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 ITALIA - ITALIA - Rosarno, gli stranieri in fuga scortati dalle forze dell'ordine
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Notizia 
10 gennaio 2010 7:44
 
A bordo di pullman, con le auto proprie scortate dalle volanti della polizia, sui treni e anche a piedi: gli immigrati che per mesi hanno lavorato negli aranceti lasciano Rosarno per sfuggire alle violenze e alle rappresaglie degli abitanti, seguite alla rivolta dei 'neri' di giovedi' sera. Un esodo che non e' una fuga ma molto ci assomiglia, con la paura di rimanere vittime di un agguato, soprattutto tra gli stranieri che vivevano nei casolari sperduti nelle campagna, che ha fatto da detonatore.
Dopo i 320 partiti nella notte, hanno raggiunto i centri di prima accoglienza di Crotone e Bari altri 590 immigrati: praticamente tutti quelli che occupavano l'ex Opera Sila e la ex Rognetta. Stranieri che sono stati tutti controllati, come prevede la legge, e che se hanno gia' lasciato le strutture e' perche' o avevano il permesso di soggiorno in regola o avevano gia' avanzato la richiesta di asilo politico.
A quelli che gia' sono nei centri, si aggiungeranno nelle prossime ore altri 215 immigrati, fino ad oggi ospitati in alcune strutture in localita' 'la Collina' a Rizziconi, un comune a pochi chilometri da Rosarno. Un trasferimento che andra' avanti durante tutta la notte perche' l'obiettivo della task force del Viminale e' quello di riuscire entro domani a portar via tutti gli immigrati da Rosarno, per poi dare il via - come ha confermato la questura di Reggio Calabria - allo smantellamento dei capannoni dove hanno vissuto per anni gli stranieri in condizioni degradate. Insomma, non succedera' come l'anno scorso quando, dopo la protesta pacifica degli extracomunitari, non si fece nulla.
Tra i migranti portati a Crotone e Bari ci sono anche quelli che i cacciatori di Calabria, il reparto dei carabinieri specializzato nella ricerca dei latitanti in montagna, e i poliziotti, hanno recuperato nei casolari sperduti nella piana di Gioia Tauro. E sono proprio loro, ora, a preoccupare di piu' le forze di polizia: il loro isolamento, infatti, facilita il compito di chi vuole farsi giustizia da solo. E sono ancora diversi quelli che si aggirano per le strade di Rosarno con intenzioni tutt'altro che pacifiche.
Lo dimostrano i due agguati di questa mattina, avvenuti entrambi in campagna: nel primo ne ha fatto le spese un immigrato regolare del Burkina Faso, Dabre' Moussa, di 29 anni, colpito con una fucilata caricata a pallini; nel secondo invece gli assalitori hanno bloccato un auto con tre stranieri a bordo in contrada Capoferro: due sono riusciti a fuggire, il terzo e' stato preso a sassate. Meglio e' andata a dieci immigrati del Ghana, ma solo perche' sono riusciti a dare l'allarme: nel cortile del loro casolare si sono presentati alcuni cittadini di Rosarno, con spranghe e taniche di benzina, che hanno dato fuoco alla struttura. Gli stranieri sono riusciti a fuggire e a chiamare la polizia, che li ha prelevati e portati all'ex Opera Sila da dove sono partiti con i pullman assieme agli altri.
Complessivamente, i feriti sono una settantina: 17 abitanti del posto, 19 appartenenti alle forze di polizia e il resto immigrati, di cui solo un paio in condizioni piu' gravi.
La tensione, insomma, resta ancora alta. Anche se con la partenza di 1.125 immigrati la situazione dovrebbe normalizzarsi. Segnali in questo senso arrivano anche dagli abitanti di Rosarno: la barricata innalzata nei pressi dell'ex Opera Sila e' stata rimossa e ora c'e' soltanto un presidio di cittadini, mentre il Comitato civico che si e' costituito dopo la rivolta, ha diffuso un comunicato in cui condanna 'tutte le forme di violenza contro il popolo degli immigrati e la stessa popolazione rosarnese, prendendo le distanze da qualsiasi atto di aggressione verso persone e cose'. In tutti questi anni, prosegue il comitato, 'non sono mancati momenti di integrazione, scambi culturali e affiancamento tra la comunita' di Rosarno e quella di colore'.
Il clima, in citta', resta comunque pesante. Le strade sono presidiate da poliziotti e carabinieri inviati dal capo della polizia Antonio Manganelli per evitare che si ripetano le scene di giovedi' sera, nell'aria si respira ancora l'odore della spazzatura e dei copertoni bruciati, i negozi hanno riaperto ma su alcune saracinesce restano ancora i cartelli con scritto 'chiuso per paura'. Qualche immigrato, molto pochi in realta', si aggira ancora impaurito per le strade, qualche esagitato continua a fare 'ronde' in motorino guardando con occhi duri ogni volto sconosciuto.
Per le rivolte e le violenze delle ultime 48 ore sono stati convalidati gli arresti di cinque dei sette immigrati fermati.
Mentre per i tre italiani bloccati dalle forze dell'ordine - due per violenza e resistenza a pubblico ufficiale e uno per aver sparato ad un immigrato - il gip del Tribunale di Palmi si pronuncera' lunedi'. Uno dei tre sarebbe figlio di uno degli elementi di spicco della cosca Bellocco che, assieme ai Pesce, si spartisce il territorio di Rosarno ed e' anche per questo che gli investigatori vogliono accertare se proprio le due cosche abbiano in qualche modo deciso di 'cavalcare' la reazione violenta della popolazione, dopo la rivolta. Ma questa e' un'altra partita: ora l'obiettivo e' portare fuori tutti gli immigrati da Rosarno. Perche' finche' rimangono non calera' la tensione. (Guidelli/Ansa)
 
 
 
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