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 USA - USA - Usa. Bush difende muro anti-clandestini, Messico protesta
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19 maggio 2006 0:00
 
George W. Bush ha difeso con fermezza il "muro" lungo 595 chilometri che sara' costruito al confine col Messico e che, in aggiunta alle telecamere, a grandi riflettori e ai controlli espletati da 6000 agenti, dovrebbe servire a interrompere il flusso continuo di clandestini. Ieri il presidente degli Stati Uniti si e' recato in Arizona per rendersi conto di persona della situazione lungo uno dei tratti piu' vulnerabili della frontiera, nella zona desertica di Yuma (scenario di un famoso film western) e ha sostenuto le ragioni alla base del progetto di riforma della legge sull'immigrazione, all'esame del Senato. Attraverso questo segmento di frontiera ogni notte 70-80 messicani passano in territorio statunitense, a dispetto di tutti i controlli. Il tratto in questione e' anche uno dei piu' pericolosi per i clandestini, che spesso incontrano la morte, stroncati dal caldo torrido.
Nell'occasione Bush ha puntualizzato che nessuno ha pensato mai di realizzare un muro lungo tutta la frontiera (3.200 chilometri) per combattere l'immigrazione clandestina dal Messico. Il capo della Casa Bianca, che e' stato accompagnato nell'escursione in macchina dal governatore del'Arizona, la democratica Janet Napolitano, ha messo l'accento sulle opportunita' che con la nuova legge saranno offerte a milioni di immigrati illegali di normalizzare la loro situazione.
Bush ha chiesto ieri al Congresso l'approvazione di uno stanziamento straordinario di 1.948 milioni di dollari per coprire le spese necessarie per il mantenimento di 6.000 uomini della Guardia Nazionale che saranno schierati il mese venturo lungo la frontiera, e che affiancheranno i 6.000 componenti della polizia nelle operazioni di controllo. Sempre ieri il Senato, oltre a approvare l'emendamento sulla costruzione del muro, ha varato due provvedimenti dirugardanti l'inglese: in uno viene proclamato lingua nazionale, nell'altro, dal tono piu' soft, "lingua unificatrice".
Al momento gli Stati Uniti non hanno una lingua ufficiale. Una delle due versioni approvate dal Senato, nessuna delle quali vieta l'uso dello spagnolo o di altre lingue nelle comunicazioni ufficiali di servizio, finira' nel testo finale della nuova legge sull'immigrazione: dipendera' dall'esito delle trattative alla Camera. L'iniziativa e' stata giudicata negativamente dal leader dei senatori democratici, Barry Reid. "Potrebbe anche non essere cosi', ma penso che sia un emendamento razzista", ha affermato. "Credo che sia diretto contro quelli che parlano spagnolo".
Dall'altra parte del confine, le reazioni alla riforma della legge sull'immigrazione e alle contestuali misure decise dall'amministrazione Bush per fermare la marea di clandestini sono state di segno negativo. Il ministro degli esteri messicano Luis Ernesto Derbez ha deciso di inviare una nota diplomatica a Washington, per rappresentare le preoccupazioni del suo governo di fronte a queste iniziative. Le misure piu' contestate sono la realizzazione del muro e lo schieramento della Guardia Nazionale, che ha spinto la senatrice Dulce Maria Sauri, del Partido Revolucionario Institucional (Pri), a dichiarare: "C'e' dell'ironia nel fatto che il popolo che pretende di difendere la democrazia e le liberta' nel mondo vuole erigere un muro per chiudersi all'interno". La posizione del governo messicano, ha detto Ruben Aguilar, portavoce del presidente Vicente Fox, e' che i muri "sono un segno di sfiducia". "I muri non risolvono il problema dell'immigrazione, ne' offrono una risposta efficace per garantire la sicurezza nella regione di frontiera".
 
 
 
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