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Immigrazione. Per la Corte di Giustizia i familiari di cittadini Ue hanno subito diritto alla carta di soggiorno
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Comunicato di Emmanuela Bertucci
17 settembre 2008 0:00
 
La direttiva europea 2004/38 sul “diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri” e' stata recepita in Italia da piu' di un anno. Ma non e' cosi' per le Questure, che fanno confusione tra le norme sui ricongiungimenti familiari che i cittadini extracomunitari richiedono per i propri parenti, con il diritto di soggiorno dei familiari di cittadini comunitari. La legge italiana, in attuazione della direttiva europea, prevede che, trascorsi tre mesi dall'ingresso, il familiare di cittadino italiano (coniuge, figli, genitori e figli dei figli a carico) possa richiedere alla Questura del luogo di residenza la carta di soggiorno, ma le Questure, invece di applicare l'articolo 10 del d. lgs. n. 30/2007 (rilascio immediato della carta di soggiorno), rilasciano prima un permesso di soggiorno e solo successivamente la carta (in alcuni casi nemmeno a tempo indeterminato).
L'illegittimita' di simili prassi e' stata ribadita da una sentenza della Corte di Giustizia delle Comunita' Europee (del 25 luglio 2008 nel procedimento n. C-127/08) in un procedimento sulla legislazione irlandese. La Corte ha ribadito che gli Stati devono consentire ai cittadini dell'Ue la conduzione di una normale vita di famiglia, cosi' come rientra nelle liberta' garantite dalla Ue stessa e dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle liberta' fondamentali (art. 8: diritto al rispetto della vita privata e familiare). Per la Corte la direttiva osta alle normative (e prassi) di uno Stato membro che prevedano il rilascio della carta di soggiorno solo successivamente al rilascio di un precedente permesso di soggiorno, o a seguito di un precedente titolo di soggiorno ottenuto in altro Stato membro dell'Ue.
Ne consegue la illegittimita' della prassi che abbiamo descritto. I familiari di cittadini italiani hanno diritto sin da subito alla carta di soggiorno, anche nei casi in cui siano entrati in Italia o in UE senza alcun visto di ingresso.
Fra l'altro, nell'era in cui le Questure sono a dir poco oberate dai continui rilasci e rinnovi di permessi di soggiorno, per i quali accumulano ritardi epocali, il rilascio della carta di soggiorno comporta il vantaggio di snellire le loro pratiche (non avranno, cosi', ulteriori permessi da rinnovare ogni due anni).
In caso di rifiuto da parte della Questura, ci si puo' rivolgere al tribunale ordinario del luogo di residenza, con un ricorso che verra' deciso in camera di consiglio.
 
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