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Immigrazione. Per il capo della polizia, quella clandestina è solo questione di criminalità
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Comunicato di Pietro Yates Moretti
4 novembre 2009 15:58
 
"L'immigrazione clandestina, dal punto di vista del capo della polizia di Stato, e' un problema di criminalita'". Lo ha detto Antonio Manganelli. "In alcune aree del Paese il 60-70% degli autori di reati sono clandestini. Inoltre, il 35% della popolazione carceraria e' costituito da immigrati clandestini. Questo significa che senza di loro ci sarebbe il 35% di spazio in piu' nelle carceri e che i detenuti avrebbero piu' aria a disposizione di quanto non ne abbiano oggi".
In altre parole, secondo il primo poliziotto, l'immigrazione clandestina è solo questione di ordine pubblico, e l'immigrato è necessariamente un criminale per il solo fatto di non aver ottenuto il rinnovo del permesso di soggiorno.
Queste parole dimostrano quanto sia pericoloso affidare alle forze dell'ordine compiti in materia di immigrazione. Quello che forse ci si dovrebbe chiedere è se l'immigrato clandestino sia geneticamente programmato a delinquere, oppure se in buona parte la delinquenza è una necessaria conseguenza dello stato di clandestinità. Infatti, gli spazi per regolarizzarsi sono strettissimi, e una volta piombati nella clandestinità non è possibile avere un regolare contratto di lavoro, di affitto e tutto ciò che è necessario per procurarsi legalmente da vivere. Solo un problema di ordine pubblico? No, è anche e soprattutto un problema politico e sociale!
Quando si decide, per legge, di tenere in clandestinità centinaia di migliaia di persone che vogliono vivere onestamente nel nostro Paese, è inevitabile che delinquano più di altri gruppi sociali. Le cause sono le leggi oggi vigenti che favoriscono e incentivano la clandestinità.


 
 
 
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