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Cittadinanza italiana
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Lettera 
18 maggio 2005 0:00
 
Innanzitutto un saluto. Sono italiano ed ho sposato nel 2001 una cittadina moldava. Abbiamo un figlio ed un altro e' in arrivo per la fine del mese di giugno. A febbraio 2003 e' stata prodotta, alla Prefettura di Roma, la domanda di acquisizione di cittadinanza italiana per mia moglie. Nel mese di novembre 2003 giungeva lettera della Prefettura (dopo una mia telefonata del mese precedente per accertare lo stato della procedura) che indicava la contemporanea trasmissione al Ministero dell'Interno della pratica, ben 9 mesi dopo, quando la normativa (241/90 e decreti attuativi cittadinanza) impone alla Prefettura il limite temporale di un mese. Il 24 febbraio 2005 (allo scadere dei 730 giorni previsti dalla legge sulla cittadinanza) inoltro una diffida ad adempiere al Ministro pro - tempore e al dirigente dell'Ufficio preposto alla trattazione delle pratiche di cittadinanza. Detta diffida chiedeva:
- la conclusione della pratica entro 30 giorni ai sensi dell'art 328 del C.P.
- la richiesta di indicazione del funzionario responsabile ai sensi degli art. 4 e 5 della legge 241/90.
- la richiesta di accesso agli atti (anche ai fini di un ricorso alla Corte Europea per i Diritti dell'Uomo) ai sensi degli art. 10, 22, 23, 15 della legge 241/90 con delega dell'interessata al coniuge in proposito, formalizzata con copia del suo documento di identita'. Le relative raccomandate vengono ricevute: - all'Ufficio cittadinanza il 3 marzo.
- dal Ministro pro-tempore il 23 marzo.
Con lettera del 14 marzo l'Ufficio per la cittadinanza comunica: "... si informa che l'istruttoria di rito si e' favorevolmente conclusa e che e' in corso la formalizzazione del provvedimento attributivo dell'invocato beneficio".
Il tutto senza che:
- il procedimento si sia ad oggi concluso.
- sia stato indicato il nominativo del funzionario responsabile (la lettera del 14 marzo non riporta che una firma non leggibile).
- sia stato consentito l'accesso agli atti.
Ho intenzione di attendere questa sola settimana prima di affidare la questione al giudizio della magistratura penale e di dare adeguata informazione ai mass-media sulla situazione delle cittadinanze. Voglio segnalare per inciso, che se mia moglie dovesse effettuare il giuramento di rito dopo la nascita del bambino, la nostro famiglia (catalogabile ormai di serie B) si vedrebbe privata di tutte quelle previdenze, previste per la nascita del secondo figlio, riservate alle donne cittadine italiane, con grosse ovvie discriminazioni. Previdenze che, ovviamente saranno chieste in risarcimento all'amministrazione interessata. Appare quanto mai assurdo che:
- una amministrazione statale che istituzionalmente deve garantire la legalita', evada invece i propri doveri.
- non si conosca neanche un numero di pratica di riferimento (nessuno l'ha mai comunicato).
- per la semplice apposizione di una firma debba trascorrere un tempo indefinito.
Ho posto la questione all'attenzione del Ministero delle Pari Opportunita' (che ha in corso il vaglio della segnalazione), al Ministero della Funzione Pubblica ed alla Presidenza della Repubblica. Ora pongo la questione alla Vostra conoscenza. Ringraziando per l'attenzione, porgo i miei piu' cordiali saluti.
Amedeo

Risposta:
Risposta di ADUC Immigrazione:

Indubbiamente ha compiuto tutti i "passaggi" richiesti dalla legge. Ci faccia conoscere l'esito della vicenda.
Aduc - immigrazione
 
 
 
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