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 ITALIA - ITALIA - Italia. Paoletti: cooperative non assumano solo immigrati stabili
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5 luglio 2006 0:00
 
L'impresa cooperativa ha al fondo un concetto: quello di vedere in ogni lavoratore un potenziale socio. Ma questa ottica e' la stessa anche quando si ha davanti un lavoratore straniero? O davanti ad un immigrato si tende, consapevolmente o meno, a dar vita a fenomeni di discriminazione? Questo e' il primo problema sollevato dal presidente nazionale di Legacoop, Giuliano Poletti, al convegno "L'immigrazione nelle cooperative di servizio", tenutosi oggi a Roma e voluto dalle cooperative di servizio e turismo aderenti a Ancst-Legacoop.
Nel suo intervento, Poletti ha poi toccato un altro tema importante in materia di immigrazione: la legalita'. La cooperazione dei servizi, infatti, si trasforma a volte nel pericoloso veicolo d'accesso al sistema del lavoro illegale. Di conseguenza, la vigilanza sulle imprese cooperative e' ormai di fondamentale importanza.
Non tutti gli immigrati, e' stato piu' volte sottolineato nel convegno, sono intenzionati a rimanere nel nostro Paese in maniera stabile, alcuni sono qui solo per una questione di reddito, mirando a tornare nella loro terra appena possibile. A questi lavoratori vengono generalmente preferiti quelli che hanno invece l'idea di stabilizzarsi in Italia, per ovvie ragioni di continuita'. Ma questo e' un grave errore. Secondo Poletti, infatti, "chi non vuole rimanere nel nostro Paese e' il messaggero del lavoro cooperativo", e' lui che portera' questo modello nella sua nazione. Un valore reale, dunque, un "ambasciatore", perche' l'ottica della cooperazione "o e' mondiale, o non e'".
 
 
 
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