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Richiesta cittadinanza italiana alla Prefettura di Firenze: ci vogliono nove mesi per ottenere l'appuntamento per il deposito dell'istanza. E' legale?
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Articolo di Claudia Moretti
12 luglio 2014 11:00
 
Il sig. B. è un cittadino indiano che risiede regolarmente con la propria famiglia da molti anni in provincia di Firenze. Ha deciso di chiedere la naturalizzazione, avendone i requisiti ed avendo provveduto – faticosamente - alla raccolta dei certificati nel proprio paese d'origine.
Mi fa presente, tuttavia, che sul sito della Prefettura di Firenze, l'istanza (modulo + documenti) si deve presentare fisicamente allo sportello e che per farlo occorre prenotare on line un appuntamento. Non sono, infatti, ammessi depositi per raccomandata (verranno, si legge, debitamente rispediti al mittente), on line o altra via. Nel maggio scorso, il sistema gli ha “prenotato” un appuntamento per il marzo 2015. Si tratta di un comportamento legale da parte della P.a.? E' vero che molti servizi pubblici sono resi dalle varie amministrazioni con ritardi, liste di attesa, ecc... Per una radiografia, ad esempio, ci vogliono mesi e mesi eppure il sentire comune lo ritiene un ritardo legittimo, dovuto alla carenza di risorse, personale, macchinari e quant'altro. Ma a mio avviso, però, nel caso della presentazione dell'istanza di concessione della cittadinanza il ritardo è illegittimo e vi spiego perché. In primo luogo, va considerato che l'istanza di naturalizzazione è, forse, fra le istanze che riguardano gli stranieri, una fra le meno complesse. Il modulo è scaricabile on line e di facile ed intuitiva comprensione (contrariamente ai kit postali previsti per molte procedure, che spesso danno agli stranieri qualche problema di compilazione). I documenti da allegare sono ben individuabili, e, anche se per ottenerli lo straniero deve recarsi nel proprio Paese di origine o delegare qualcuno in loco, si tratta comunque di reperirli, punto e basta. In poche parole, il deposito dell'istanza non è una attività che richiede necessariamente il personale – o il know how- della Prefettura, così come non lo richiede una richiesta di ricongiungimento familiare o il rilascio di un permesso CE per soggiornanti di lungo periodo.Dunque il ritardo nel deposito non è giustificabile per l'assenza di personale o di mezzi. Anzi, ben potrebbe il Ministero far depositare tutto quanto in modalità telematica e poi provvedere alle integrazioni documentali in un secondo momento, come accade in altre procedure amministrative che riguardano gli stranieri. In secondo luogo, la normativa che riguarda la cittadinanza non prevede la procedura articolata per appuntamenti, ma dispone la possibilità di presentazione dell'istanza da parte di chi ritiene di averne i requisiti. Dunque non è pensabile che una mera disposizione organizzativa, tutta interna alla Prefettura di Firenze, possa legittimamente impedire a quei soggetti che si ritengono titolati, di depositare l'istanza, come la legge invece prevede, senza condizioni se non quelle attinenti al merito dei requisiti. La discrezionalità amministrativa che l'amministrazione si vanta di avere, attiene al merito del provvedimento finale di concessione, non certo può riguardare l'atto dovuto di ricezione dell'istanza stessa. In terzo luogo, lo slittamento della data di presentazione ha un chiaro effetto elusivo della normativa specifica in materia di durata massima del procedimento, che è di 720 giorni. E' evidente, infatti, che al tempo della istruttoria già lungo (due anni) non può non aggiungersi quello che passa dalla prenotazione al dì del deposito dell'istanza. Ma poiché i tempi, secondo legge, decorrono dalla presentazione dell'istanza, la Prefettura fiorentina adotta un escamotage, per non incorrere in responsabilità previste dalla legge 241/90 sul procedimento amministrativo. Legge, quest'ultima, che appare violata sotto numerosi profili, ed in particolare nella sua prima parte attinente ai principi ed alle responsabilità dirigenziali. Mi pare che ci siano gli estremi per dichiarare illegittimo il comportamento dell'amministrazione su descritto, dei funzionari responsabili del procedimento, anche per l'omissione di atti doverosi del proprio ufficio. Ad oggi, nonostante la messa in mora inoltrata via pec e per raccomandata, la Prefettura non risponde al Sig. B. Nei prossimi giorni interesseremo del caso le autorità governative e le sedi giudiziarie competenti per il ripristino della legalità.
 
 
 
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