Se uno è clandestino, non
dovrebbe stare in Italia, giusto?... perché se lo
accettiamo in Italia, gli riconosciamo un domicilio, gli
diamo un lavoro, eccetera... clandestino non lo è più!
E come è possibile che un clandestino venga
"regolarmente" assunto?... per la legge non
dovrebbe stare nemmeno in Italia!
Spiegatemi, per
piacere. Qui mi pare che con le parole stiamo facendo il
gioco delle tre carte!
1 ottobre 2006 0:00 - Anonimo sammarinese
Dalla locale "stampa" sammarinese,notoriamente
censurata ai sensi di una legge del 1882; si e'appreso
in questi giorni, che sara' possibile anche per i
detenuti della piu' antica "terra della libeta'
"scontare condanne in carceri Italiane. Va ricordato
che la notoria repubblica del crimine istituzionalizzato,
annovera fra i tanti primati, anche quello di detenere circa
una trentina di condanne da parte della Corte dei Diritti
dell' Uomo di Strasburgo....
1 agosto 2006 0:00 - blaster
ma che c***o, abbiamo già i nostri criminali a cui
guardare, e ora dobbiamo preoccuparci dei clandestini che
vengono a delinquere nel nostro paese?!? Quelli che
non sono venuti a lavorare, possono anche tornarsene a casa
con le loro gambe oppure essere portati a forza alla
frontiera e rimpatriati..... ma ci vuole cosi tanto?
1 agosto 2006 0:00 - giustizia
ma scusate se uno è clandestino perchè si deve
regolarizzare ad ogni costo? deve lasciare il paese come gli
è stato ordinato più volte (altrimenti non sarebbe finito
in carcere). dare gli arresti "domestici" (ma
se è clandestino??) è come mettere un pedofilo in carcere
con delle ragazze minorenni.
1 agosto 2006 0:00 - Paolo 1
Qui in Italia le leggi sono come un elastico, si allargano o
restringono a seconda di come la pensa chi le applica.
Un esempio, oggetto un italiano: hanno messo agli arresti
domiciliari un SFD (= senza fissa dimora = barbone)
stabilendo come domicilio la panchina su cui era solito
dormire ... Nulla e' impossibile per i giudici
italiani, altro che il mago Zurli'!
1 agosto 2006 0:00 - cecilia
quello che afferma l'avvocata Moretti non è esatto .
Qui a Roma i detenuti stranieri escono in misura alternativa
da tempo venendo regolarmente assunti infatti esisto al
riguardo circolar sia del Ministero dell'interno che del
ministero del lavoro che prescinde dall'esistenza del
permesso di soggiorno e dal contratto di soggiorno sia per i
detenuti reclusi che per quelli che possono usufruire delle
cosiddette pene alternative. Con questo non voglio affermare
che godano effettivamente degli stessi diritti, ma quello
espresso nell'articolo non è il nodo dei problemi dei
detenuti stranieri.