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matrimonio in Kenya con keniota
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Lettera 
20 settembre 2016 0:00
 
Buongiorno
mi chiamo Marco e scrivo per avere delucidazioni riguardo il seguente caso.
Mi sono sposato con la mia compagna Keniota il mese scorso in Kenya.
Sono rientrato in Italia per motivi di lavoro.
Il mio intento è quello di aspettare il rientro di mia moglie, ma non trascrivere il matrimonio in Italia, bensi metterla in cinta da qui a due anni.
Ora, però, perchè l'ambasciata faccia uscire mia moglie dal suo paese, mi richiedono di firmare un foglio che ho allegato in questa mail, altrimenti, non provvederanno alla legalizzazione del matrimonio.
Mi sembra di capire che se firmo, una volta provveduto l'ambasciata Italiana di Nairobi al disbrigo della pratica e una volta spedita all'ufficio di competenza della mia città, il matrimonio risulterebbe registrato in Italia, ed è quello che io non voglio.
Da una precedente consulenza telefonica presso i vs uffici mi è stato fatto notare che si tratta di un abuso.
Il referente in materia dell'ufficio anagrafe della mia città sostiene che è la prassi.
Aspetto un vostro parere. Grazie
Voglio però fare questa osservazione:
Potrei invitare mia moglie con una lettera di invito per turismo in Italia, come già fatto questo anno e poi non farla più rientrare?
Una volta qui in Italia, potremmo poi usufruire del ricongiungimento familiare o coesione familiare?
E comunque una volta in cinta non dovrebbero esserci problemi per il permesso di soggiorno, giusto?
in questo anno le è stato concesso un primo visa turistico di 30 giorni che è scaduto il 13 aprile (anche se la richiesta fu di 90gg) e poi un secondo soggiorno di 60 gg, scaduto il 3 di agosto.
Con una telefonata all'ambasciata (di cui mi fido assai poco, perchè sono scorretti e pressapochisti), hanno detto a mia moglie che potrebbe usufruire di un altro permesso per ottobre!! Nonostante abbia usufruito dei 90 gg, come da Lei fatto notare all'ufficio dell'ambasciata, cosa che mi appare strana. (Forse è meglio fare la stessa richiesta per iscritto via mail)
Comumque, il certificato di matrimonio che prima aveva consegnato al consolato italiano per la legalizzazione,su richiesta di mia moglie, le è stato, fortunatamente, riconsegnato.
Cosa ne pensate di questa seconda opzione?
Grazie
Cordialmente porgo i miei saluti
Marco, da Jesi (AN)

Risposta:
premesso che lei, in quanto italiano ha l'obbligo di aggiornare il suo stato civile e dunque di denunziare l'intercorso matrimonio attraverso la registrazione, alcuna valenza avrà la sua unione in matrimonio in Italia senza che ciò accada. Diverso sarebbe se fosse straniero, nel qual caso non ve ne sarebbe l'obbligo.
Ciò detto,in assenza di regolare trascrizione, sua moglie potrà ottenere comunque il titolo di soggiorno (ma lei incorrerebbe nelle possibili sanzioni previste per chi non trascrive gli atti dello stato civile) una volta in Italia. Invece, fino alla nascita del figlio non potrà che ottenere, dal sesto mese di gravidanza un permesso per cure mediche e solo dopo la nascita ed il riconoscimento da parte sua, potrà godere degli effetti che le procurerà un figlio italiano.
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