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 ITALIA - ITALIA - Censura tv su soggetti a rischio. Unar
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Notizia 
26 luglio 2012 19:22
 
 Tv poco attenta ai soggetti a rischio discriminazione. I tg nazionali parlano di immigrati ma soprattutto come responsabili di episodi illeciti, mentre e' scarsa l'attenzione per disabili e quasi nulla quella per individui 'minacciati' per il loro orientamento sessuale e identita' di genere.
Sono i risultati preliminari di uno studio condotto da Isimm Ricerche per conto dell'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar), che ha analizzato quanto nella tv italiana siano presenti stereotipi discriminatori, quali l'origine etnico-razziale, la disabilita', l'orientamento sessuale e l'identita' di genere. Sotto la lente dell'Unar tutte le edizioni prime time e day time dei principali telegiornali nazionali.
I tre principali telegiornali della Rai, quelli di Mediaset, il TgLa7 e SkyTg24, per esempio - si legge sul sito dell'Unar - dedicano mediamente solo l'1,4% della loro durata complessiva a tematiche o eventi collegati ai soggetti a rischio. La stragrande maggioranza dell'attenzione mediale, comunque, e' concentrata sulle persone di diversa nazionalita', etnia o religione (88,9% delle 24 ore, 15 minuti e 16 secondi complessivamente dedicate dai Tg nazionali ai soggetti a rischio nel periodo che va dal 1 luglio al 31 dicembre).
Gli immigrati, compaiono piu' frequentemente all'interno delle notizie di cronaca (80,1% del tempo complessivamente dedicato a questi soggetti da parte delle testate principali). Sbarchi e crimini (62,1% del tempo complessivo) o arresti da parte delle forze dell'ordine (14,7%) sono le notizie piu' diffuse. Quando non sono autori di reati o di episodi di illegalita', gli immigrati arrivano sul piccolo schermo in quanto vittime di azioni negative (discriminazione, razzismo, violenza con il 23,5%). Quel che sembra mancare, e' una riflessione piu' generale sui fenomeni legati a questi soggetti.
Le persone a rischio discriminazione per disabilita' non sono, sostanzialmente, oggetto dell'attenzione dei telegiornali italiani - risulta ancora dall'indagine - e, quando lo sono, vengono visti come figure singole e come vittime, solo raramente come fatto sociale, come gruppo degno di attenzione in quanto tale.
Infine, gli individui a rischio per orientamento sessuale ed identita' di genere, sono oggetto di un'attenzione ancora piu' ridotta da parte dei principali tg nazionali (0,06% della loro durata), e quando cio' accade, avviene soprattutto all'interno delle edizioni prime time (69,9% del tempo a loro dedicato).
 
 
 
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