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JUS SOLI. Noterelle a margine della presente diatriba
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Articolo di Annapaola Laldi
20 giugno 2017 13:36
 
 Una piccola riflessione su alcune affermazioni che circolano in questo momento.
Il PD viene accusato da alcuni partiti avversari di cercare consenso elettorale con l’approvazione della legge che permette di acquisire la cittadinanza italiana agli stranieri nati in Italia e che qui frequentano le scuole e raggiungono un titolo di studio.
A me sembra un’accusa piuttosto risibile, sostanzialmente per due motivi.
Il primo: i beneficiari diretti di questa norma sono in gran parte dei bambini, e quindi ancora lontani dall’età del voto politico. Inoltre, i genitori sono e restano stranieri a tutti gli effetti e quindi non hanno possibilità di ringraziare quel determinato partito, votando per esso.
Il secondo: dato il clima attuale del nostro Paese, che è un po’ calduccio (e non solo per i gradi Celsius raggiunti dalla colonnina di mercurio), siamo sicuri che cavalcare il destriero dello Jus soli faccia davvero raggiungere il traguardo elettorale con grande vantaggio rispetto agli altri concorrenti?
A me pare che questa sia una bugia bella e buona.
Semmai, ne sono certa, il destriero che sembra più affidabile in questo momento è quello del voto contrario a questa legge, tanto che il disinvolto nostrano barbuto dalle numerose giravolte ha fatto anche questa e si è schierato tra i sostenitori del no a questa legge, sicuro di poter pescare voti nel bacino della frustrazione che purtroppo non viene ancora presa sul serio da chi pur ha uno sguardo più lungimirante.
Ma c’è anche un’altra considerazione da fare sul possibile (ma non necessario) vantaggio elettorale che darebbe ai partiti che si battono perché sia approvata la legge sullo Jus soli.
Basta infatti riandare con la memoria alla legge sulle unioni civili, alla cui approvazione sicuramente il PD (e anche Matteo Renzi) ha dato un bel contributo. Ebbene, essa non ha fatto guadagnare tanti consensi a questo partito e al suo segretario. Quella legge doveva essere fatta, è una legge giusta, non è affatto un regalo, hanno affermato diversi rappresentanti del movimento LGBT, aggiungendo che chi ha promosso e contribuito alla sua approvazione ha fatto solo quello che doveva fare. E quindi, niente riconoscenza tradotta in “soldoni elettorali”. Quindi, chi ci dice che pure i beneficiari della eventuale (e per me auspicabile) legge sullo Jus soli non avranno questi stessi sentimenti? E’ una legge doverosa, chiunque la faccia approvare, non fa, appunto, che il suo dovere. E quindi libertà di voto! Sul serio.

P.S. Segnalo questa riflessione di M. Feltri dal titolo di “C’era un cinese a Roma” comparsa stamani su “La Stampa” 
 
 
 
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