La badante marocchina da piu' tempo in Italia vorrebbe portare in Italia la propria figlia minorenne.
Cosa dovrebbe fare a norma di Legge per poterla portare in Italia?
Vorrebbe poi farla soggiornare nella stessa abitazione dove la stessa presta la sua opera di assistenza e quindi di fatto vivere nella stessa casa dell'assistita.
Assistita che è molto perplessa dalla richiesta fatta dalla badante per i tanti risvolti legali e normativi che la questione produrrebbe.
A tal proposito chiede un Vs parere sulle conseguenze legali se tale eventualità dovesse concretizzarsi con riferimento alle responsabilità nei confronti della minore per assistenza in generale, studio, cure etc.e quale regime legale maturerebbe con riferimento alla residenza nella stessa abitazione dove opera la madre badante.
Sarebbe una ospite, un comodato o maturerebbero diritti di abitazione per cui diverrebbe difficile interrompere l'ospitalità una volta interrotta la collaborazione lavorativa con la badante o, nella malaugurata ipotesi, dovesse defungere la persona assistita?
Quale liberatoria con riferimento alla figlia minorenne e a quanto posto nei quesiti suddetti dovrebbe firmare la mamma badante nel caso si dovesse accettare quanto sopra?
Vi ringrazio per l'attenzione che presterete alla presente.
Cordiali saluti
Angelo, da Parma (PR)

Risposta:
la persona assistita che concede la possibilità alla propria badante convivente di portare la figlia minore non ha alcun obbligo nei riguardi della minore stessa, sempre che ovviamente quest'ultima non lavori ai suoi servizi (nel qual caso si instaurerebbe un altro ed autonomo titolo per stare con e nella casa in questione. L'unica cosa da fare, tutt'al più è chiarire che si tratta di ospitalità e cessione della stanza in comodato d'uso precario fintanto che la badante sarà impiagata, in modo tale da favorire il rilascio se dovesse interrompersi il rapporto di lavoro.
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