testata ADUC
Il cedolino del rinnovo equiparato al permesso di soggiorno, ma...
Scarica e stampa il PDF
Articolo di Claudia Moretti
29 agosto 2006 0:00
 
L'Aduc Immigrazione si e' piu' volte occupata della questione della cedola attestante la richiesta di rinnovo, elencando i gravi e incostituzionali risvolti per coloro che si trovavano, spesso per mesi e mesi, con quel maledetto tagliando senza il proprio permesso di soggiorno (clicca qui). La legge, infatti, espressamente prevedeva che la ricevuta rilasciata dalle questure non avesse il valore del permesso, con conseguenze nefaste come quella per cui i datori di lavoro non assumevano i lavoratori con sola cedola, o quella per cui gli stranieri in attesa del rinnovo rimanevano sequestrati in Italia salvo decreti autorizzativi dell'ultima ora.
Ora non sara' piu' cosi': una recente direttiva del Ministero dell'Interno ha modificato la validita' del cedolino, equiparandolo, a certe condizioni, al vero e proprio permesso di soggiorno.
Questo il contenuto essenziale della riforma:

1. Il mancato rispetto del termine di venti giorni per la conclusione del procedimento di rinnovo del permesso di soggiorno non incide sulla piena legittimita' del soggiorno stesso e sul godimento dei diritti ad esso connessi, qualora:
- la domanda di rinnovo sia stata presentata prima della scadenza del permesso di soggiorno o entro sessanta giorni dalla scadenza dello stesso;
- sia stata verificata la completezza della documentazione prescritta a corredo della richiesta di rinnovo;
- sia stata rilasciata dall'ufficio la ricevuta attestante l'avvenuta presentazione della richiesta di rinnovo.
Gli effetti dei diritti esercitati, nelle more del rinnovo del permesso di soggiorno, cessano solo in caso di mancato rinnovo, revoca o annullamento del permesso in questione.
2. Lo straniero in possesso del permesso di soggiorno, ancorche' scaduto, e della ricevuta di presentazione dell'istanza di rinnovo, ha la facolta' di lasciare il territorio dello Stato e di farvi regolare rientro, alle condizioni più volte reiterate con le circolari del Dipartimento della Pubblica Sicurezza. Permangono, invece, le limitazioni e le condizioni alla circolazione nell'ambito dell'area Schengen, regolate dalla disciplina internazionale.

Siamo soddisfatti della presa di coscienza del Ministero di una grave situazione di discriminazione e di tortura burocratica imposta a molti stranieri, a cui si tenta con questo provvedimento di porre fine. Ma non nascondiamo una forte preoccupazione per il degrado, oggi sancito, formalizzato, quasi avallato con questa direttiva, dei nostri procedimenti amministrativi in materia di immigrazione e in particolare delle illegalita' procedurali delle Questure, piu' volte denunciate sul nostro sito. Non ci convince l'ammissione, la giustificazione e la rassegnazione con cui si accettano le modalita' con cui in questi anni e' stata gestita la questione immigrazione. Ci piacerebbe un'amministrazione che non giustifica se stessa e le proprie violazioni di legge, ma che, propone soluzioni concrete in ossequio al principio di legalita'.

Il Ministro prende atto che:

1. per il rinnovo sono previsti 20 giorni, a cui raramente le questure ottemperano.
Replichiamo che, o sono troppo pochi e occorre modificare il termine, o il termine attuale di legge va rispettato, ai sensi della normativa sul procedimento ammistrativo n. 241/90, e secondo il noto principio di legalita'.

2. la colpa del mancato rispetto del termine citato e' da attribuirsi all'oggettivo carico istruttorio della procedura di rinnovo, aggravato dalla riforma Bossi Fini.
A cosa si riferisce con cio' il Ministro, alle impronte digitali? Non comprendiamo le ragioni atte a giustificare il ritardo delle Questure nella procedura, che, se davvero risulterano stretti (ci piacerebbe sapere perche'?) andranno cambiati, non prorogati ad libitum!

3. occorrera' comunque verificare la completezza della documentazione prevista per la richiesta di rinnovo.
Ora, come abbiamo piu' volte denunciato, a richiesta degli stranieri, le questure spesso non rilasciano nemmeno la cedola, ma un foglietto contenente un appuntamento per la presentazione dell'istanza di li' a qualche mese.
Cosa ha previsto il Ministro per questi sfortunati utenti dell'amministrazione italiana, che si ritrovano senza permesso perche' scaduto, senza cedola, perche' gli e' negato il deposito dell'istanza, e di conseguenza senza diritti?

Chiediamo con forza al Ministro di intervenire e provvedere con apposita direttiva a condannare pesantemente l'operato illegale e diabolico delle Questure che operano con queste ed altre prassi "ad appuntamento", non solo sui rinnovi ma anche sulle istanze di carta di soggiorno, affinche' sia ristabilita la legalita' dei procedimenti della nostra pubblica amministrazione.

Testo integrale della direttiva:
clicca qui
 
 
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS