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16 agosto 2011 18:37 - rachid
Il giudice boccia Palazzo Tursi: bando discriminatorio. L'amministrazione dovrà pubblicare le nuove regole sul web e nei suoi uffici. A opporsi al divieto per chi non è cittadino italiano sono stati una donna peruviana ed un marocchino dall'associazione Studi giudici per l'immigrazione
Il Tribunale civile ha condannato il Comune per comportamento discriminatorio nei confronti degli immigrati senza la cittadinanza italiana che non hanno potuto partecipare al bando per rilevatori del censimento. L'ordinanza del giudice del lavoro Marcello Basilico ingiunge di riaprire il concorso per altri 19 giorni.

Ricalcando una simile sentenza pronunciata dal giudice di Milano, anche la sezione Lavoro ha accolto il ricorso di una giovane peruviana e di un marocchino, sostenuti dall'Asgi, l'Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione e dall'avvocato Elena Fiorini. Secondo il giudice, il Comune ha tenuto un comportamento discriminatorio.
escludendo dall'ammissione al concorso i cittadini dei Paesi extra Ue, perché ha escluso l'ammissione al concorso i cittadini dei Paesi extra Ue.

Il nuovo avviso di riapertura del bando dovrà essere pubblicato sul sito del Comune e affisso in tutti i locali del Comune aperti al pubblico.

È prevedibile quindi che nei prossimi giorni altre centinaia di persone si aggiungeranno al migliaio già in graduatoria, fra i quali verranno scelti i rilevatori che da ottobre, andranno casa per casa a raccogliere i questionari dell'Istat.

Il Comune - nella memoria difensiva presentata dall'Avvocatura -
si era richiamato alle norme che impediscono l'assunzione negli enti pubblici a chi non ha la cittadinanza. Ma il giudice ha pienamente accolto la tesi difensiva, secondo cui questa giustificazione "è infondata" in quanto i rilevatori verranno assunti come "collaboratori occasionali", non come dipendenti pubblici a tempo indeterminato. In ogni caso, sottolinea l'ordinanza, il testo unico sull'immigrazione dice che gli immigrati godono "dei diritti in materia civile attribuiti al cittadino italiano".

Il Comune è stato condannato anche a rimborsare le spese legali.
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