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Narcoguerra. I migranti clandestini arruolati o uccisi dai cartelli
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Articolo di Redazione
19 luglio 2013 11:36
 
Samuel Alberto Centeno Vazquez, un migrante originario dell'Honduras, e' stato avvicinato da alcuni uomini armati perche' lavorasse col cartello dei Los Zetas, mentre era sulla strada che, a nord del Messico, lo portava alla frontiera con gli Stati Uniti. Membri del gruppo criminale avrebbero promesso a questo uomo di 19 anni un salario di 1.000 dollari al mese, delle donne e della droga se avesse lavorato col cartello. “Loro volevano che lavorassi con loro, se ben intendete cosa voglio dire”, spiega Samuel all'agenzia France Presse (AFP), mentre e' nel centro di rifugio per migranti di Huehuetoca, nello Stato di Mexico. Gli avevano proposto di partecipare alle attivita' criminali del cartello: omicidi, traffico di droga, rapimenti e racket.
I migranti che vengono dall'America centrale sono sempre piu' spesso reclutati dai cartelli della droga, una tendenza relativamente recente, secondo le organizzazioni non-governative. Nel momento in cui l'emigrazione messicana verso gli Usa diminuisce, un numero sempre maggiore di migranti provenienti dall'America centrale attraversa il Messico verso gli Usa, per cercare una vita migliore oppure per sfuggire alle violenze dei propri Paesi. Circa 200.000 di loro entrano illegalmente in Messico ogni anno, secondo le stime del ministero dell'Interno. La maggior parte sono con scarsi mezzi economici e per molti di essi e' difficile resistere alle offerte dei narcotrafficanti. “Io ho detto no, ma altri li hanno seguiti”, dice Centeno Vazquez. Durante gli anni, i migranti dell'America centrale sono state vittime di sequestri, omicidi e racket da parte dei gruppi criminali o dalle autorita' messicane corrotte. Il cartello dei Los Zetas e' uno dei piu' violenti del Messico e controlli grandi parti del territorio. Ma il suo futuro e' incerto dopo che il suo capo, Miguel Angel Trevino, e' stato arrestato lunedi' scorso, il secondo in meno di un anno.
Altri migranti del centro di Huehuetoca hanno testimoniato sulla loro esperienza restando anonimi. Questo centro di accoglienza, una sorta di accampamento improvvisato, e' situato lungo delle linee ferroviarie sule quali transitano treni merci su cui i migranti salgono mentre sono in movimento nonostante il rischio di ferirsi se non anche morire. “Le persone decidono di far parte di questi gruppi criminali perche' non hanno soldi, mentre talvolta sono i Los Zetas che si infiltrano tra i rifugiati. E agli altri cosa resta, morire di fame? Tu non vuoi morire”, dice un rifugiato dell'Honduras. I migranti devono molto spesso pagare una tassa ai cartelli per avere il diritto di viaggiare su un tetto di un treno che va verso la frontiera, cosi' come fanno sapere alcune organizzazioni di aiuto ai migranti. Alcuni indicano in 100 dollari l'ammontare a persona di questa tassa. Alcuni contrabbandieri possono arrivare a far pagare anche piu' di mille dollari per una loro assistenza completa fino alla frontiera americana. “Le persone non hanno abbastanza denaro per pagare il viaggio e quindi il reclutamento e' diventato un altro metodo per pagare questi gruppi. Nella maggior parte dei casi, se non si accetta di essere reclutati si viene uccisi, oppure viene ucciso un membro della propria famiglia”, dice Nancy Perez che dirige la ONG “Sin Fronteras” (Senza Frontiere). Ad agosto del 2010, 72 migranti senza documenti era stati ritrovati uccisi in un ranch dello Stato di Tamaulipas e si presuppose che fosse una strage ad opera dei Los Zetas. L'unico sopravvissuto, originario dell'Equador, aveva raccontato che gli appartenenti al suo gruppo erano stati sequestrati ed uccisi dai loro rapitori: i migranti non erano in grado di pagare e si rifiutavano di lavorare per il cartello.

(articolo di Deborah Bonello per l'agenzia France Press – AFP, del 18/07/2013)
 
 
 
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