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 ITALIA - ITALIA - Famiglie immigrati: 38% povere
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Notizia 
26 agosto 2011 13:00
 
Il 38% delle famiglie straniere che risiedono in in Italia vive al di sotto della soglia di poverta', contro il 12,1% delle famiglie italiane. Il reddito mediamente percepito dagli stranieri, che ammonta a 17,4mila euro, non permette loro di risparmiare, dal momento che i consumi superano, anche se di poco, le entrate familiari, provenienti per il 90% da lavoro dipendente e destinate, tra le altre cose, al pagamento dell'affitto, dal momento che appena l'11,3% delle famiglie straniere e' proprietaria della casa di residenza. Sono alcuni risultati di un'indagine realizzata dalla Fondazione Leone Moressa.
Il reddito annuo di una famiglia straniera ammonta mediamente a 17,4mila euro contro i quasi 33mila di una famiglia italiana. D'altro lato i livelli di consumo si attestano, rispettivamente a 17,7mila e a 24mila euro. Questo permette di calcolare il livello di risparmio delle famiglie (dato dalla differenza tra redditi e consumi) che per gli stranieri e' addirittura negativo (-362 euro), mentre per gli italiani raggiunge quota di 8,8mila euro di risparmi annui.
I livelli di reddito consentono inoltre di stimare quanti individui vivono al di sotto della soglia di poverta', tecnicamente chiamato indice di poverta' economica: per gli stranieri si tratta di quasi il 38%, ma per gli italiani la percentuale si abbassa al 12,1%.
Quanto al reddito delle famiglie straniere (al netto delle imposte sul reddito e dei contributi sociali), esso - secondo lo studio - deriva per quasi il 90% da redditi da lavoro dipendente, per il 7,7% da lavoro autonomo e per il 6% da reddito da capitale. Il saldo negativo tra entrate e uscite dei trasferimenti netti degli stranieri e' dovuto alle rimesse che vengono destinate ai Paesi d'origine, contribuendo alla riduzione del reddito disponibile.
Le famiglie italiane invece fanno affidamento per un quarto del loro reddito su pensioni o altri trasferimenti (25,9%) e per il 21,7% su redditi da capitale, mentre il reddito da lavoro dipendente pesa 'appena' per il 40%.
Per quanto riguarda i consumi, il comportamento delle famiglie straniere non differisce di molto rispetto a quello delle famiglie italiane (se non per l'importo annuo). La quasi totalita' dei consumi e' destinata a spese per beni non durevoli: 94,9% per le famiglie straniere contro il 93,1% di quelle italiane. Il rimanente per la spesa di beni durevoli: 5,1% per gli stranieri, 6,9% per gli italiani.
La quasi totalita' delle famiglie straniere che riescono a risparmiare, decide di indirizzare il proprio denaro in depositi bancari in conto corrente nel 79,6% dei casi, e solo pochissimi investono in obbligazioni (1,3%), in titoli di stato (0,1%) o in altre forme di investimento (1,3%). Le famiglie italiane invece, sebbene l'89,5% lasci comunque depositati parte dei propri soldi in conto corrente, mostrano maggiore varieta' di investimento. Nell'11,6% dei casi possiedono obbligazioni o quote di fondi comuni, nel 9,7% titoli di stato e in quasi il 20% investe in altre forme (come azioni, partecipazioni, gestioni patrimoniali e prestiti a cooperative).
Anche per quanto riguarda le forme di indebitamento, il comportamento delle famiglie straniere non differisce molto nelle percentuali da quello delle italiane; il 15% delle famiglie straniere si indebita per l'acquisto di beni di consumo, mentre l'11,2% per l'acquisto di immobili. Per quanto riguarda le famiglie italiane, i valori sono molto simili: 13,2% per i beni di consumo, 12,7% per gli immobili.
Sul 'capitolo casa', dall'indagine emerge che il 79,1% delle famiglie straniere vive in affitto nell'abitazione di residenza e appena l'11,3% ne e' il proprietario. Il rimanente 9,6% e' in usufrutto o in uso gratuito. La maggior parte delle famiglie italiane invece e' proprietaria dell'abitazione dove abita (71,8%), mentre il 18,3% di esse vive in affitto. Per quanto riguarda la proprieta' di altri immobili, gli stranieri nel 13,5% dei casi possiede altre abitazioni, anche nel paese di origine, ma il 75,2% non e' proprietario di alcun immobile. Tra le famiglie italiane invece quelle che non possiede alcuna proprieta' e' il 25,4%.
"Lo stato di poverta' in cui versano molte delle famiglie straniere che risiedono in Italia - affermano i ricercatori della Fondazione Leone Moressa - indica chiaramente l'esistenza di una marginalita' sociale che non va sottovalutata. La distanza tra famiglie italiane e straniere, in relazione all'entita' e alla struttura dei redditi e alle forme di risparmio e di investimento, rende evidente le caratteristiche delle attuali disuguaglianze. La crisi economica in atto, che ha dimostrato come gli stranieri siano stati l'anello debole del mercato del lavoro, rischia di far privare gli stranieri dell'unica fonte di reddito cui le famiglie possono fare affidamento: il reddito da lavoro dipendente. Senza lavoro, oltre a perdere la regolarita' del soggiorno in Italia, gli stranieri vedranno peggiorare la propria situazione economica, aggravando il loro livello di benessere e creando nuova poverta'".
 
 
 
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