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 ITALIA - ITALIA - Immigrati. Rapporto Caritas-Migrantes
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30 ottobre 2012 10:57
 
Il numero complessivo degli immigrati regolari, inclusi i comunitari e quelli non ancora iscritti in anagrafe, abbia di poco superato i 5 milioni di persone alla fine del 2011, un numero appena piu' alto di quello stimato lo scorso anno (5.011.000 rispetto a 4.968.000). E' quanto emerge dal Dossier Statistico Immigrazione 2012 realizzato dalla Caritas Italiana e la Fondazione Migrantes.
Nel 2011 il Ministero degli Affari Esteri ha rilasciato 231.750 visti per inserimento stabile, in prevalenza per motivi di lavoro e di famiglia, mentre sono stati circa 263 mila i permessi di soggiorno validi alla fine del 2010 che, dopo essere scaduti, non sono risultati rinnovati alla fine del 2011.
Il numero stimato dei comunitari (1.373.000, per l'87% provenienti dai nuovi 12 Stati membri) e' stato ottenuto applicando ai residenti a fine 2010 lo stesso tasso d'aumento riscontrato tra i soggiornanti non comunitari nel 2011. Le principali collettivita' sono risultate: Romania 997.000, Polonia 112.000, Bulgaria 53.000, Germania 44.000, Francia 34.000, Gran Bretagna 30.000, Spagna 20.000 e Paesi Bassi 9.000.
La ripartizione della stima totale per aree continentali vede prevalere l'Europa, tra comunitari (27,4%) e non comunitari (23,4%), seguita dall'Africa (22,1%), dall'Asia (18,8%) e dall'America (8,3%), mentre le poche migliaia di persone provenienti dall'Oceania e gli apolidi non raggiungono neppure lo 0,1%.
Tra i soggiornanti europei non comunitari (1.171.163), gli albanesi sono i piu' numerosi (491.495). Seguono 223.782 ucraini; 147.519 moldavi; 101.554 serbi e montenegrini; 82.209 macedoni; 37.090 russi; tra i 20mila e i 30mila ciascuno, i bosniaci, i croati e i turchi.
Per quanto riguarda il continente africano, alla fine del 2011 i marocchini risultano essere la prima collettivita', con 506.369 soggiornanti (i piu' numerosi anche tra tutti i non comunitari). Le altre grandi collettivita' africane provengono da Tunisia (122.595), Egitto (117.145), Senegal (87.311), Nigeria (57.011), Ghana (51.924); seguono Algeria (28.081) e Costa d'Avorio (24.235); quindi, con circa 15 mila soggiornanti, Burkina Faso e, con 10 mila soggiornanti o poco meno, Camerun, Eritrea, Etiopia, Mauritius e Somalia. In totale, i soggiornanti africani sono 1.105.826.
Gli immigrati dall'Asia, che alla fine del 2010 hanno inciso per il 12,7% sull'insieme dei residenti stranieri nell'Unione Europea, nell'anno successivo sono arrivati a incidere in Italia per 6 punti percentuali in piu', per un totale di 924.443 soggiornanti. In particolare, l'Italia e' lo Stato membro che nell'UE accoglie le collettivita' piu' numerose di cinesi (277.570 soggiornanti nel 2011), filippini (152.382), bangladesi (106.671) e srilankesi (94.577), mentre e' il secondo Stato per quanto riguarda la presenza di indiani (145.164) e pakistani (90.185).
La componente americana totalizza nel suo complesso 415.241 soggiornanti. Le principali collettivita' provengono dal Peru' con 107.847, dall'Ecuador con 89.626, dal Brasile con 48.230 e dagli Stati Uniti con 36.318, seguite - con circa 20mila soggiornanti ciascuna - dai cittadini della Colombia, di Cuba e della Repubblica Dominicana e quindi - con circa 10mila - di Argentina, Bolivia ed El Salvador.
I permessi di soggiorno in vigore alla fine del 2011, inclusi i minori iscritti sul titolo dei genitori e al netto dei casi di doppia registrazione (archivio del Ministero dell'Interno revisionato dall'Istat), sono stati 3.637.724, in leggero aumento rispetto ai 3.536.062 del 2010 (+2,9%).
In Italia, dal 1950 al 1989 sono state 188 mila le domande d'asilo e dal 1990 (anno di abolizione della riserva geografica) fino al 2011 se ne sono aggiunte circa 326 mila per un totale, dal dopoguerra ad oggi, di oltre mezzo milione.
La media annuale e' stata di circa 8mila domande, superata di quasi quattro volte nel 2011 (ma anche nel 2008 e nel 1999, quando le domande furono piu' di 30mila). Nel 2011 le domande sono state presentate in prevalenza da persone provenienti dall'Europa dell'Est e dal martoriato continente africano; quasi un terzo (30%) delle domande prese in esame (24.150) e' stato definito positivamente (una su tre ha riguardato il riconoscimento dell'asilo e le altre la protezione sussidiaria o umanitaria, per un totale di 7.155).
Gli sbarchi dal Nord Africa, confluiti per lo piu' nell'isola di Lampedusa, hanno coinvolto circa 60 mila persone, in partenza prima dalla Tunisia e poi dalla Libia (28mila). In Italia, per far fronte alle esigenze di accoglienza, si dispone di 3 mila posti che fanno capo al Servizio per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar), in collaborazione con gli Enti locali, le Regioni e il mondo sociale, e di 2 mila posti assicurati dai Centri di accoglienza per richiedenti asilo (Cara), mentre e' di altri 3 mila posti la capienza dei Centri di accoglienza per immigrati.
Anche nel 2011, mentre gli occupati nati in Italia sono diminuiti di 75mila unita', gli occupati nati all'estero sono aumentati di 170mila. Attualmente gli occupati stranieri, incluse anche le categorie non monitorate dall'indagine campionaria dell'Istat, sono circa 2,5 milioni e rappresentano un decimo dell'occupazione totale.
Nello stesso tempo tra gli stranieri e' aumentato il numero dei disoccupati (310mila, di cui 99mila comunitari) e il tasso di disoccupazione (12,1%, quattro punti piu' in piu' rispetto alla media degli italiani), mentre il tasso di attivita' e' sceso al 70,9% (9,5 punti piu' elevato che tra gli italiani). I neocomunitari, che tra i residenti incidono per un quarto, nell'archivio Inail raggiungono quasi un terzo tra i lavoratori nati all'estero occupati come dipendenti e il 40% tra i nuovi assunti del 2011.
Nell'attuale congiuntura la forza lavoro immigrata continua a svolgere un'utile funzione di supporto al sistema economico-produttivo nazionale per la giovane eta', la disponibilita' e la flessibilita' (caratteristiche che, purtroppo, spesso si traducono in forme piu' o meno gravi di sfruttamento). Gli immigrati sono concentrati nelle fasce piu' basse del mercato del lavoro e, ad esempio, mentre tra gli italiani gli operai sono il 40%, la quota sale all'83% tra gli immigrati comunitari e al 90% tra quelli non comunitari.
Motivati dal bisogno di tutela, sono oltre 1 milione gli immigrati iscritti ai sindacati, con una incidenza dell'8% sul totale dei sindacalizzati e del 14,8% sulla sola componente attiva. Del resto, gli archivi dell'Inail attestano che essi sono maggiormente soggetti al rischio infortunistico: tra i lavoratori nati all'estero, in controtendenza con l'andamento generale, gli infortuni sono infatti cresciuti, raggiungendo un'incidenza media del 15,9% sugli infortuni complessivi a fronte del 15% dell'anno precedente. Le ispezioni condotte nel 2011 hanno riscontrato in situazione irregolare il 61% delle aziende sottoposte a verifica, in circa la meta' dei casi per lavoro nero, condizione che accresce l'esposizione dei lavoratori al rischio di infortunio sul lavoro.
I collaboratori familiari (poco piu' di 750 mila quelli nati all'estero assicurati presso l'Inps) rappresentano la categoria piu' numerosa tra gli immigrati e costituiscono una risorsa preziosa per un paese in cui ogni anno 90 mila persone in piu' diventano non autosufficienti, dove il bisogno di assistenza aumentera' con il crescente invecchiamento della popolazione autoctona (aumento degli ultra65enni dall'attuale 20,6% della popolazione al 33% previsto a meta' secolo).
Seguono gli infermieri stranieri (un decimo del totale) che assicurano un apporto indispensabile al servizio sanitario nazionale e a molte strutture private.
Anche il settore agricolo, scarsamente attrattivo nei confronti degli italiani, per molti immigrati costituisce una prospettiva di inserimento stabile (allevamenti e serre) o un'opportunita' limitata a determinati periodi dell'anno (lavoro stagionale) o quanto meno al momento dell'ingresso, al punto che l'agricoltura e' stato il solo settore ad aver registrato, per gli immigrati, un saldo occupazionale positivo.
Altri settori per i quali il contributo degli immigrati continua a risultare fondamentale sono l'edilizia, i trasporti e, in generale, i lavori a forte manovalanza: dai dati messi a disposizione dalle organizzazioni delle cooperative, risulta che gli immigrati incidono per oltre un sesto nelle cooperative di pulizie e per oltre un terzo in quelle che si occupano della movimentazione merci.
L'attenzione alle percentuali permette anche di segnalare la rilevanza assunta dagli immigrati in altre categorie, seppure quantitativamente non rilevanti.
I marittimi in Italia, la cui flotta per tonnellate di portata e' al 14* posto nel mondo e tra i primi nel comparto crocieristico (dati di Confitarma), sono 60 mila (su un totale mondiale di 1.372.000) e sul personale operante a bordo gli stranieri incidono per il 40%, in provenienza soprattutto dalla Romania, dall'India e dalle Filippine (dove a Manila, dal 2007, opera una sede distaccata dell'Accademia della Marina Mercantile Italiana per formare lavoratori del posto che suppliscano alla nostra mancanza di maestranze).
L'immigrazione in Italia continuera' a crescere. Secondo le previsioni sul futuro demografico del paese (scenario medio), infatti, nel 2065 la popolazione complessiva (61,3 milioni di residenti) sara' l'esito di una diminuzione degli italiani di 11,5 milioni (28,5 milioni di nascite e 40 milioni di decessi) e di un saldo positivo di 12 milioni delle migrazioni con l'estero (17,9 milioni di ingressi contro 5,9 milioni di uscite): in questo nuovo scenario demografico gli stranieri supereranno i 14 milioni.
Nel 2011 sono state 42,5 milioni le persone costrette alla fuga in altri paesi, di cui 15,2 milioni i rifugiati e 26,4 gli sfollati interni.
Nello stesso anno sono state presentate 895 mila domande di asilo (primo paese gli Stati Uniti con 76mila casi): di esse, 277 mila sono state presentate nell'UE, con 51 mila casi in Francia (primo paese) e 37.350 in Italia.
Sono tanti i focolai di guerra, alcuni conosciuti e altri dimenticati, e 1,2 miliardi di persone vivono in regimi dispotici (34) o in 'Stati fragili' (43) alle prese con degrado, poverta' ed emergenze.

 
 
 
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