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La rivoluzione comunale, ovvero 'The Domenici Legacy'
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Articolo di Pietro Yates Moretti
4 dicembre 2007 0:00
 
E' iniziato tutto con Leonardo Domenici, Sindaco di Firenze. Ha percepito una strisciante insoddisfazione dei suoi concittadini, e soprattutto del suo elettorato: traffico bestiale e aria irrespirabile, troppe tasse -e al Governo siede la sua stessa maggioranza -, troppi scippi e traffico di droga per le strade. Cosi' ha deciso di porvi rimedio, andando alla radice del problema: IL LAVAVETRI. Senza indugio, ha emanato una ordinanza senza precedenti: in carcere chi lava i vetri. Chi l'ha detto che un Sindaco di sinistra non possa essere "tough on crime" (duro contro il crimine)?
E' vero, poi quell'ordinanza si e' rivelata illegale, ed il Sindaco e' stato costretto a sostituirla con una seconda ordinanza, e poi con un'altra ancora (siamo in attesa della quarta ordinanza, che probabilmente arrivera' poche ore prima che il Tar Toscana cassi anche questa il prossimo 13 dicembre). Ma queste sono quisquiglie. Il seme della rivoluzione comunale e' stato finalmente piantato. E la semina comincia a dare i suoi frutti. Rivediamoli brevemente:
1. A Cittadella, il sindaco ha fissato un tetto minimo di reddito per gli immigrati, da dimostrare per avere la possibilita' di restare nel Comune e non essere allontanati. Anche questo sindaco, come Domenici, e' pero' costretto a subire le indebite ingerenze della magistratura, cosi' pignola e attaccata alla lettera della legge. Nel frattempo, numerosi Comuni hanno adottato la stessa ordinanza, tra cui Verona.
2. A Caravaggio, si e' deciso di proibire il matrimonio fra un cittadino italiano ed uno straniero privo di permesso di soggiorno. In alter parole, se non hai un lavoro regolare, non puoi sposarti. E non potendoti sposare, non puoi regolarizzarti, e trovare un lavoro. Se ami una persona e vuoi dare vita ad una nuova famiglia ti devi affidare al decreto flussi, ovviamente tornandotene prima nel tuo Paese.
3. A Montegrotto Terme, il Sindaco ha invece ideato un approccio inverso per separare gli italiani dagli stranieri. Invece di espellere gli immigrati, si invitano gli abitanti italiani ad emigrare altrove, dove anche loro potranno godere dei benefici da neo-immigrati. Lascia solo perplessi che il tutto avvenga con un invito, invece che con una ordinanza.
Insomma, la rivoluzione comunale, the Domenici Legacy, e' avviata. Ma c'e' ancora molto da fare. Ad esempio, combattere oltre ai rumeni anche quelle centinaia di migliaia di ventenni e trentenni "mammoni", italiani Doc, che si trasferiscono al Nord in cerca di lavoro o per studio. Perche' concedere anche a loro la residenza o la possibilita' di sposarsi? Sono immigrati anche loro!
Forza Domenici! Dopo i lavavetri tocca ora ai terroni. Solo lei puo' avere il coraggio e la forza di spingere la sua rivoluzione al prossimo livello.
 
 
 
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