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 ITALIA - ITALIA - Lampedusa. Sindaco al Vaticano: basta lamentele, aprite porte a immigrati. La replica: siamo in prima linea da sempre
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1 agosto 2008 0:00
 
"Che il Vaticano la smetta di bacchettare il Governo centrale e apra le porte dei conventi, dei seminari ormai deserti, delle abbazie affinche' donne e bambini vengano ospitati dalla Chiesa. Che la Chiesa di Roma non resti impassibile alla sofferenza di questa gente e non commetta altri errori, come quelli commessi in passato, restando silenziosa a fenomeni epocali dove c'e' morte". Cosi' il sindaco di Lampedusa, Bernardino De Rubeis interviene su Ecoradio chiedendo un intervento immediato del Vaticano e del governo.  "Il centro di permeanza temporaneo di Lampedusa e' al collasso. E' diventato un centro permanente. Mancano le norme igieniche, l'acqua potabile e una rete fognaria altrimenti rischia di saltare tutto in aria. Senza dimenticare lo smaltimento dell'immondizia che aggrava le spese della comunita' dell'isola. Chiedo l'intervento immediato del ministro Maroni: si rechi a Lampedusa. Vogliamo da lui fatti, non parole". "Siamo stanchi di questo smercio di carne umana, la politica del Governo di centro destra prima, di centro sinistra dopo e ancora oggi di centro destra e' fallimentare, mancano interventi risolutivi. "     

La Chiesa opera quotidianamente, soprattutto attraverso la Caritas, per contribuire a far fronte all'accoglienza degli immigrati, il cui numero e' aumentato in 40 anni di quasi 30 volte, dalle 143.838 presenze del 1970 ai 4 milioni circa di oggi: l'Osservatore Romano risponde con i numeri, e senza citarlo esplicitamente, al sindaco di Lampedusa.
'Immigrazione in Italia, l'impegno della Chiesa' e' il titolo che il giornale della Santa Sede riserva ad una intervista a don Vittorio Nozza, direttore della Caritas, e ricorda come 'la Chiesa, con le Caritas in prima linea, continua a svolgere opera di supplenza su piu' fronti'.
'Quando dunque la Caritas parla di immigrazione - ha detto all' Osservatore Romano don Vittorio Nozza, direttore di Caritas italiana - tutti sanno, perche' lo sperimentano sul territorio, che dietro le parole c'e' un lavoro quotidiano per il bene comune, di incontro, ascolto, accoglienza, mediazione culturale e sociale, tutela della persona immigrata e della sua famiglia'.
Sono 220 le Caritas presenti su tutto il territorio nazionale, impegnate a coordinare oltre 100 realta' diocesane sui temi della tratta, dell'asilo e dell'immigrazione in generale. 'Il primo impegno - spiega don Nozza - e' l'accoglienza ordinaria, che si traduce prevalentemente in funzioni di ascolto, soddisfacimento dei bisogni primari, promozione della solidarieta'. Solo negli ultimi 5 anni, le Caritas diocesane hanno avviato, grazie anche ai fondi Cei dell'otto per mille, ben 164 progetti specifici per immigrati, rifugiati e richiedenti asilo, vittime della tratta, con un impegno economico di oltre 13,5 milioni di euro'.
La Caritas fino a oggi ha anche garantito un supporto al Governo proprio nelle fasi piu' critiche degli sbarchi, mettendo a disposizione luoghi di accoglienza sul territorio nazionale.
Prevedendo peraltro l'aumento degli sbarchi nel periodo estivo, si e' attivata individuando solamente in Sicilia oltre 200 posti, a cui se ne aggiungono altri 30 a Pescara e altri se ne aggiungeranno in futuro.
 
 
 
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