Meno male che che Luca Zaia c’è. Il presidente della Regione Veneto ha ribadito/chiarito che per lui e il suo partito il conseguimento della cittadinanza italiana è un fatto di sangue (ius sanguinis): se in qualche modo hai un sangue italiano, allora ti potrebbe essere concesso di diventare italiano.
A parte che nel 2024 ci sarebbe da capire cosa possa significare “sangue italiano”... tricolore? rosso bandiera? quale gruppo? e tutte le mescolanze che ci sono state, a cosa hanno portato il sangue italiano?
Rimane un agghiacciante constatazione: Paesi come, per esempio, Usa, Australia, Nuova Zelanda non dovrebbero esistere. Sono infatti Paesi dove, ognuno con procedure diverse, non è lo ius sanguinis che viene preso in considerazione, ma il rapporto di ogni persona col territorio.
Ma questi sono particolari che il razzista medio non considera, ché l’importante è mostrare il lato maschio del proprio pensiero individuale e imporlo come diritto a tutti.
Una umanità che non solo non ha niente a che fare col Pianeta in cui viviamo, ma neanche con la storia italiana ed europea, a partire da tutti gli italiani che sono fuggiti dal nostro territorio (e col cavolo che pensano di ritornare) grazie alle politiche, passate e attuali, di politici come il nostro presidente del Veneto.
Il confronto in corso, per chi avesse ancora dei dubbi, è tra civiltà e violenza. E occorre scegliere e agire di conseguenza.
Per quanto ci riguarda il modello americano, ius soli, con l'aggiunta dello ius scholae, ci sembra tra i più realistici.
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