato leggi diverse e queste siano
state pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale (mi corregga se
sbaglio)
Conseguentemente la sua brillante
scheda, viziata da premesse errate, non serve essere letta
per intero !
4 luglio 2009 0:00 - De Pravato
Sarei stato molto interessato alla lettura della scheda
tanto lodata dalla signora Laldi, ma ho desistito al primo
grassetto.
"Clandestino non è sinonimo
di delinquente"
Dice l'autrice, e
naturalmente è vero, ma io aggiungo che da lei, che è
laureata in giurisprudenza questa affermazione non me la
sarei aspettata, un piccolo giochetto di parole!
Infatti: il clandestino "è" un delinquente
, e tanto basta e avanza!
Ma non perché
così recita il dizionario, ma perché infrange
effettivamente le leggi dello Stato Italiano, e delinquente
vuol dire proprio questo: venir meno al proprio dovere,
infrangere la legge.
Orbene, dottoressa
Bertucci, se lo lasci dire. E' proprio il caso di
ribadire che l'immigrato, qualora sia
"clandestino" delinquente lo è, eccome!
Almeno (come Lei ci insegna) fino a quando il
Parlamento non avrà promulgato leggi diverse e queste siano
state pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale (mi corregga se
sbaglio)
Conseguentemente la sua brillante
scheda, viziata da premesse errate, non serve essere letta
per intero !
3 luglio 2009 0:00 - IO
ma questo stefano del giudice è proprio un genio! le leggi
della costituzione italiana si applicano anche ai non
italiani, dato che sono uomini!!! Quegli immigrati che si
sbattono per ottenere la cittadinanza allora sono proprio
dei gonzi...non sanno che sarebbe uguale! Infatti tutti gli
uomini, 6,7 miliardi di individui HANNO TUTTI GLI STESSI
DIRITTI, ovvero quelli italiani. Mi raccomando: studiate il
diritto!
3 luglio 2009 0:00 - moreno
ci sono poi cittadini italiani che avendo reddito bassissimo
e all assistenza sociale gli si dice che deve aspettare
molto molto molto tempo prima di essere assistito e si vede
la fatica le rinunce di 28 anni per comprare un piccolo
monolocale sfumare pezzo per pezzo senza aver la possibilita
e laiuto di nessuno ad iniziare a delinquere per
sopravvivere soprattutto se poi e' anche una categoria
protetta sicuramente verro preso in fragrante perche
sono una persona onesta e comunque il mio infortunio non mi
permette di scappare veloce
27 maggio 2008 0:00 - Paolo 1
Gli immigrati in regola sono "negativi" in quanto
ogni posto di lavoro dato a loro dagli imprenditori e'
uno in meno per me e quelli come me che, come riconosci tu
stesso, oltre ad essere disoccupati sarebbero anche disposti
a lavorare, e non rifiutano dei lavori, specie se
regolari. Quanto al Terzo Mondo, se volessero che
mettiamo insieme sia risorse (oro, petrolio, grano, etc) e
problemi (poveri, disadattati, etc) mi potrebbe star bene,
se invece vogliono tenersi le loro risorse e scaricare su di
noi i loro problemi, no, che si tengano anche quelli
allora. Paolo
24 maggio 2008 0:00 - stefano del giudice
Paolo, te lo dico francamente : c'è un altro motivo per
cui ti ritengo intellettualmente disonesto e precisamente il
fatto che tu citi solo le norme della Costituzione che ti
fanno comodo e poi dici che gli altri sono male informati.Ad
esempio....perchè cominci a citare la Costituzione
dall'art.2 anzichè dall'art. 3 ?? Ti rinfresco la
memoria, anche se non credo ce ne sia bisogno : art 2.
" La Repubblica riconosce e garantisce i diritti
inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle
formazioni sociali ove si svolge la sua personalità , e
richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di
solidarietà politica , economica e sociale ".
Capito????? Si parla di "uomini" , non di "
cittadini" e basta saper leggere per rendersene conto.
Questo significa che l'immigrato è comunque un uomo e
non deve essere trattato da criminale solo perchè
immigrato. Egli , anzi, deve essere giudicato per i suoi
atti ,poichè solo i suoi atti possono legittimare ed anzi
imporre l'azione dello Stato nei modi e nei termini
previsti dalla legge. E bada bene: queste non sono
strane farneticazioni sull'uguaglianza ,ma l'ABC
dello Stato di diritto , ammesso che tu sappia di cosa si
stia parlando !!!!! Dall'art.2 ,tuttavia, si desume
anche un'altra cosa, ossia che non è affatto vero che
per la nostra Costituzione i non cittadini ( o "gli
altri" , come dici tu) neppure esistono : essi ,anzi,
esistono in quanto "uomini" e pertanto tutto
quanto di inalienabile e di insopprimibile nel concetto di
uomo è riconosciuto e legittimato , con un chiaro
riferimento ad un concetto di solidarietà politica ,
economica e sociale che non è ovviamente un mera "
carità" ma è piuttosto disponibilità ad accogliere a
determinate condizioni,ossia il sacrosanto rispetto delle
leggi vigenti. Ma c'è dell'altro.Sono proprio
curioso di chiederti in che mondo vivi , perchè le cose che
ho scritto in merito al rifiuto di certi italioti di fare
determinati lavori è purtroppo vero ( ripeto:certi italioti
, il che significa che può benissimo NON essere il tuo
caso, ma stiamo parlando di grandi numeri e non di singoli).
Ti consiglio di fare un giro per le fabbriche pratesi
(settore tessile ) , a Pistoia (settore vivaistico) o nei
mobilifici veneti ( ma gli esempi sono innumerevoli) :io
queste cose le scrivo perchè le ho verificate con i miei
occhi , oltre che a leggerle sui giornali, e sfido chiunque
a dimostrare che questi lavoratori immigrati ,con paghe
conformi ai contratti collettivi , regolare busta paga e
pertanto in regola anche con il nostro fisco , siano un
elemento negativo per il nostro sistema
economico...Anzi,molti datori di lavoro sono contenti di
loro ,perchè anche fra gli immigrati ci sono persone serie
ed oneste .Il fabbisogno di lavoratori è un dato reale ,
non un'invenzione , e non basta semplicemente dire che
il problema non esiste. C'è però
dell'altro,che vorrei ti fosse chiaro una volta per
tutte: dire, come fai tu , che ha senso aiutare solo i
nostri poveri ed i nostri disoccupati ( perchè gli altri
NON ESISTONO NEPPURE ) è sinceramente aberrante...la fame e
la sofferenza degradano l'uomo,sia egli straniero o
cittadino. E non pensare che vivere di crimine sia una
prerogativa dell'immigrato , perchè se uno spacciatore
guadagna più di un metalmeccanico è anche grazie alla rete
di narcotraffico costruita negli anni da italianissime
organizzazioni chiamate mafia,camorra e 'ndrangheta. Mai
sentite nominare? O forse sono un'invenzione di chi
vuole far subire a te ed a quelli che la pensano come te
l'ennesima irruzione di extracomunitari più o meno
integrati che spacciano , stuprano e poi fregano il lavoro
agli italiani ????????
23 maggio 2008 0:00 - Paolo 1
Stefano sostiene che io sarei un disonesto perche'
secondo lui considerei disonesti coloro che non la pensano
come me, chiunque abbia letto il mio messaggio si sara'
reso conto che non e' vero, dare un titolo a un
messaggio e poi parlare d'altro non e' un modo
onesto di procedere, un po' come quando si scrive su una
scatola "computer" e dentro ci si mette dei
rottami. Poi Stefano continua con le solite frottole
sugli italiani che rifiuterebbero certi lavori, e, per
mostrare quanto sia preparato in materia di immigrazione, e
quanto siano attendibili quelli che vogliono a tutti i costi
farci ingoiare altri immigrati, fa strane affermazioni
sull'uguaglianza che non dovrebbe dipendere da alcuna
differenza o quasi. Riporto gli articoli 3 e 4 della
Costituzione, il 3 sull'uguaglianza e il 4 sul diritto
al lavoro. "Art. 3. Tutti i cittadini hanno
pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge,
senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di
religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e
sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli
ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di
fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini,
impediscono il pieno sviluppo della persona umana e
l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori
all'organizzazione politica, economica e sociale del
Paese. Art. 4. La Repubblica riconosce a tutti i
cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che
rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il
dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la
propria scelta, un'attività o una funzione che concorra
al progresso materiale o spirituale della
società." Entrambi si riferiscono solo ai
cittadini, gli altri nemmeno esistono. Paolo
23 maggio 2008 0:00 - stefano del giudice
C'è una forma di disonestà che forse viene troppo
spesso sottovalutata: è quella di chi , come Paolo1 , dà
del disonesto a qualcun altro solo perchè ha
un'opinione diversa dalla sua. Parto da qui perchè è
anche a causa di posizioni di questo tipo che la nostra
società civile non è riuscita a sviluppare un dibattito
serio sul problema degli immigrati ed a sviluppare le
potenziali risposte. Vorrei partire da due dati di
fatto: la nostra Costituzione non vincola il principio di
uguaglianza alla razza ,alla religione oppure allo status di
cittadino o di semplice residente.Un uomo è un uomo e ciò
che conta sono le sue azioni: per questo lo Stato ha il
dovere di permettere a tutti coloro che vogliono vivere
onestamente di realizzare questo loro Intento. Un uomo che
ha fame e chiede di lavorare e poter godere di
un'esistenza libera e dignitosa ha il diritto di avere
nelle Istituzioni un alleato e non un nemico,tenuto conto
che la società civile ha sempre più bisogno di persone che
hanno voglia di portare un contributo positivo nel quadro di
un sistema imperniato su reciproci e correlati diritti e
doveri. Il secondo punto da affrontare è poi il
seguente: la disoccupazione italiana non può e non deve
trovare un capro espiatorio negli immigrati e sarebbe bene
che questo punto venisse chiarito una volta per tutte. Ai
demagoghi da strapazzo vorrei far notare i seguenti fenomeni
: 1.molte fabbriche ( ad es. venete ) sono piene di
africani perchè spesso gli italiani non vogliono sottostare
a quel genere di lavoro. senza questi immigrati ,che
lavorano e pagano le tasse , i macchinari resterebbero fermi
. 2.le istituzioni italiane non riescono a dare ai
nostri lavoratori programmi adeguati di formazione che li
rendano competitivi sul mercato del lavoro , come viceversa
avviene in altri Paesi europei..ne vogliamo dare colpa agli
immigrati ? 3. la nostra società si è completamente
dimenticata del concetto di merito,per cui si va avanti e si
fa carriera solo su raccomandazione di tipo politico e non
solo ...la conseguenza è che la scuola non serve più e non
è vista come momento formativo fondamentale....siamo sicuri
che anche questo sia per colpa degli immigrati???? In
sostanza, un immigrato non è necessariamente un delinquente
,ma di certo se molti delinquenti comunitari e non
preferiscono accamparsi in Italia è anche perchè si
antepone ipocritamente la demagogia ed il finto rigorismo
alle ragioni della legge e dello Stato di Diritto.Speriamo
solo che non criminalizzare a priori non divenga esso stesso
reato....altrimenti non ci resterà che autodenunciarci .
21 maggio 2008 0:00 - Paolo1
La disonesta' di coloro che, come la Bertucci,
pretenderebbero di farci subire senza reagire ulteriori dosi
di immigrati, riaulta evidente gia' nel titolo del suo
messaggio, nel titolo si parla, in modo fuorviante, di
stranieri, mentre nel messaggio si tratta di immigrati. Un
po' come come quando dei protestanti mettono in piedi
delle organizzazioni per aiutare i migranti, e, poiche'
migranti sono sia gli immigrati che gli emigrati (nostri...)
o quelli di noi che vorrebbero lasciare questo paese
svhifoso e emigrare altrove dove gli stipendi sono piu'
alti e le leggi vengono rispettate un po' di piu',
qualcuno potrebbe rivolgersi loro per chiedere aiuto per
emigrare in America o in Germania, ma si sentirebbe
rispondere, ammesso che rispondano, che queste
organizzazioni funzionano a senso unico, per portarci qui
altri immigrati inutili e dannosi, gente che quando non
delinque fa dei lavori che noi disoccupati locali siamo
disposti a fare, e rubandoci il lavoro generano miseria.
Non quindi stranieri buoni o cattivi. Gli stranieri, fin
che restano a casa loro, possono essere tanto buoni o
cattivi, che la cosa ci lascia indifferenti. Fin che a
Bagdad sciiti e sunniti si scannano tra loro, come usavano
gia' 1200 anni orsono, sono fatti loro, basta che non
vengano a qui a esportare la loro
"civilta'". Quanto agli immigrati, e'
sbagliato e fuorviante fare una distinzione tra immigrati
buoni e cattivi, tra quelli che lavorano e pagano le imposte
e quelli piu' o meno clandestini che delinquono, come
e' sbagliato pensare che il problema della sicurezza si
risolva togliendo posti di lavoro agli italiani in modo che
non abbiano bisogno di delinquere, in parte perche' uno
spacciatore di droga guadagna piu' di un
metalmeccanico, e quindi difficilmente accetterebbe di
redimersi, in parte perche' ogni posto di lavoro dato a
immigrati e' un posto di lavoro tolto a un italiano che,
una volta finiti i risparmi (se non glieli ha gia'
rubati Callisto Tanzi della Parmalat), o muore di fame, o si
uccide, o gli tocca andare a rubare e farle lui le rapine.
Anni orsono a Padova un poveraccio si autoaccuso'
di una rapina che non aveva commesso, sperando di trovare un
tetto e del cibo in prigione, ma venne smascherato. Adesso
c'e' gente che rapina non gioiellerie, ma discount
alimentari per 50 euro (questo accade a Parma, capitale
della Food Valley e sede diCibus). Ma cosa accadra'
quando chi giunto a 60-65 senza il minimo di 20 anni di
contributi per avere una pensione da fame, per non morire di
fame ammazzera' qualcuno, scelto a caso, tanto per
guadagnarsi un ergastolo e poter morire di vecchiaia, al
caldo e con lo stomaco pieno? Potrebbe essere colpito
chiunque. E per tale ragione sarebbe interesse di tutti
aiutare i nostri poveri e i nostri disoccupati, perche'
i loro problemi potrebbero ricadere su tutti noi. Il barbone
che non ha un luogo dove lavarsi la sua puzza la fa sentire
a tutti, ma se vivendo all'aperto si e' preso la
tubercolosi, e non ha i soldi per curarsi, potra'
contagiare migliaia di persone. E' assurdo fornire
assistenza sanitaria gratuita a immigrati, per paura che ci
contagino (il che accade comunque ...) e negarla ai nostri,
come se non valesse lo stesso principio. Dell'altro
giorno la notizia che un altro disoccupato italiano si
e' suicidato, un certo Riccardo La Mantia, di 20
anni a Torino, si e' dato fuoco, come aveva fatto
suo padre nel 1997 di fronte al sindaco di
Caltagirone. Intorno al 23/11/2007 si era impiccato nel
garage di casa Manca Paolo, un "operatore
ecologico" di 48 anni rimasto disoccupato. Intorno
al 12/03/2008 si uccise Rocca giorgio, 39 anni,
disoccupato, ex lavoratore interinale presso
un'azienda del gruppo Thyssen (quelli che alla fine
della seconda guerra mondiale erano nella lista nera dei
criminali di guerra, ma grazie ai loro amici in campo
angloamericano riuscirono a farla franca, come i
Krupp). E questo solo per citarne alcuni. Da
queste parti non accade quasi mai che chi resta disoccupato
si ripresenti in azienda e faccia una bella strage (e
se accade vuol dire che non e' vero che li' sia
tanto facile trovare un altro lavoro, altrimenti non la
prenderebbero tanto sul tragico ...)(e non avrebbero le
citta' piene di barboni e delinquenti). In Germania
qualche anno fa un ingegnere disoccupato, un certo
Bruener, uccise il direttore del locale ufficio di
collocamento. In Italia quasi nulla. Invece i
disoccupati del Sud Africa ammazzano gli immigrati che
gli rubano il lavoro, altro che star ad ascoltare le
ciarle del Papa ... Paolo
20 maggio 2008 0:00 - Passante
Il problema grosso è che chi delinque poi esce subito per
decorrenza dei termini, cavilli, premi, permessi, indulti,
ecc ecc. Finchè non c'è certezza della pena possiamo
pure buttare nel cesso il codice penale, è solo una presa
in giro.
Non vedo perchè entrare in un paese
abusivamente non debba essere reato. Il motivo è il solito
buonismo?
19 maggio 2008 0:00 - Annapaola Laldi
Complimenti, Emmanuela. Ho letto la scheda con molto
interesse e attenzione e mi sembra che sia ben strutturata e
molto chiara. E' importante, in effetti, mettere in
evidenza che diverse norme esistono già (in questo come in
molti altri campi) ma non vengono applicate seriamente
perché, in sostanza, sul territorio non esiste una presenza
costante di chi deve farle rispettare. Presenza costante,
visibile e attenta, che da sola sarebbe già una buona
prevenzione di molti reati di strada.