Ha chiesto il rinnovo del permesso di soggiorno in Italia con due anni e sette mesi di ritardo, e quando gli e' stato rifiutato ha fatto ricorso al Tar, vincendo la causa: i giudici del tribunale amministrativo del Piemonte, infatti, hanno stabilito che la tardivita' della richiesta 'non puo' costituire sufficiente motivazione di diniego'. L'albanese E.H., che nel maggio del 2011 aveva chiesto alla Questura di Asti il rinnovo di un documento scaduto nell'ottobre del 2008, otterra' anche 800 euro di rimborso.
L'immigrato, lavoratore subordinato, non aveva giustificato il ritardo. I giudici, pero', dopo avere fatto presente che non esistono termini perentori, hanno sottolineato che E.H. e' 'ben inserito dal punto di vista sociale e lavorativo sul territorio nazionale' e ha 'manifestato in maniera inequivocabile la volonta' di soggiornare' sostenendosi con 'i proventi derivanti da attivita' lecitamente svolte'.