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 ITALIA - ITALIA - Immigrazione, altra tragedia in mare. Ministro Alfano: sbarchi diminuiti rispetto allo scorso anno
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16 agosto 2015 7:37
 
 Sono in lieve calo gli sbarchi degli immigrati: dai 104.225 registrati nel periodo che va dal 1 gennaio 2014 al Ferragosto 2014 si e' passati ai 103.226 dell'analogo arco temporale del 2015. E ammontano a 89.083 le presenze di immigrati nel nostro sistema di accoglienza. Lo ha ricordato il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, nel corso della conferenza stampa di Ferragosto. Il titolare del Viminale ha detto che "la crisi libica e' un vulcano acceso e attivo di fronte all'Europa. Il mondo non puo' piu' attendere. L'Italia sta pagando due volte il conto: prima quando la comunita' internazionale ha fatto l'intervento in Libia; nessun giudizio sul regime di Gheddafi ma dopo la sua caduta il conto lo ha pagato sicuramente l'Italia. E poi la comunita' internazionale non ha completato il suo lavoro e ha dato prove di inerzia: ed e' il secondo conto che l'Italia e' costretta a pagare".

Ma 'il conto' pagato dall'Italia è niente rispetto a quello pagato da chi cerca di scappare a guerre e fame. 
"Una scena terribile che ha colpito molto l'equipaggio: decine di cadaveri ammassati nella stiva, le donne che piangevano i loro uomini". Sono le parole del capitano di fregata Massimo Tozzi, comandante del pattugliatore della Marina Militare Cigala Fulgosi, che oggi ha soccorso a circa venti miglia dalla Libia un barcone a bordo del quale c'erano alcune decine di cadaveri nella stiva. "Per ora ne abbiamo recuperati 8, ora proseguiremo nel trasbordo dei corpi fino all'ultimo, ma sono ammassati uno sull'altro ed il numero esatto delle vittime ancora non è chiaro. Potrebbero esserci anche bambini". La richiesta d'aiuto alle autorità italiane è avvenuta, come al solito, tramite un telefono satellitare. La nave della Marina è stata così dirottata sul posto. Alle prime ore della mattina un elicottero del pattugliatore ha individuato il barcone. "Era un'imbarcazione di 14 metri stracarica di persone: in pochissimi avevano il salvagente. Non è chiaro se a bordo c'erano scafisti o qualcuno che la governava. Il barcone era comunque fermo quando siamo arrivati noi". Inizialmente, dunque, sembrava un intervento come altri che in questo periodo si susseguono nel canale di Sicilia. Ma quando gli uomini della Marina sui gommoni sono intervenuti, i passeggeri hanno subito parlato di morti a bordo. E quando i militari sono saliti ed hanno ispezionato la stiva si sono trovati di fronte a qualcosa che non dimenticheranno facilmente. "Corpi senza vita ammassati uno sull'altro, mentre le donne si disperavano per i loro cari morti", racconta il comandante. La probabile causa di morte è l'asfissia per inalazione di combustibile, dato che i corpi esaminati finora non presentano segni di ferite. Come avviene in questi viaggi della disperazione, chi può permettersi di pagare di più ottiene un posto all'aperto e magari anche un salvagente o un giubbotto di salvataggio; per gli altri c'è la stiva. Il barcone era partito presumibilmente da poche ore, non era in mare da tanto. Ma era talmente carico che la sua sorte era segnata. L'intervento della Marina ha evitato che la tragedia fosse ancora più pesante. "Ma è questo che facciamo, prestare soccorso a chi è in difficoltà in mare è il nostro compito".

 
 
 
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