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 ITALIA - ITALIA - Diritti umani, rifiutata richiesta asilo per Tina Richard
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Notizia 
15 settembre 2011 10:30
 
La sua storia, di violenze e abusi, inizia a 15 anni. Rifiuta, poco piu' che ragazzina, di sposare un suo facoltoso connazionale. Subito la vendetta dell'uomo: con l'omicidio dei suoi genitori. Inizia la fuga, dalla Nigeria.
Arriva in Italia, Tina Richard, originaria di Kanu. La prima volta e' nel 1998. Viene rimpatriata e, nel suo paese, viene rapita e violentata. Riesce a tornare in Italia dove decide di presentare richiesta di asilo: richiesta negata, secondo quanto rende noto l'organizzazione umanitaria EveryOne che, ora, chiede una mobilitazione per evitare il rimpatrio.
'Tina Richard e' una ragazza che ha sofferto terribili abusi ed e' dovere di uno Stato che si definisce civile proteggerla e assicurarle un'esistenza dignitosa', spiegano Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, co-presidenti di EveryOne. E' grazie ad un vescovo che Tina riesce a scappare dalla Nigeria.
Dopo il suo arrivo in Italia e il rimpatrio in quanto clandestina, nel suo paese viene rapita da un uomo, che la violenta, la tortura e la tiene segregata in casa per mesi.
Riuscita a scappare e riesce a tornare in Italia, nel 2003.
Recatasi da sola a Roma in Questura, per inoltrare la richiesta di protezione internazionale, le viene chiesto di tornare dopo un mese, ma Tina e' terrorizzata dal rischio di un rimpatrio e, da clandestina, si prostituisce.
Nel 2011, conosce l'avvocato Loredana Briganti e da lei assistita decide di presentare ufficialmente richiesta di asilo presso la Questura di Teramo. 'Il 5 luglio scorso la commissione di Caserta, composta da rappresentanze territoriali del ministero dell'Interno e dell'Alto Commissario Onu per i Rifugiati - dice EveryOne - le nega la protezione internazionale, motivando il diniego con il fatto che Tina puo' richiedere l'aiuto delle autorita' nigeriane, nonostante la sua storia sia credibile e l'assassino dei suoi genitori, protetto dalle autorita' locali, sia ancora in liberta', intenzionato a vendicarsi del rifiuto di Tina di concedersi in moglie'.
Tina, rappresentata dall'avvocato Briganti del Foro di Teramo, presentera' ricorso. Nel frattempo il Gruppo EveryOne chiede 'la mobilitazione della societa' civile contro il rimpatrio della ragazza, appellandosi anche ad Antonio Guterres, Alto Commissario Onu per i Rifugiati, e ai membri del Parlamento europeo, affinche' esercitino pressioni presso il Governo italiano per scongiurare una nuova deportazione di Tina dall'Italia, in palese violazione degli accordi internazionali'.
 
 
 
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