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Immigrazione. Negato il diritto di giocare a calcio ai minorenni figli di clandestini
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Articolo di Emmanuela Bertucci
7 maggio 2014 16:28
 
 Da un articolo apparso pochi giorni fa sul web,  apprendo che i minorenni stranieri che vogliono giocare a calcio e tesserarsi per una società della Lega Nazionale Dilettanti possono farlo solo se i propri genitori sono in regola con il permesso di soggiorno.

Non sono esperta del settore, leggo la notizia e navigando online trovo un altro articolo, molto esaustivo, che analizza “Il tesseramento dei minori stranieri nei campionati F.I.G.C.: problematiche e soluzioni auspicabili” e scopro che nel gioco del calcio a livello dilettantistico fra minorenni, essere italiano o straniero fa la differenza. Sia per i bambini fra gli 8 e i 14 anni (che fanno riferimento al SGS - Settore per l’attività giovanile scolastica) che dai 14 ai 18 anni (che fanno riferimento alla Lega Nazionale Dilettanti – LND), il tesseramento dei bambini stranieri extracomunitari e' molto piu' complesso di quello per gli italiani, occorre presentare una corposa documentazione e la decisione sul tesseramento viene presa a livello centrale e non provinciale come avviene per gli italiani.

Decisamente piu' grave, i bambini e ragazzini stranieri extracomunitari i cui genitori siano clandestini non possono tesserarsi.

Si tratta di una regola prima di tutto illogica, oltre che illegittima e discriminatoria. La regola dimentica - o ignora - che i minorenni stranieri, per il diritto italiano, non sono mai clandestini anche se i genitori non hanno documenti in regola: non sono espellibili (art. 19 del Testo unico in materia di immigrazione), hanno diritto all'educazione scolastica (art. 38 del TU) e alle cure sanitarie (art. 35 del TU). Ancor prima, “a monte”, la Convenzione di New York sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza (ratificata dall'Italia con Legge n. 176 del 27 maggio 1991) pone fra i propri principi cardine la non discriminazione; l'attenzione al superiore interesse del fanciullo in ogni legge, provvedimento, iniziativa pubblica o privata; il diritto allo sviluppo psico-fisico del bambino e all'art. 31 espressamente riconosce al fanciullo “il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età e a partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica […]".

A parere di chi scrive una simile regola viola, ancora, il diritto costituzionale dell'individuo al miglioramento del benessere psico-fisico (art. 32), il diritto alla liberta' di associazione sportiva (art. 18), allo sviluppo della propria personalita' nelle relazioni sociali (art. 2) e viola, soprattutto, il diritto a non subire discriminazioni etniche o razziali.

Si tratta di una regola ancor piu' grottesca se letta insieme alla norma del testo unico in materia di immigrazione (art. 27 lett. p) che apre una corsia di ingresso preferenziale per gli sportivi professionisti – e quindi oggetto di maggiore interesse economico. Il testo unico in materia di immigrazione infatti consente agli sportivi professionisti (e alle societa' sportive) di evitare la lotteria delle quote di ingresso, stabilendo procedure di ingresso piu' snelle e fuori quota.

Se allora il minorenne straniero comunque presente sul territorio nazionale e' di per se' “regolare”, impedirne l'accesso all'attivita' sportiva dilettantistica perche' i suoi genitori non sono in regola con i documenti di soggiorno e' quanto mai grave, prima di tutto perche' “insegna” al bambino cosa vuol dire discriminazione, proprio in un settore della vita sociale – lo sport – che dovrebbe esser al contrario strumento per abbattere le barriere e le differenza ingiuste fra gli individui, anziche' costituirle. “Educa” inoltre il minore a “subire” queste discriminazioni, poiche' sara' estremamente difficile, se non impossibile, che il genitore clandestino del minore cui viene rifiutato il tesseramento faccia qualcosa per contrastare questa ingiustizia: da clandestini si hanno pochi diritti e se ne percepiscono meno ancora, quale genitore clandestino presentera' un simile ricorso?
 
 
 
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