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 U.E. - U.E. - Corte Ue boccia logica politica del reato di clandestinita'. Arci
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Notizia 
7 dicembre 2012 19:56
 
'Per la seconda volta, dopo la sentenza del 2011, la Corte di Giustizia Europea interviene per ribadire che, per essere compatibile con quanto disposto dalla 'Direttiva Rimpatri', lo Stato non puo' punire con la pena detentiva lo straniero a cui venga attribuito il reato di ingresso e soggiorno irregolare. Non boccia quindi tout court questa ipotesi di reato introdotta dall'ultimo governo Berlusconi, ma fissa dei paletti invalicabili che di fatto ne vanificano le vere ragioni'. Lo dichiara in una nota Filippo Miraglia, responsabile immigrazione Arci.
La Corte, ricorda Miraglia, 'nega la possibilita' di espulsione immediata nel caso non venga accertato dal giudice penale il rischio di fuga e stabilisce che non si possa comminare la pena alla permanenza domiciliare nel caso l'ammenda pecunaria non venisse pagata, escludendo cosi' la legittimita' di un'eventuale privazione della liberta''. Di fatto, evidenzia il responsabile immigrazione dell'Arci, 'viene smontata, con motivazioni solo apparentemente tecniche, la logica tutta politica e propagandistica che stava alla base dell'introduzione del reato di clandestinita', con cui, fra l'altro, si tentava di aggirare quanto disposto dalla Direttiva, gia' di per se' per molti versi discutibile'.
'Quella netta cesura con simili scelte che ci saremmo aspettati dal governo Monti purtroppo non c'e' stata e orami temiamo che non ci sia ne' la volonta' politica ne' il tempo per cambiare simili provvedimenti - denuncia Miraglia - Non ci resta dunque che augurarci che il prossimo governo cambi finalmente rotta in tema di politiche sull'immigrazione. Il riconoscimento della cittadinanza a chi nasce in Italia e' un obiettivo prioritario - ammonisce - ma dovra' essere accompagnato da misure importanti come la cancellazione della Bossi-Fini e di tutte le misure emanate con intento persecutorio verso i migranti'.

 
 
 
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