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L'irriverente. Immigrati e 'ius soli et culturae'. Qualcuno gioca col fuoco e si scottera'?
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Comunicato di Vincenzo Donvito
21 ottobre 2014 13:21
 
 E' un gran parlare di “ius soli et culturae”, cioe' la proposta di concedere la cittadinanza italiana automaticamente ai figli di immigrati non comunitari che, nati in Italia o arrivati in tenera eta', “abbiano compiuto un percorso di approfondimento e di conoscenza vera dell'identita' culturale del Paese” (1).
Da parte degli xenofobi si denuncia l'invasione dello straniero, mentre dall'altra parte sembra che questo stemperamento di quanto accade in Usa (dove basta nascere li' e si diventa americani -ius soli) stia facendo breccia. Vedremo come andra' a finire anche perche' gli xenofobi non appartengono ad uno specifico partito, ma sono un po' dovunque, anche nei luoghi e negli ambienti piu' impensati.
Ma noi non ci accontentiamo, e per questo siamo irriverenti. Ci piacciono le cose chiare e semplici proprio come -nella fattispecie- in Usa, cose che di per se' non fanno male a nessuno ma bene a tutti. Perche' questa aggiunta “et culturae”? Qualcuno dice che significa che si potra' essere cittadini italiani finito il primo ciclo scolastico, cioe' alla fine della 5a elementare, cioe' quando il bambino avra' dieci anni.... che differenza rispetto agli attuali dieci anni di residenza che occorrono perche' la domanda di cittadinanza sia accolta? Nessuna!
Non solo, ma visto che se un bimbo nasce da genitori italiani e' italiano e non e' tale se nasce da genitori non-italiani, che c'entra lo “ius soli”, visto che viene riconosciuto solo dopo un percorso educativo/culturale?
Noi crediamo che qualcuno stia giocando col fuoco e si scottera'. Infatti -per fare un paradosso ma neanche tanto- per quei bimbi nati da genitori italiani che arrivano male alla fine della 5a elementare, che si fa? Gli si leva la cittadinanza italiana? E per quelli -adulti- che mostrano livelli di conoscenza inferiori a quelli ufficiali che dovrebbero essere raggiunti dopo la 5a elementare, che si fa? Si leva anche a loro la cittadinanza italiana?
Questa dello “ius soli et culturae” porta ad una logica che e' il contrario del diritto uguale per tutti, mantenendo di fatto l'attuale differenza per chi, pur nascendo in Italia, ha i genitori non italiani. Altro che “ius soli”... ius sola (nell'accezione romanesca del termine).

(1) cosi' oggi il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini a margine di un convegno a Firenze
 
 
 
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