La nuova procedura di rilascio e rinnovo di permesso e carta di soggiorno presso le Poste era partita sotto buoni auspici, concepita come un "momento" strumentale, funzionale al passaggio delle competenze dalle Questure (autorita' di pubblica sicurezza) ai comuni, relativamente al soggiorno degli stranieri in Italia. Come dice, del resto, anche la
Convezione fra Ministero dell'Interno e Poste Italiane, ideata per "[...] raccogliere le esigenze di snellezza dei procedimenti amministrativi attraverso lo studio di nuovi modelli operativi piu' rispondenti alle esigenze del cittadino[...]" e per "[....] pervenire... alla riduzione dei tempi in materia di immigrazione, al fine di perseguire economie funzionali [...]".
Peccato che il momento applicativo non sia stato all'altezza delle buone intenzioni. La nuova procedura non e' stata infatti adeguatamente pubblicizzata e molti stranieri hanno scambiato i kit per un decreto flussi o, peggio, una sanatoria. C'e' voluto del bello e del buono per far capire che cosi' non era, e ovviamente nel frattempo i kit in distribuzione (si parla di 1.700.000 buste) erano spariti, saccheggiati e poi rivenduti al mercato nero fino a 500 euro l'uno.
Molti clandestini inoltre, scambiando la procedura per una sanatoria, hanno presentato l'istanza, autodenunciando cosi' la propria presenza in Italia e molto probabilmente, conclusi gli accertamenti di rito, saranno colpiti da un provvedimento di espulsione.
Oltre alla penuria di kit, e' notizia degli ultimi giorni che sono terminate anche le ricevute di raccomandata in dotazione agli uffici postali, contenenti un particolare ologramma identificativo, che dovrebbero sostituire il cedolino di avvenuta presentazione dell'istanza.
Uffici fermi, dunque, sebbene i dati relativi al numero di persone che devono rinnovare il titolo di soggiorno siano ben noti al Ministero dell'interno. Il problema principale ora riguarda come superare l'empasse, perche' questi errori, ritardi e disguidi causano gravissimi danni a quella parte di popolazione che la procedura avrebbe dovuto agevolare. Se infatti il permesso di soggiorno scade, e non si e' ancora potuto provvedere al rinnovo, si rischia di perdere il lavoro, poiche' si diventa irregolari, e far lavorare uno straniero irregolare comporta gravi sanzioni per il datore di lavoro.
Nell'inerzia delle istituzioni, suggeriamo un metodo per cercare di arginare i danni, dimostrare di essersi attivati sia nei confronti delle Poste che della Questura competente, e ottenere comunque il rilascio del titolo di soggiorno.
1 - Prima di tutto occorre spedire alla sede centrale delle Poste della propria citta' una raccomandata AR, con la quale si ingiunge alle Poste di mettere a propria disposizione il kit e di consentire la spedizione dello stesso:
PERMESSO DI SOGGIORNO. Kit - raccomandata Poste per rinnovo
2 - Contestualmente, ed allegando anche la raccomandata spedita alle Poste, inviare, a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno, al dirigente dell'Ufficio Immigrazione della Questura competente una richiesta di rinnovo/rilascio del titolo di soggiorno, producendo tutta la documentazione necessaria:
PERMESSO DI SOGGIORNO. Kit - raccomandata Questura per rinnovo
In questo modo si costringe la Questura a non rimanere inerte, e si evita lo "scaricabarile" fra Poste e Questura. In fondo, in questa nuova procedura le Poste sono solo l'intermediario fra l'utente e la pubblica amministrazione. Se l'intermediazione non funziona, e finche' non funzionera' a regime, non rimane che tornare alla presentazione diretta delle istanze, minacciando anche un esposto all'autorita' giudiziaria per omissione di atti d'ufficio.
Consigliamo infine di conservare una fotocopia della raccomandata inviata e la ricevuta della spedizione. Ovviamente non vale come cedolino, ma in caso di controlli di polizia a permesso scaduto, consente di dimostrare perlomeno la propria buonafede, e il fatto di essersi attivati per il rinnovo.
Note
Convenzione fra Poste e Ministero dell'Interno:
clicca qui
(fonte: Stranieriinitalia.it)