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 ITALIA - ITALIA - Istat: aumentati del 17% gli immigrati nel 2007
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9 ottobre 2008 0:00
 
I cittadini stranieri residenti in Italia al 1° gennaio 2008 erano 3.432.651; rispetto al 1° gennaio 2007 sono aumentati di 493.729 unita' (+16,8%). Lo riferisce l'Istat, sulla base delle registrazioni nelle anagrafi degli 8.101 comuni italiani, sottolineando che "si tratta dell'incremento piu' elevato mai registrato nel corso della storia dell'immigrazione nel nostro Paese, da imputare al forte aumento degli immigrati di cittadinanza rumena che sono cresciuti nell'ultimo anno di 283.078 unita' (+82,7%)". 

Circa 457mila residenti di cittadinanza straniera sono nati in Italia, 64.049 nel solo anno 2007. Essi costituiscono il 13,3% del totale dei residenti e rappresentano un segmento di popolazione in costante crescita: nel 2001, in occasione del Censimento, erano circa 160mila. Sono una 'seconda generazione', poiche' non sono immigrati; la cittadinanza straniera, infatti, e' dovuta unicamente al fatto di essere figli di genitori stranieri.  Da rilevare che, complessivamente, i minorenni costituiscono un insieme di circa 767mila individui. La maggior parte di essi sono nati in Italia e coincidono di fatto con l'ammontare di 457mila stranieri nati in Italia, la restante parte e' giunta nel nostro Paese al seguito dei genitori.   

Quasi la meta' dei residenti stranieri (1 milione e 616mila individui, pari al 47,1% del totale) proviene dai paesi dell'Est europeo. I cittadini dei paesi est-europei non appartenenti all'Ue sono 839mila (24,4% del totale dei residenti stranieri), mentre 777mila (22,6% del totale) provengono da uno dei 'Paesi Ue di nuova adesione' e fra questi 625 mila sono cittadini rumeni. I flussi migratori dai 'Paesi Ue di nuova adesione' sono in progressivo aumento dal 2005, mentre si registra nel complesso una diminuzione per le altre aree di provenienza.

L'insediamento dei residenti stranieri mostra, per la prima volta, una lieve redistribuzione a favore delle regioni meridionali, a causa della presenza rumena che in queste regioni e' cresciuta piu' intensamente che altrove. Tuttavia, cio' non muta sostanzialmente la geografia del fenomeno: il 62,5% degli immigrati risiede nelle regioni del Nord, il 25% in quelle del Centro e il restante 12,5% in quelle del Mezzogiorno.

La principale posta del bilancio demografico degli stranieri residenti e' data dagli immigrati: sono 515.201 i cittadini stranieri che si sono iscritti in anagrafe nel corso del 2007 provenendo dall'estero (+102,4% rispetto all'anno precedente) e ad essi si sono aggiunti 64.049 nati da genitori stranieri. Devono invece essere sottratti dal bilancio della popolazione straniera residente coloro che nel corso dell'anno si sono cancellati dalle anagrafi in quanto ritornati nel loro paese o trasferiti in un altro paese straniero. Si tratta di 20.316 unita', un numero ancora contenuto rispetto al reale movimento emigratorio dei cittadini stranieri , ma in aumentato rispetto al 2006 (+19,7).

Oltre alle cancellazioni per ritorno in patria o trasferimento all'estero, sono in aumento anche le cancellazioni per morte (3.670 nel 2007), che tuttavia contribuiscono marginalmente al decremento della popolazione straniera in ragione della giovane struttura per eta' di questi cittadini. Una posta che va assumendo sempre piu' rilevanza nel bilancio dei residenti stranieri e' rappresentata, al contrario, dalle acquisizioni della cittadinanza italiana, 45.485 nel 2007 (+29,0%); anche questo ammontare va sottratto nel momento in cui si effettua il calcolo della popolazione straniera residente.

L'Istat sottolinea che si deve proprio alla dinamica naturale e migratoria dei residenti stranieri l'incremento da 59.131.287 a 59.619.290 unita', osservato nel 2007 per il complesso della popolazione residente (italiani e stranieri). In particolare, il saldo naturale della popolazione straniera (+60.379 unita') compensa quasi per intero il saldo naturale negativo dei residenti di cittadinanza italiana (-67.247 unita').

L'incidenza percentuale degli stranieri residenti in Italia sulla popolazione complessiva, che all'inizio dell'anno 2007 era del 5,0%, raggiunge al 1° gennaio 2008 quota 5,8%. Si tratta di un livello in linea con quello di altri grandi paesi europei, come la Francia e il Regno Unito, che tuttavia sono di piu' antica immigrazione. Questo fa si', ad esempio, che sia maggiore rispetto al nostro Paese la popolazione residente che non rientra piu' nello stock 'cittadini stranieri', avendo acquisito nel corso del tempo la cittadinanza del paese ospitante.

Fra i paesi europei di immigrazione relativamente recente al pari dell'Italia vi e' la Spagna, dove nel 2007 si e' registrato un incremento della popolazione straniera residente analogo a quello dell'Italia; i dati provvisori al 1° gennaio 2008 indicano che gli stranieri costituiscono l'11,3% di tutti i residenti, una quota quindi molto piu' elevata di quella italiana. Occorre ricordare pero' che in questo paese anche i cittadini stranieri non in possesso del titolo equivalente al nostro permesso di soggiorno possono iscriversi al Padro'n municipal, l'equivalente della nostra Anagrafe.

Anche nel nostro Paese sono sempre piu' numerosi gli stranieri che diventano italiani 'per acquisizione di cittadinanza'. Il fenomeno, tuttavia, e' ancora relativamente limitato. In base ai dati del Ministero dell'Interno e della rilevazione sulla popolazione straniera residente dell'Istat, si stima che fino al 2007 un totale di 261mila cittadini stranieri hanno ottenuto la cittadinanza italiana .

A titolo di esempio si consideri che in Francia nei soli anni 2005 e 2006 sono state concesse complessivamente 303mila cittadinanze.
La maggior parte delle acquisizioni di cittadinanza italiana avviene ancora oggi per matrimonio: poiche' i matrimoni misti si celebrano prevalentemente fra donne straniere e uomini italiani, tra i nuovi cittadini italiani sono piu' numerose le donne.

Le concessioni della cittadinanza italiana per naturalizzazione, invece, sono ancora poco frequenti, specialmente se confrontate con il bacino degli stranieri potenzialmente in possesso del requisito principale per richiedere la cittadinanza e cioe' la residenza continuativa per 10 anni . Dai dati dei permessi di soggiorno disponibili al 1° gennaio 2007 si puo' stimare infatti che siano circa 630mila coloro che potrebbero essere in possesso di tale requisito.

I bambini nati nel nostro paese da genitori stranieri, come gia' accennato, sono stati 64.049 nel 2007 (+10,9% rispetto all'anno precedente), dato che corrisponde al 11,4% del totale dei nati in Italia. Essi costituiscono la componente piu' rilevante dell'aumento complessivo dei minori di cittadinanza straniera. Al 1° gennaio 2008 questi ultimi ammontano a 767.060 unita' e rappresentano il 22,3% del totale della popolazione straniera residente alla stessa data .

Sono circa 101mila in piu' rispetto al 1° gennaio 2007 e di questi oltre il 63,1% e' dovuto proprio ai nuovi nati. La parte rimanente e' costituita dai minori giunti in Italia per ricongiungimento familiare. L'aumento dei minori va di pari passo con quello della popolazione straniera. Il peso percentuale di questa classe di eta' tuttavia e' leggermente diminuito nel 2007, in seguito all'elevato numero di iscrizioni dall'estero, nella maggior parte dei casi di immigrati adulti.

In rapporto alla popolazione straniera complessivamente residente nel nostro paese, i cittadini del continente europeo rappresentano, con 1 milione 786mila iscritti in anagrafe, oltre la meta' (52,0%) dei residenti al 1° gennaio 2008. In particolare, quasi un quarto dei residenti (24,4%) sono cittadini dei paesi dell'Europa centro orientale non appartenenti all'Ue (principalmente l'Albania, l'Ucraina, l'ex Repubblica jugoslava di Macedonia e la Moldova) che contano complessivamente circa 839 mila iscritti in anagrafe, con un aumento del 8,1% rispetto al 1° gennaio 2007.

I cittadini dei 'Paesi Ue di nuova adesione', anch'essi appartenenti prevalentemente all'area geografica dell'Europa centro Orientale, rappresentano il 22,6% degli stranieri con circa 777 mila residenti (69,9% in piu' rispetto all'anno precedente). Poco meno di un quarto (23,2%) degli immigrati residenti, 798 mila persone, sono cittadini di un paese africano, principalmente dell'Africa settentrionale, e in primo luogo del Marocco.

I cittadini asiatici, con quasi 552 mila unita', costituiscono il 16,1% di tutti i residenti; poco meno della meta' di questi ultimi (270 mila) appartiene a uno dei paesi del subcontinente indiano, mentre i restanti (282 mila) sono di nazionalita' prevalentemente cinese o filippina.

L'incremento degli immigrati residenti registrato nel corso del 2007 e' pari, come gia' detto, a quasi 500mila unita' (493.729). Complessivamente i paesi europei contribuiscono con un aumento di 391mila unita' (pari al 79,3% dell'incremento totale). In particolare, l'incremento registrato nel corso del 2007 e' dovuto ai 'Paesi Ue di nuova adesione' i cui residenti aumentano di 319 mila unita'; come gia' detto, sono i cittadini rumeni i principali responsabili di questo incremento, essendo passati, nel corso del 2007, da 342mila a 625mila residenti. Il restante 20,7 % dell'incremento, pari a 102mila unita' e' dovuto invece all'aumento dei cittadini residenti dei paesi extra-europei.

Il restante 20,7 % dell'incremento, pari a 102 mila unita' e' dovuto invece all'aumento dei cittadini residenti dei paesi extra-europei. Passando ad esaminare le graduatorie per singolo paese di cittadinanza, si osserva che a1° gennaio 2008, i primi 5 paesi della graduatoria, Romania, Albania, Marocco, Cina e Ucraina, rappresentano circa la meta' di tutti gli immigrati residenti con 1.682 mila unita', pari al 49,0 % del totale. Il rapporto fra i sessi, che per il complesso della popolazione immigrata e' equilibrato, in realta' nelle singole comunita' e' spesso molto sbilanciato.

Fra i paesi considerati, le comunita' a prevalenza femminile oscillano fra un rapporto di 24 maschi ogni 100 femmine per la comunita' ucraina, emersa soprattutto con la regolarizzazione dedicata ai servizi alle famiglie del 2002, e quello di circa 89 maschi ogni cento femmine della Romania. Fra le comunita' a prevalenza maschile il rapporto fra i maschi e le femmine oscilla fra quello tradizionalmente alto del Senegal (circa 417 uomini ogni 100 donne) e il rapporto di circa 111 uomini ogni 100 donne per la Cina.

La distribuzione della popolazione straniera sul territorio italiano e' fortemente disomogenea. Essa e' caratterizzata da una forte concentrazione nell'area settentrionale e, in misura inferiore, nelle regioni del Centro. Al 1° gennaio 2008 nel Nord-ovest risiede il 35,6% degli stranieri, nel Nord-est il 26,9%, nel Centro il 25% e il 12,5% nel Mezzogiorno. All'interno di queste macroaree la distribuzione non e' omogenea; risultano evidenti, infatti, situazioni di particolare concentrazione. Quasi un quarto degli stranieri residenti in Italia e' iscritto nelle anagrafi dei comuni della Lombardia.

Nella sola provincia di Milano risiede il 10% del totale degli stranieri. Si tratta di un livello decisamente elevato per una zona relativamente piccola, livello che puo' essere paragonato a quelli propri di intere regioni pur caratterizzate da un'elevata capacita' di attrazione come il Veneto (dove risiede l'11,8% dei cittadini stranieri), l'Emilia-Romagna (il 10,7%) e il Lazio (l'11,4%). Nel Lazio ha un peso particolare la provincia di Roma, che concentra sul proprio territorio il 9,4% del totale degli stranieri residenti in Italia

La distribuzione degli stranieri sul territorio si mantiene disomogenea nonostante la crescita della popolazione straniera registrata nel corso dell'ultimo anno sia stata, in termini relativi, superiore proprio laddove era minore il numero di stranieri residenti e cioe' nel Sud (+25,0%) e nelle Isole (+26,2%). Le regioni ove l'incremento e' stato massimo sono la Calabria e la Basilicata (+44,5% e +42,7%) seguite dal Molise (+29,7%). Regioni storicamente molto attrattive per l'immigrazione dall'estero, come la Lombardia o l'Emilia-Romagna, hanno avuto invece incrementi relativi piu' ridotti (rispettivamente 11,9% e 15%), pur se comunque consistenti.

Se si approfondisce l'analisi dal punto di vista territoriale, spiccano valori elevati del tasso di incidenza in alcune province, dove su 100 cittadini residenti, almeno 10 sono di cittadinanza straniera. Si tratta delle province di Prato e Brescia (con oltre l'11%), seguite da Reggio nell'Emilia, Mantova, Treviso e Piacenza (oltre il 10%).

Valori compresi tra il 9% e il 10% si registrano anche in altre province del Nord, come Modena, Vicenza, Pordenone e Parma, e del Centro come Perugia e Macerata. Nonostante nel caso italiano non si possa parlare di un'immigrazione esclusivamente urbana, essa si e' spesso diretta verso i comuni piu' grandi. In effetti, l'incidenza degli stranieri nei comuni capoluogo di provincia e' pari al 7,2%, ben superiore alla media italiana (5,8%), e raggiunge il 7,8% considerando solo le grandi citta' .

Accanto ai comuni piu' grandi, tuttavia, emergono interessanti realta' minori, dove l'incidenza degli stranieri e' comunque molto elevata; si tratta, ad esempio, di Arzignano e Lonigo (in provincia di Vicenza) dove quasi il 20% dei residenti e' straniero, e di alcuni comuni anche molto piccoli, come Monticiano (Siena) e Telgate (Bergamo) dove l'incidenza supera il 22%.

Dove la presenza straniera e' piu' stabile e radicata si osserva naturalmente anche una maggiore incidenza delle famiglie straniere sul totale delle famiglie e delle nascite di bambini stranieri sul complesso delle nascite. E' in genere piu' elevata anche la proporzione di stranieri minorenni e di seconde generazioni. Al 1° gennaio 2008 sono 1.366.835 le famiglie con capofamiglia straniero iscritte nelle anagrafi della popolazione residente (5,6% del totale delle famiglie ivi iscritte). Il livello di incidenza e' superiore all'8,5% in Umbria, e' pari all'8,3% nel Lazio ed e' superiore al 7% in Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna.

Il livello di incidenza e' superiore all'8,5% in Umbria, e' pari all'8,3% nel Lazio ed e' superiore al 7% in Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Nel Mezzogiorno solo l'Abruzzo presenta una quota relativamente elevata di famiglie con capofamiglia straniero (4,4%).
Emilia Romagna, Veneto e Lombardia sono le regioni che nel corso del 2007 presentano il numero di nati stranieri piu' elevato: 20 ogni cento nati residenti.

Al Centro spiccano i valori elevati delle Marche (15,4 nati stranieri ogni cento nati) e della Toscana (15,2%), regione che ospita la provincia con la quota piu' elevata di nascite straniere: quasi una su tre a Prato. Nel Mezzogiorno e in Abruzzo l'incidenza sfiora l'8%, mentre nelle altre regioni i livelli sono molto piu' bassi (intorno al 3%).

Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna sono anche le regioni ove la proporzione di minori sul totale della popolazione straniera residente e' piu' elevata: al 1° gennaio 2008, quasi uno straniero su quattro e' minorenne. Marche, Umbria, e soprattutto Toscana e Lazio presentano valori leggermente piu' bassi ma superiori comunque al 20%. In Toscana si segnala ancora una volta la provincia di Prato.

E' interessante osservare che nel Mezzogiorno vi sono regioni dove la quota di popolazione straniera minorenne e' vicina alla media nazionale, come la Sicilia (21,3%), la Puglia (20,3%) e l'Abruzzo (20,0%). Da segnalare il caso della provincia di Trapani, che con quasi il 26% di popolazione straniera minorenne si posiziona ai primi posti nella graduatoria dei livelli di incidenza, subito dopo province del Nord come Cremona, Lodi, Mantova e Brescia.

Nel settentrione le regioni con maggiore quota di seconde generazioni sono Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte; nel Centro, il Lazio e nel Mezzogiorno la Sicilia, che presenta un valore comunque elevato (13,2% di stranieri nati in Italia) presumibilmente per le immigrazioni di antica data che la caratterizzano. Nella graduatoria provinciale, infatti, figurano ai primi posti ancora una volta la provincia di Prato e le province del Nord ma anche ben tre province siciliane (Trapani, Palermo, Catania).

I modelli insediativi degli stranieri residenti mostrano comportamenti differenziati in relazione alla cittadinanza.
Rumeni, albanesi e marocchini, le prime tre comunita' in ordine di importanza numerica, sono presenti in modo significativo in molte regioni, pur con alcune differenze. Considerando le prime tre comunita' residenti in ciascuna regione (Tabella 6) emerge che i rumeni sono la comunita' prevalente in Piemonte (33% del totale degli stranieri ivi residenti, pari a circa 103mila individui), nel Lazio (30,7%, pari a circa 120mila unita'), in Lombardia (11,7%, pari a circa 100 mila individui).

Gli albanesi sono il 20,2% (pari a quasi 56mila individui) degli stranieri residenti in Toscana, il 17,1% (pari a quasi 20 mila unita') di quelli residenti nelle Marche, il 30,6% (pari a quasi 20mila unita') di quelli residenti in Puglia. I marocchini il 15,6% (pari a quasi 57mila unita') degli stranieri residenti in Emilia-Romagna.

Esistono poi comunita' che rivestono un ruolo significativo solo in alcune realta' geografiche: gli ecuadoriani costituiscono la prima comunita' in Liguria, rappresentando il 19% (piu' di 17mila unita') del totale degli stranieri residenti in questa regione, mentre gli ucraini sono la prima comunita' in Campania con un'incidenza del 24,1% (pari a circa 28mila unita'). I tunisini sono il 15,1% (circa 15mila individui) degli immigrati dimoranti in Sicilia, dove rappresentano la seconda comunita' di cittadini stranieri.

Il saldo con l'estero, ovvero il traferimento dall'Italia ad altre nazioni, registra il livello mssimo nelle Isole (248,6 per mille stranieri residenti) e nel Sud (246,1 per mille), che spesso rappresentano per gli stranieri le aree del primo ingresso. Il Nord e il Centro presentano valori piu' bassi (131,0 per mille il Nord-ovest e 165,9 per mille il Centro). La mobilita' interna dei cittadini stranieri, al contrario, conferma che le regioni piu' attrattive sono quelle del Nord.

I trasferimenti di residenza dei cittadini stranieri, infatti, seguono una direttrice molto chiara dalle regioni meridionali a quelle settentrionali: nel 2007 il saldo migratorio interno per mille abitanti stranieri risulta positivo nelle regioni del Nord ovest (+6,1 per mille) e nel Nord est (+8,6 per mille), mentre e' fortemente negativo nel Sud (-13,3 per mille) e nelle Isole (-9,1 per mille). Si tratta di una tendenza che si era gia' manifestata negli anni precedenti e che si sovrappone agli spostamenti degli italiani che seguono anch'essi le medesime direttrici.

I trasferimenti di residenza interni sono orientati soprattutto verso i comuni di minori dimensioni, con una redistribuzione della popolazione dai comuni capoluogo a quelli medio-piccoli, come dimostra il saldo migratorio interno dei comuni capoluogo, che anche nel 2007 risulta negativo (-7,8 per mille residenti stranieri), confermando una tendenza gia' delineatasi negli anni precedenti. Tuttavia gli stranieri mostrano una maggiore propensione a risiedere nei comuni capoluogo rispetto alla popolazione italiana: la quota di stranieri residenti nei comuni capoluogo e', infatti, pari a 36,6%; quella riferita agli italiani a fine 2006 era pari al 27,7%.
 
 
 
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