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 ITALIA - ITALIA - Cie Ponte Galeria/Roma: un lager con due terzi tossicodipendenti
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Notizia 
5 dicembre 2009 15:16
 
'In previsione della visita ispettiva di massa che si svolgera', in occasione del Ponte dell'Immacolata, presso tutti i Centri di Identificazione ed Espulsione, i Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo e i Centri di Accoglienza per immigrati sparsi sul territorio nazionale, stanno gia' pervenendo i primi questionari compilati, nella parte di loro competenza, dai responsabili preposti alla loro amministrazione e gestione'.
Ad affermarlo e' Rita Bernardini, deputato radicale eletto nelle liste del PD, membro della Commissione Giustizia della Camera, che aggiunge: 'Tra questi si segnala -a causa dei dati particolarmente allarmanti in esso contenuti- quello relativo al CIE di Ponte Galeria gestito dalla Prefettura di Roma, struttura che attualmente contiene 300 immigrati. 229 dei quali colpevoli di essere stati trovati privi del permesso di soggiorno, situazione che secondo le stime della CGIL riguarda circa un milione di stranieri presenti sul nostro territorio. Tra gli stranieri trattenuti nella struttura romana, 200 risultano essere tossicodipendenti (di cui 80 sottoposti a trattamento metadonico), 10 sieropositivi, 4 tubercolotici e 30 affetti da altre patologie infettive. Per questa umanita' sofferente di 300 persone, private di tutto, ristrette in un Centro che e' peggio di una galera, c'e' un solo mediatore linguistico culturale, un solo psicologo, un solo assistente sociale e nessun assistente legale. Il sovraffollamento, la mancanza del personale e gli effetti che le nuove norme in tema di immigrazione stanno creando, soprattutto quella che prevede, anche retroattivamente, un periodo mas¬simo di permanenza nel CIE di 180 giorni, stanno trasformando il Centro di Ponte Galeria in un vero e proprio lager dei nostri tempi'.
'Per questi motivi -afferma ancora la Bernardini- ho presentato un'interrogazione urgente al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dell'Interno e al Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali per sapere se all'interno di questa struttura siano garantiti i diritti fondamentali della persona; quali misure siano state adottate per la cura, l'assistenza sanitaria e psicologica dei 200 immigrati tossicodipendenti e, in particolare delle 10 persone sieropositive; quali misure igienico-sanitarie siano state prese nei confronti dei 34 immigrati portatori di malattie infettive anche al fine di prevenire l'eventuale diffusione dei focolai infettivi; se negli ultimi due anni si siano verificati rimpatri di immigrati affetti da tubercolosi senza che sia stato ultimato il protocollo terapeutico previsto per questa patologia; se il Governo intenda provvedere all'immediato adeguamento dell'organico dei mediatori culturali, degli psicologi, degli assistenti sociali operanti all'interno di questo Centro e se non ritenga di doverne disporre con urgenza il trasferimento della sede in una struttura piu' idonea e vivibile'.

 
 
 
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