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Referendum minareti. Consiglio d'Europa: Svezia versus Svizzera
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Articolo di Rosa a Marca
14 dicembre 2009 14:33
 
La riunione dei ministri del Consiglio d'Europa del 9 dicembre è stato un test politico per la Svizzera dopo il referendum contro la costruzione di nuovi minareti. Risultato: tra i 47 membri, dure critiche sono venute da Turchia, Azerbaigian e Svezia mentre gli altri Stati non si sono pronunciati, ha riferito l'ambasciatore Paul Widmer. Se le critiche dei primi due Stati erano scontate, non così quelle della Svezia -Paese spesso scambiato con la Svizzera. Gli svedesi, che avrebbero voluto parlare a nome dell'Ue di cui detengono la presidenza, hanno spiegato che il referendum ha inviato "un segnale negativo a chi s'impegna per la libertà religiosa, il dialogo interreligioso e l'integrazione"; inoltre attizza "pregiudizi contro i musulmani e l'Islam". Da parte sua la Svizzera sta sfoderando tutto il suo potenziale diplomatico per "informare e non per scusarsi", come chiarisce il portavoce del Dipartimento degli Esteri. L'argomento più usato è che i 400.000 musulmani residenti in territorio elvetico possono continuare tranquillamente a praticare la loro fede nei 200 luoghi di culto, moschee e altre strutture. Il punto più alto dell'offensiva mediatica è stata l'intervista del 13 dicembre della ministra degli Esteri, Calmy-Rey, all'emittente televisiva al-Jazira. Malgrado ciò, in Egitto e Pakistan si sono verificate le prime dimostrazioni contro la Confederazione. E conseguenze negative sono probabili nella vertenza con la Libia per il processo a carico di un figlio di Gheddafi: è improbabile che altri Stati islamici s'impegnino ancora per trovare una mediazione.
 
 
 
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