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 ITALIA - ITALIA - Immigrazione. Il razzismo nei racconti di padre Mussie Zarai
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Notizia 
1 settembre 2012 12:23
 
'Se nel Mediterraneo fossero morti 63 italiani si sarebbe sollevato il mondo'. Lo ha detto oggi al Lido di Venezia padre Mussie Zarai, il sacerdote eritreo che nel mese di maggio del 2011 lancio' un SOS inascoltato.
Aveva ricevuto una chiamata di soccorso da un barcone in avaria con 72 persone a bordo, la maggior parte donne e bambini.
Nessuno intervenne, nonostante il natante fosse stato localizzato. Morirono in 63, ne sopravvissero nove soltanto.
'Se fossero annegati 63 cagnolini milioni di persone avrebbero pianto. Trattandosi di profughi africani - ha aggiunto - qualcuno dice poverini. Da quando e' cominciata la fuga dalla violenza e dalla guerra piu' di 15.000 esseri umani sono comparsi nel Mediterraneo per inseguire un sogno di pace e liberta''.
'Da 16 mesi - ha detto da parte sua Ghirma Halefon, uno dei nove sopravvissuti al naufragio, durante il dibattito moderato da Gian Antonio Stella e organizzato dalla Vice Segretaria del Consiglio d'Europa Maud de Boer Buquicchio come evento collaterale della Mostra del Cinema - sono ospite di un centro di accoglienza a Torino. Non ho ancora i documenti, quindi non posso cercare un lavoro. Non ho avuto alcun indennizzo. Ero scappato dall'inferno della guerra civile in Libia. In Italia sono disperato'.
Come prologo del dibattito sul problema del diritto d'asilo e' stato proiettato 'Mare Chiuso', il film di Andrea Segre e Stefano Liberti sui tragici respingimenti nel Mediterraneo.

 
 
 
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